Condividi

Tassa mondiale per le multinazionali: accordo entro luglio

Il progetto è degli Stati Uniti, che ne traggono i maggiori vantaggi – L’intesa nel G20 sembra vicina: se arriverà, i paradisi fiscali scompariranno e il dibattito sulla Web Tax sarà archiviato

Tassa mondiale per le multinazionali: accordo entro luglio

Da qualche giorno il dibattito economico mondiale si concentra sul tema delle tasse. La questione è stata sollevata dagli Stati Uniti, che nel fine settimana – per bocca del segretario al Tesoro, Janet Yellen – hanno lanciato la proposta di una minimum global tax, ieri al centro delle riflessioni del G20 e dell’Ocse. Non si tratta di un progetto vago, ma di un’idea articolata e messa nero su bianco dagli Usa, che hanno inviato a 135 Paesi un documento in cui spiegano i dettagli del progetto.

In sostanza, la minimum global tax si applica al fatturato che le multinazionali realizzano in ogni singolo Stato. L’imposta è unica, ma va poi divisa in due: una parte resta al Fisco del Paese dove i ricavi sono stati generati, un’altra viene pagata dove la multinazionale ha sede (nella maggior parte dei casi, naturalmente, si tratta degli Stati Uniti).

Sull’entità del prelievo ancora non c’è accordo: secondo Washington, l’aliquota globale deve essere del 21%, mentre il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ha parlato di un 10-15%.

A ben vedere, la minimum global tax permetterebbe anche di chiudere il dibattito infinito sulla Web Tax, perché il nuovo prelievo colpirebbe anche i giganti della Silicon Valley, che al momento sfruttano il vuoto legislativo per approfittare dei vantaggi offerti dai paradisi fiscali (su tutti, l’Irlanda). Un espediente che ogni anno sottrae miliardi di gettito a decine di Paesi.

Con la tassa globale questo diventerà impossibile: non ci saranno più Paesi dove converrà stabilirsi per ragioni fiscali, perché l’aliquota da mettere a bilancio sarà sempre la stessa.

Contro ogni aspettativa, il negoziato sulla minimum global tax è già in fase avanzata, al punto che – secondo il ministro italiano dell’Economia, Daniele Franco – l’accordo sarà firmato alla prossima riunione del G20, in agenda per fine luglio.

Si tratta di una rivoluzione copernicana rispetto ai tempi di Donald Trump e del suo segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, che si opponevano a qualsiasi nuova forma di tassazione per le multinazionali. A cominciare dalla Web Tax.

Commenta