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Terna: investimenti record nel 2023 e nel nuovo piano 2024-8, ricavi, utile netto e dividendo in crescita

Il Cda di Terna presieduto da Igor De Biasio e guidato da Giuseppina Di Foggia ha approvato il Piano Industriale 2024-2028 e i risultati al 2023 del Gruppo. S&P ha confermato il rating di Terna a BBB+.

Terna: investimenti record nel 2023 e nel nuovo piano 2024-8, ricavi, utile netto e dividendo in crescita

Terna ha chiuso il 2023 con ricavi per oltre 3 miliardi con una crescita del 7,5%, ma il percorso nei prossimi anni delineato dal nuovo piano industriale presentato dall’Ad Giuseppina Di Foggia sarà di ulteriore miglioramento con una previsione a 3,55 miliardi nel 2024 che porterà a un Ebitda a 2,42 miliardi dai 2,17 miliardi del 2023, già in crescita del 5,3% sul 2022 grazie al miglior risultato delle Attività Regolate. Guardando oltre, i ricavi di Gruppo nel 2028 sono previsti in crescita a 4,60 miliardi di euro e l’Ebitda a 3,25 miliardi di euro, con una crescita media annua (Cagr) nell’arco di Piano di circa l’8% per i ricavi e di oltre l’8% per l’Ebitda.

Oggi stesso S&P ha confermato il rating di Terna a BBB+.

Utile netto 2023 +3,3%. Dividendo 33,96 centesimi per azione

L’utile netto di Gruppo, che nel 2023 si è attestato a 885,4 milioni di euro in aumento del 3,3% dal 2022, nell’anno in corso è visto aumentare e portare a utile per azione (EPS) di 49 centesimi di euro nel 2024 e di 55 centesimi nel 2028, con una crescita media annua nell’arco di Piano di circa il 5%. Il cda proporrà all’Assemblea degli azionisti l’approvazione di un dividendo complessivo per l’esercizio 2023 pari a 33,96 centesimi di euro per azione e la distribuzione – al netto dell’acconto sul dividendo ordinario relativo all’esercizio 2023 pari a 11,46 centesimi di euro per azione già posto in pagamento dal 22 novembre 2023 – dei rimanenti 22,50 centesimi per azione, al lordo delle eventuali ritenute di legge, da mettere in pagamento dal 26 giugno 2024 con ‘data stacco’ 24 giugno. “La nuova politica dei dividendi garantisce una crescita costante e prevedibile, nonché una piena visibilità” dice una nota della società.
Nell’arco di piano la nuova politica prevede una crescita annua minima del dividendo per azione (DPS) pari al 4%, assumendo il 2023 come anno di riferimento. Per il 2024, il dividendo per azione (DPS) sarà pari al valore più alto tra la crescita del 4% rispetto al 2023 e un payout del 75%. L’eventuale maggior dividendo distribuito nel 2024 non avrà impatto sui dividendi dal 2025 in poi.

Di Foggia: nel Piano 2024-8 gli investimenti più alti mai registrati nella storia di Terna

Gli investimenti complessivi sono stati confermati a 16,5 miliardi di euro nel piano, il 65% in più rispetto al Piano precedente, di cui 2,6 miliardi di euro nel 2024, i più alti nella storia del gruppo, per accelerare il processo di decarbonizzazione del paese, considerati sostenibili al 99% secondo i criteri della tassonomia europea. Rispetto al totale degli investimenti previsti, circa l’80% è stato già autorizzato e oltre il 70% è coperto da contratti di acquisto già stipulati. Nel 2023 gli investimenti complessivi effettuati dal Gruppo Terna sono stati pari a 2,29 miliardi (+30,4%).

“Sono orgogliosa di presentare il Piano Industriale con gli investimenti più alti mai registrati nella storia di Terna: 16,5 miliardi di euro in cinque anni, con circa l’80% delle opere già autorizzate e oltre il 70% già coperto da contratti con i fornitori “ ha detto Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna.

