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Taglio bollette, Bankitalia: “La proroga non può durare in eterno per non pesare troppo sul debito pubblico”

Via Nazionale sottolinea che il taglio delle bollette non risolve il vero problema: la dipendenza energetica dall’estero – L’Eurozona rischia 2 punti di Pil “in scenari non estremi”

Taglio bollette, Bankitalia: “La proroga non può durare in eterno per non pesare troppo sul debito pubblico”

Il taglio delle bollette di luce e gas “non può essere prorogato indefinitamente”. A lanciare l’avvertimento è Fabrizio Balassone, capo del Servizio struttura economica della Banca d’Italia, intervenuto sul decreto bollette davanti alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera.

Balassone ammette che “in questa fase d’emergenza, in cui l’incertezza sulle prospettive economiche è particolarmente elevata, gli interventi di mitigazione dell’aumento dei costi sono indispensabili”.

Perché il taglio delle bollette non è la soluzione

Tuttavia, nel medio periodo, il taglio delle bollette a spese dello Stato non è la soluzione giusta al problema del caro-energia, per almeno due ragioni: “Da un lato – spiega il dirigente di Bankitalia – non risolverebbe il problema sottostante della dipendenza energetica dall’estero; dall’altro, assorbirebbe un ammontare molto elevato di risorse pubbliche, sottraendolo a impieghi alternativi o determinando ulteriori aumenti del debito pubblico”.

Quali sono le alternative al taglio delle bollette

Piuttosto, secondo Balassone, “al fine sia di accelerare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico del Paese sia di rispettare gli obiettivi ambientali concordati a livello europeo, gli interventi di mitigazione dell’aumento dei prezzi dovranno essere accompagnati da un maggiore ricorso ad altri produttori e da politiche di contenimento dei consumi, fondate anche su meccanismi volti a favorire scelte consapevoli da parte delle famiglie”.

“Serve un ampio programma di investimenti”

In particolare, “nel breve termine saranno necessari interventi diretti ad ampliare la capacità di importazione da paesi diversi dalla Russia attraverso gasdotti e terminali di rigassificazione e ad accrescere l’estrazione di gas naturale dai giacimenti nazionali – ha detto ancora Balassone – Su orizzonti più lunghi, ma partendo fin da ora, andrà attuato un ampio programma di investimenti per l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili e delle infrastrutture necessarie alla progressiva elettrificazione degli usi energetici”. Il tutto “andrà accompagnato da una rapida e decisa azione di semplificazione delle autorizzazioni necessarie”.

Pil europeo e guerra Russia-Ucraina: rischio -2% in un anno in scenari non estremi

Per quanto riguarda le conseguenze della guerra fra Russia e Ucraina, secondo gli esperti della Bce, in scenari non estremi, “le ricadute del conflitto potrebbero comprimere il prodotto nell’area dell’euro fino a 2 punti percentuali entro il prossimo anno – ha continuato Balassone – Le conseguenze, attualmente in fase di valutazione, possono essere rilevanti anche per il nostro paese”.

In primo luogo sul fronte energetico, dove la situazione del caro-prezzi è “peggiorata dopo l’aggressione da parte della Russia all’Ucraina: qualora a questi rincari si accompagnasse una drastica riduzione delle importazioni dalla Russia si avrebbero effetti negativi rilevanti sull’attività economica in Europa e in Italia con un ulteriore aumento dell’inflazione”, ha sottolineato ancora Balassone.

Leggi il testo dell’audizione di Balassone alla Camera.

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