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Terreni agricoli dello Stato da vendere: ma quali?

Nell’ultimo maxiemendamento del Governo alla legge di stabilità è stata avanzata la proposta di vendere terreni agricoli dello Stato. Analisi condotte sul territorio italiano però rivelano che non tutte le Province dispongono di terreni demaniali e che molti di questi non sono più considerabili agricoli perché di difficile recupero o occupati da boschi.

Terreni agricoli dello Stato da vendere: ma quali?

Davvero curiosa l’ipotesi contenuta nel maxiemendamento del governo alla legge di stabilità di vendere terreni agricoli dello Stato. Per il semplice fatto che terreni statali disponibili sono una vera rarità, parola di ex ministro. Avevano sollevato la questione i senatori della Lega, Giampaolo Vallardi e Enrico Montani. I due, rivolgendosi al ministro dell’agricoltura, ricordavano che già con il decreto anticrisi del 2009 – poi convertito in legge – si prevedeva l’affitto di beni agricoli di proprietà dello Stato o di enti pubblici a giovani agricoltori, con l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile in agricoltura.

L’Agenzia del demanio avrebbe dovuto, nel giro di due mesi dall’entrata in vigore della legge, individuare i beni liberi di proprietà dello Stato aventi destinazione agricola. A febbraio scorso i due senatori del Carroccio si domandarono se l’applicazione di queste norme stesse procedendo come stabilito. La risposta venne loro data dall’allora ministro dell’agricoltura, Giancarlo Galan (che è stato titolare del dicastero dal 15 aprile 2010 al 23 marzo 2011, sostituito poi dall’attuale ministro Francesco Saverio Romano). E non lascia spazio a dubbi: “di terreni a disposizione non ce ne sono tantissimi”, anzi.

Una apposita ricognizio era stata affidata all’Ismea, che aveva individuato i possibili beni di interesse agricolo. Ed eccoci al punto. “Al riguardo, si fa presente che da questa prima indagine, condotta per ciascuna provincia italiana, è però emersa una serie di criticità. Infatti – spiegava il ministro Galan – non tutte le Province dispongono di terreni demaniali: alcuni di questi non sono più agricoli; talune aree con destinazione agricola sono già coltivate; le superfici di maggiori dimensioni sono occupate da boschi, prati o pascolo oppure si tratta di superfici di difficile recupero dal punto di vista agricolo”. E Galan valutava l’opportunità di ulteriori approfondimenti tecnico-amministrativi e di presentare una relazione al Parlamento.

Certo, da febbraio a oggi sono passati alcuni mesi, e il problema sollevato riguardava l’affitto dei terreni, non la vendita: ma è difficile pensare che terreni non più agricoli, di difficile recupero od occupati da boschi possano essere stati recuperati e liberati in così poco tempo per poter essere immessi sul mercato per la vendita.

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