Gli obiettivi chiave

In quanto Transmission System Operator e abilitatore della transizione, Terna ha individuato una serie di obiettivi chiave. In uno scenario in cui si sta passando da un sistema tradizionale con impianti di generazione centralizzati a un sistema complesso e decentralizzato, caratterizzato dalla crescente integrazione delle fonti rinnovabili che richiederanno un cambio di paradigma, per la loro gestione.
Ma, sottolinea Terna, accanto alla transizione energetica dovrà esserci una contestuale transizione digitale. Così a fondamento del nuovo Piano Industriale di Terna c’è il concetto di Twin Transition con stanziamento di circa 2 miliardi di euro in digitalizzazione e innovazione, in crescita del 60% rispetto al precedente Piano. “Questi investimenti in tecnologie e strumenti digitali, quali ad esempio l’Intelligenza Artificiale e la robotica, permetteranno alla rete di essere sempre più connessa, smart e sicura” dice Terna. “La trasformazione digitale coinvolgerà anche i sistemi di gestione della rete, nonché il controllo della catena di approvvigionamento e l’efficienza delle persone del Gruppo”.
“Lo sviluppo della rete dovrà essere inevitabilmente accompagnato da una significativa crescita delle tecnologie digitali per sostenere e accelerare il processo di transizione energetica del Paese: una Twin Transition, energetica e digitale, garantirà una transizione più rapida, sostenibile, giusta e inclusiva per tutti i nostri stakeholder” dice Di Foggia

Sulle Attività Regolate in Italia il più alto investimento di sempre

Le Attività Regolate in Italia continueranno a rappresentare il core business del Gruppo e Terna ha pianificato il più alto investimento di sempre, pari a 15,5 miliardi di euro complessivi, di cui circa 1,1 miliardi di euro finanziati tramite contributi pubblici a fondo perduto, per rafforzare ed espandere la rete di trasmissione, nonché per sviluppare la capacità di interconnessione con l’estero.

Nel Piano 2024-2028 Terna ha previsto un incremento degli investimenti per lo sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale, che ammontano complessivamente a 10,8 miliardi di euro. Gli interventi sono legati alla realizzazione di linee in corrente continua e alla costruzione di collegamenti in cavo sottomarino, alla risoluzione delle congestioni di rete, all’incremento della capacità di trasporto tra le diverse zone di mercato, all’integrazione delle fonti rinnovabili e al miglioramento della qualità del servizio.

Italia come hub elettrico del Mediterraneo

Inoltre, le interconnessioni con l’estero renderanno il Paese sempre più l’hub elettrico del Mediterraneo, aumentando l’affidabilità e la sicurezza del sistema. I più importanti progetti infrastrutturali del Piano Industriale 2024-2028 includono il Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino che collegherà la Sicilia alla Sardegna e alla Campania contribuendo al migliore utilizzo delle rinnovabili e al phase-out delle centrali a carbone e di quelle a olio più inquinanti; l’Adriatic Link, collegamento sottomarino che unirà l’Abruzzo e le Marche, il Sa.Co.I.3, l’infrastruttura tra Sardegna, Corsica e Penisola italiana, e l’elettrodotto a 380 kV Chiaramonte-Gulfi-Ciminna in Sicilia. Avranno un ruolo cruciale anche le interconnessioni con l’estero: su tutte il ponte energetico invisibile Elmed, che unirà Italia e Tunisia favorendo l’ottimizzazione delle risorse tra Europa e Nord Africa.

Completano il panorama degli investimenti di sviluppo della rete, progetti come il collegamento Milano-Montalto, che sfrutterà la tecnologia della trasmissione dell’energia in corrente continua, e il Central Link, finalizzati a raggiungere gli obiettivi di transizione e sicurezza energetica. Tali progetti saranno sviluppati seguendo un approccio di pianificazione modulare, basato sull’evoluzione della domanda e della capacità di generazione.

Circa 1,7 miliardi di euro saranno destinati al Piano di Sicurezza, teso a rafforzare e potenziare le funzionalità tecniche e tecnologiche del sistema elettrico e, quindi, interventi necessari alla regolazione di tensione e alla stabilità dinamica del sistema elettrico, quali ad esempio compensatori sincroni e Statcom per la gestione dei flussi di energia. Infine verrano razionalizzate le infrastrutture esistenti e sostituite le componenti obsolete con un stanziamento di circa 2,9 miliardi.

Grazie a tutti gli investimenti previsti, il valore degli asset regolati (Regulatory Asset Base, RAB) raggiungerà i 30,6 miliardi di euro nel 2028, con un Compound Annual Growth Rate (CAGR) nell’arco di Piano pari all’8%. A fine 2024, la RAB sarà pari a 22,5 miliardi di euro, mentre a fine 2023 il dato si è attestato a 20,4 miliardi di euro.

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