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Telecom Italia, in Brasile l’Authority elimina il divieto sulle vendite

Anatel ha deciso che la controllata brasiliana del gigante della comunicazione italiano potrà tornare a vendere i nuovi piani tariffari – Inoltre è stato reso noto che Tim Participações investirà 9,5 miliardi di reais nel triennio 2012-2014 – Il titolo Telecom Italia guadagna oltre il 2,5%.

Telecom Italia, in Brasile l’Authority elimina il divieto sulle vendite

Tim vince in Brasile. L’Authority brasiliana delle telecomunicazioni, Anatel, ha deciso che la controllata di Telecom Italia in Brasile, Participações, potrà tornare a vendere i nuovi piani tariffari. L’ente di vigilanza carioca ha dato il via libera ai piani presentati non solo da Tim Brasil ma anche dai due maggiori competitors, Oi e Claro. Inoltre Anatel ha dichiarato che ogni tre mesi eseguirà dei controlli attenti nel mercato delle telecomunicazioni. Il blocco imposto a Tim Brasil in 19 su 27 Stati brasiliani era stata decisa dall’Authority lo scorso 23 luglio, motivata dai problemi legati ai servizi sulla rete e ai reclami dei clienti.

Anatel ha reso noto che Tim Brasil, Oi e Claro investiranno complessivamente 20 miliardi di reais tra il 2012 e il 2014 allo scopo di migliorare i servizi. Quasi il 50% di questi investimenti vengono dalla controllata di Telecom che sola investirà nel triennio 9,5 miliardi di reais. A Piazza Affari il titolo Telecom Italia guadagna il 2,60% a 0,651 euro. 

Nel 2012 Tim “ridistribuirà gli investimenti, destinando 451 milioni di reais a progetti di miglioramento della qualità”. Il piano strategico approvato dall’Anatel prevede anche un miglioramento della rete (con l’aumento del 75% della capacità della rete voce) e l’assistenza.

Ieri il Gruppo Telecom Italia ha presentato i conti del primo trimestre: è tornato in utile portando a casa 1,2 miliardi di benefici. I ricavi sono cresciuti del 3,1% a 14,793 miliardi, l’ebitda è sceso dell’1% a 5,9 miliardi mentre l’ebit è salito del 2,4% a 3,2 miliardi. L’indebitamento finanziario netto rettificato e’ diminuito di 800 milioni a 30,360 miliardi.

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