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Telefonia: in Italia parte il risiko con possibilità di intrecci e colpi di scena per Vodafone, Iliad, Fastweb e Wind Tre

Saranno settimane cruciali per il settore della telefonia. Si prospetta un interesante e intricato risiko che potrebbe portare colpi di scena e sorprese. Ecco tutti gli intrecci al momento

Telefonia: in Italia parte il risiko con possibilità di intrecci e colpi di scena per Vodafone, Iliad, Fastweb e Wind Tre

Questo e il prossimo potrebbero essere due mesi chiave per il risiko nel settore della telefonia italiana: da una parte si potrebbe vedere uno spiraglio nella trattativa tra Vodafone e Iliad e dall’altra potrebbe uscire dall’impasse l’operazione tra Wind Tre e il fondo svedese Eqt, ma gli intrecci non finisco qui e la partita potrebbe portare mosse a sorpresa e cambiamenti di fronti.

Secondo alcune indiscrezioni la più vicina a una soluzione potrebbe essere la partita Vodafone-Iliad, in cui si inserisce anche l’elvetica Swisscom, casa madre di Fastweb: secondo alcune indiscrezioni qualche notizia potrebbe arrivare entro gennaio o al massimo il 5 febbraio, giorno della diffusione dei conti trimestrali del gruppo Vodafone. Invece per Wind Tre ed Eqt il keyday è il 12 febbraio quando è fissata la deadline per il closing. In tutto ciò si inserisce la questione di Zefiro, jv di WindTre e Iliad. Guardando più avanti poi nel risiko è destinato a inserirsi anche Tim che ha avuto l’ok del suo cda alla “madre di tutte le operazioni di scorporo”: quella separazione e vendita della rete che vede impegnati l’ex monopolista e Kkr con il Mef atteso all’ingresso in partita.

Ma vediamo ora come sono posizionati tutti gli schieramenti

Il cambio di rotta di Vodafone e la proposta di Iliad

In casa Vodafone tutto è cambiato dopo l’arrivo nell’aprile scorso della global manager Margherita Della Valle. La ceo è stata protagonista, da subito dopo la sua nominao, di un piano di revisione strategica delle partecipazioni. Del resto il precedente ceo Nick Read ha finito per rimetterci il posto su quello che i principali azionisti hanno bollato come un errore strategico: l’immobilismo sul fronte della semplificazione della società e sulla valorizzazione di attività zoppicanti, se non in perdita. La situazione non era più sopportabile tanto più perché Vodafone si porta sulle spalle un debito superiore ai 40 miliardi (scesi nell’ultimo full year a 33). Ma Della Valle ha subito mosse le sue pedine con la cessione delle attività in Ungheria per 1,8 miliardi, con il matrimonio in Uk con Three (Ck Hutchison) e poi con la vendita della branch spagnola al fondo Zegona.

La pressione del mercato resta comunque forte. Rispetto a un anno fa il titolo Vodafone sconta una perdita del 17 per cento. Va peggio (-31%) nel confronto con fine settembre 2022. Stamane a Londra quota 70,48, in rialzo dell’ 1,03%.

Il mese scorso liad ci ha riprovato. La compagnia telefonica francese che fa capo a Xavier Niel ha presentato ufficialmente una proposta per gli asset italiani di Vodafone. Questa volta, però, Iliad punta non all’acquisto ma alla creazione di una joint venture con Vodafone per combinare le attività italiane delle due aziende. In un comunicato stampa, il gruppo francese ha annunciato di aver messo sul tavolo 8,5 miliardi di euro a Vodafone (valutata 10,45 miliardi) per realizzare la fusione tra le due e creare una NewCo con quote al 50%. La valutazione dell’operazione proposta da Iliad per Vodafone Italia si basa sull’EBITDA stimato di quest’ultima, che ammonta a 1,34 miliardi di euro per l’esercizio 2024 secondo il consenso dei broker.

Sull’operazione incombono due spade di Damocle. Innanzitutto la grande distanza nelle valutazioni tra i due asset (17x per Iliad contro i 7,8x di Vodafone). E poi il meccanismo di opzioni call sulla partecipazione di Vodafone nella Newco (con la possibilità per Iliad di rilevare un 10% ogni anno allo stesso prezzo congelato dal closing) mentre non sono previste put a favore di Vodafone che dall’Italia trae l’11% dei suoi ricavi da servizi di gruppo. In questo quadro alcune indiscrezioni parlano dell’interesse di Swisscom, una questione che continua a girare da anni e ciclicamente torna. Stavolta però Fastweb potrebbe far breccia proprio nel gap di valutazione che ha portato Iliad in una posizione di “vantaggio” rispetto a Vodafone all’interno della joint venture per come immaginata dalla compagnia francese.

Wind Tre, il fondo svedese Eqt e l’intreccio con Iliad

L’affaire WindTre e del suo possibile acquirente, il fondo svedese Eqt, viene visto da alcuni osservatori come la prima operazione di scorporo della rete nelle Tlc in Italia. Lo scorso maggio Eqt Infrastructure, fondo controllato dalla famiglia Wallenberg attraverso Investor AB che include nella propria orbita ABB, AstraZeneca, Ericsson, Electrolux, ha siglato un accordo per l’acquisizione del 60% di una newco che avrà la rete fissa e mobile dell’operatore italiano, in una transazione che stabilisce un enterprise value di 3,4 miliardi di euro. Il closing dell’operazione è fissata sul 12 febbraio. Data, questa, già frutto di uno slittamento di tre mesi che si è reso necessario visto che le parti “non sono riuscite a raggiungere un accordo con i terzi interessati i cui consensi sono necessari per soddisfare le condizioni sospensive”, si legge nella comunicazione dello scorso 6 novembre emessa da Ck Hutchison, controllante di Wind Tre.
Il riferimento, non esplicitato, è alle trattative con Iliad (in particolare) e Fastweb, con cui Wind Tre ha accordi per la condivisione del 5G. Un intoppo sul finale cui, almeno al momento, non sarebbe stata trovata soluzione.

Altro intreccio: la questione Zefiro (WindTre+Iliad)

Ci sarebbe però anche da risolvere la questione Zefiro. Si tratta della joint venture fra Wind Tre e Iliad creata giusto un anno fa e che ha visto l’operatore guidato in Italia da Benedetto Levi essere entrato al 50% nella società già creata in precedenza da Wind Tre con all’interno circa 7mila siti radio nelle aree meno densamente popolate del Paese. Un’alleanza per affrontare la necessità di contenere le spese per investimenti sulla rete mobile.

L’operazione pensata da Wind Tre ha dovuto fare i conti con l’operatore che fa capo a Xavier Niel. Il quale, a sua volta, avrebbe messo sul tavolo le clausole contenute negli accordi in caso di cambio di assetti proprietari. E contestualmente anche la necessità di rivedere quegli accordi. Da qui lo stallo, legato anche al fatto che l’uscita da Zefiro di Iliad rappresenterebbe comunque un cambio nei “fondamentali” dell’operazione per la quale si era fatta avanti Eqt. Iliad (come Fastweb) non avrebbe alcun potere di veto. Ma senza Iliad è un’altra operazione. E qui il meccanismo avrebbe finito per incepparsi. Ma come abbiamo visto Iliad si sta impegnando con Vodafone. E se quest’ultima dovesse accettare, Iliad avrebbe probabilmente necessità di uscire da Zefiro. A quel punto l’entrata di Eqt in partita potrebbe aver rappresentato l’occasione per mettersi nelle condizioni migliori per farlo.

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