Condividi

Tasse, Monti: “Le abbasseremo con la lotta all’evasione”

Nella prefazione al Documento di Economia e Finanza all’esame del Consiglio dei ministri, il Premier ribadisce che “in futuro i proventi della lotta all’evasione dovranno essere utilizzati anche per ridurre le aliquote fiscali” – “Niente crescita fino al 2013” – “La disoccupazione tocca direttamente o indirettamente quasi la metà delle famiglie”.

Tasse, Monti: “Le abbasseremo con la lotta all’evasione”

Dopo aver cancellato il fondo taglia-tasse dalla riforma fiscale del Governo, il premier Mario Monti riaccende la speranza nei contribuenti italiani. Ma non dà scadenze. “In futuro i proventi della lotta all’evasione dovranno essere utilizzati anche per ridurre le aliquote fiscali“, sottolinea il Professore nella prefazione del Def (il Documento di Economia e Finanza), oggi all’esame del Consiglio dei ministri.

Quanto all’andamento generale dell’economia, “la crisi che viviamo dal 2008 – prosegue Monti – può avere un impatto duraturo e profondo sul potenziale di crescita dell’Italia anche se è stato evitato uno shock distruttivo”. Il Premier ribadisce quindi che “il cuore del problema italiano è come tornare a crescere: non c’è ragione per accettare che l’Italia sia condannata ad avere una crescita sotto la media dell’Eurozona da oltre dieci anni”, ma “in questo momento la crescita non può venire da stimoli espansivi della spesa pubblica“. 

La congiuntura internazionale resta “debole e incerta” e “sul piano interno la crescita non tornerà fino al 2013. Il prossimo anno deve essere per l’Italia un anno di profonda trasformazione, in continuità con quanto già avviato nei mesi passati“.

Infine, la questione del lavoro e la sua ricaduta sul dramma sociale vissuto dai giovani. La riforma varata dal Governo è necessaria “per aiutare lavoratori e imprese ad affrontare una fase dura di riorganizzazione e di mutamento della specializzazione produttiva – scrive ancora il Professore – e per aggredire il problema drammatico della alta disoccupazione giovanile. La preoccupante crescita della disoccupazione e il basso livello di occupazione, in particolare di giovani e donne, mostra che è urgente riformare un mercato del lavoro segnato da ingiustizie e disfunzioni. Il disagio occupazionale tocca direttamente o indirettamente quasi la metà delle famiglie italiane“.

In particolare, “il nostro Paese investe ancora troppo poco in ricerca: ha un numero insufficiente di brevetti e perde troppi talenti per l’alto numero di giovani che emigrano all’estero”. 

Commenta