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Superbonus, stop a sconto in fattura, cessione del credito e remissioni in bonis: ecco cosa cambia

Il Consiglio dei ministri ha approvato, a sorpresa, un nuovo decreto legge con limiti all’agevolazione per le ristrutturazioni edilizie

Superbonus, stop a sconto in fattura, cessione del credito e remissioni in bonis: ecco cosa cambia

Non c’è pace per il Superbonus. A sorpresa, martedì 26 marzo, il Consiglio dei ministri ha approvato una nuova stretta all’agevolazione per le ristrutturazioni edilizie, quando a fine 2023 aveva già messo rigidi paletti alla misura ideata dal governo Conte nel 2020. L’obiettivo è tenere sotto controllo i costi. “Chiudere definitivamente l’eccessiva generosità di questa misura e mettere un punto finale per il 2023”, ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa a margine del Cdm. “Per il 2024 purtroppo le sorprese negative non sono mancate” e ha confermato “i risultati devastanti per la finanza pubblica. L’ho detto dall’inizio, continuo a sostenerlo, qualcuno sorrideva sul mal di pancia, confermo che fa malissimo a me a tutti gli italiani”. L’ultimo report dell’Enea di fine febbraio calcola una spesa a carico dello Stato di 114,4 miliardi, circa 7 in più rispetto a gennaio. Ma cosa cambia per il Superbonus, ancora?

Stop a sconto in fattura, cessione del credito e remissioni in bonis

Eliminati sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie di bonus edilizi che lo prevedevano ancora. Ad esempio, era rimasto cedibile o scontabile per i bonus barriere architettoniche al 75% e per gli interventi di recupero di edifici nelle aree sismiche, ma anche per le opzioni di Terzo settore e case popolari. Restano alla fine solo le detrazioni fiscali.

E la remissione in bonis? Anche questa opzione viene eliminata. Vuol dire che il contribuente non può più presentare la documentazione necessaria per accedere ai bonus edilizi in ritardo pagando una piccola sanzione (250 euro) entro il 15 ottobre 2024. Perciò l’ultimo termine rimane quello del 4 aprile 2024 entro cui comunicare lo sconto in fattura o la prima cessione del credito maturato per le spese sostenute nel 2023, o per le rate residue non fruite delle detrazioni riferite alle spese sostenute nel 2020, 2021 e 2022. La decisione è per acquisire entro quella data l’ammontare del complesso delle opzioni esercitate e delle cessioni stipulate.

Superbonus, cosa cambia? Arriva la comunicazione preventiva

Una stretta arriva anche al credito d’imposta Ace (Aiuto alla crescita economica riconosciuto alle imprese), riservato alle aziende. Secondo il ministro dell’Economia troppo utilizzi “fraudolenti”. Si riduce a una la possibilità di cessione del credito e si estende la responsabilità solidale del cessionario alle ipotesi di concorso nella violazione. Inoltre, aumentano i controlli preventivi per le operazioni sospette.

Per accedere alle agevolazioni edilizie diventa necessaria la comunicazione preventiva “per avere un monitoraggio anticipato del fenomeno e sono solo quando le fatture vengono caricate”. Dunque, bisogna comunicare di volerne usufruire prima che le fatture vengano caricate sulla piattaforma del Fisco.

Un’altra novità: nel caso di omessa trasmissione di informazioni relativa a interventi già avviati la sanzione amministrativa arriva a 10 mila euro. Invece, per i nuovi interventi è prevista la decadenza dell’agevolazione fiscale.

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