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Terna, la sostenibilità sociale spinge al dialogo con i territori

Il gestore della rete di trasmissione elettrica nazionale ha accelerato con “Terna incontra” il programma di incontri con le popolazioni e gli enti locali interessati dal piano strategico 2018-2022. In ballo 5,3 miliardi, ma l’obiettivo è la condivisione dei territori. L’ultimo incontro in ordine di tempo è stato quello di Auronzo-Cortina.

Terna, la sostenibilità sociale spinge al dialogo con i territori

Oltre 20 incontri con le popolazioni locali e 300 con Comuni , Province e Regioni. E’ questo il bilancio con il quale Terna chiude il 2018 e si prepara a proseguire e consolidare nel 2019 la svolta intrapresa già da qualche tempo ma fortemente accelerata lo scorso anno: quella degli incontri con i territori. La parola chiave è sempre quella, la sostenibilità e la condivisione, da parte delle popolazioni locali, degli interventi per realizzare nuove e migliori infrastrutture. Nato come un progetto,  “Terna incontra” è diventato per il gestore della rete elettrica di trasmissione nazionale un vero e proprio protocollo: avviato con l’obiettivo di favorire il confronto tra l’azienda e le comunità locali per favorire la realizzazione del piano di sviluppo della rete, è ormai una parte inscindibile del piano di investimenti.

Le ragioni di questo approccio improntato alla sostenibilità sono chiare. Il ciclo di incontri sul territorio consente al gestore della rete di confrontarsi direttamente con chi vive all’interno delle aree destinate a ospitare le infrastrutture, illustrando i progetti delle nuove opere o il riassetto di quelle già esistenti e accogliendo pareri e suggerimenti dagli abitanti nel rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici. Non bisogna dimenticare infatti che il gruppo ha investito 1 miliardo nel 2017 e conta di spendere altri 5,3 miliardi nel periodo 2018-2022. Il 70% dei nuovi investimenti è destinato a migliorare le interconnessioni, la qualità del servizio e a ridurre l’impatto ambientale (puntando sempre più su reti interrate).

Per i progetti riconosciuti a livello comunitario, che contribuiscono all’integrazione dei mercati dell’energia, il processo di consultazione pubblica è una prassi obbligatoria in base al Regolamento europeo n. 347/2013 che definisce i Progetti di interesse comune (Pic), cioè quelle iniziative che hanno significativi effetti positivi su almeno due stati membri e che contribuiscono all’integrazione dei mercati dell’energia elettrica e a una maggiore concorrenza nel perimetro dell’Unione.

In Italia, la consultazione non è obbligatoria ma è altamente auspicabile per superare le diffidenze e i timori, a volte anche legittimi, di chi vive sul posto e deve fare i conti con la costruzione di infrastrutture: in Francia questo modello ha consentito ai vari governi di costruire nel tempo 58 centrali nucleari disseminate sul territorio e accettate da chi vi convive. Dalla Toscana alla Sardegna, dalla Puglia alla Campania dove è prevista la realizzazione del secondo cavo sottomarino che collegherà Capri con Sorrento, durante il 2018 Terna ha avuto all’attivo – come si diceva – oltre 20 incontri organizzati con i cittadini e circa 300 con Comuni, Province e Regioni coinvolte da interventi di sviluppo della rete elettrica nazionale.

L’ultimo in ordine di tempo, a pochi giorni dalle festività natalizie, si è svolto ad Auronzo di Cadore, nella provincia veneta di Belluno. Il progetto di concertazione con gli enti locali si può considerare il primo “esperimento” di progettazione partecipata ed è partito da lontano, quando nel 2016 la regione Veneto e Terna hanno avviato un confronto con i comuni di Auronzo e di Cortina e che vedeva il coinvolgimento diretto degli abitanti fin dalla prima fase di definizione del progetto. Il primo contatto tra Terna e la regione Veneto risale anzi al 2014 quando insieme hanno condotto una serie di sopralluoghi per verificare alcune alternative di tracciato dell’elettrodotto a 132 kV.

Il riassetto della rete nell’alto Bellunese è utile perché la rete elettrica di trasmissione nazionale nell’area dell’alto bellunese è caratterizzata da un basso livello di interconnessione. Ma è anche cruciale se si pensa alla bellezza del territorio in cui si inserisce: la splendida catena alpina delle Dolomiti. Il progetto prevede una soluzione migliorativa a beneficio del comune e che migliorerà la continuità del servizio di trasmissione dell’energia tramite la realizzazione di un nuovo collegamento in cavo interrato lungo circa 23 km tra il Comune di Cortina d’Ampezzo e il Comune di Auronzo. È prevista, inoltre, la realizzazione di una nuova stazione elettrica 132/220 kV di 1,5 ettari ad Auronzo, in località Cima Gogna, che permetterà di interconnettere le linee esistenti linee e di collegarle a quella che oggi parte da Lienz (Austria) e si dirige verso il basso Veneto ma senza immettere energia nella rete elettrica dell’alto Bellunese.

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