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Superbonus e crediti incagliati, tre le possibili soluzioni: nuova garanzia Sace, proroga 110% di tre mesi e moratoria

Superbonus e crediti incagliati in discussione al Mef. Si ricercano soluzioni più vantaggiose per contribuenti e imprese: ecco le ipotesi

Superbonus e crediti incagliati, tre le possibili soluzioni: nuova garanzia Sace, proroga 110% di tre mesi e moratoria

Il ministero dell’Economia e delle Finanze e le associazioni di imprese sono alla ricerca di soluzioni per i crediti Superbonus incagliati. Sul tavolo, scrive il Sole 24 Ore, ci sarebbero tre interventi: una nuova garanzia della Sace, la proroga dei bonifici per le villette e, infine, una possibile moratoria sulla regolarità contributiva delle imprese.

L’obiettivo di sblocco dei crediti d’imposta e degli sconti in fattura rimasti incagliati dopo l’adozione del decreto 11 del 17 febbraio 2023 rimane prioritario per far ripartire la circolazione dei bonus edilizi e dare ossigeno ai contribuenti e le imprese edili.

Superbonus e crediti incagliati: tre soluzioni

Nuova garanzia Sace

Per sbloccare i crediti fiscali non compensabili si lavora a una nuova garanzia erogata da Sace. Ma come funzionerebbe? L’impresa che ha in “pancia” il credito incagliato lo venderebbe ad un’altra impresa che richiederebbe a sua volta un finanziamento alla banca per avere la liquidità. A questo punto l’istituto di credito fornirebbe un’anticipazione bancaria e otterrebbe in garanzia il credito fiscale che verrebbe controgarantito da Sace. Solo quando sarà in grado di compensare il credito, il cessionario potrà rimborsare la banca per l’anticipo. Altrimenti, se non riuscisse ad avere la capienza necessaria, entrerebbe in gioco la garanzia della Sace. In poche parole la nuova garanzia coprirebbe il rischio – per chi acquista i bonus – di non riuscire a compensare il credito, e consentirebbe alle banche di superare il problema di acquistare troppi crediti fiscali.

Al momento, però – sottolinea il Sole 24 Ore -, la proposta è stata solo discussa ma non messa a punto. Ad esempio, la stessa Sace non è stata ancora coinvolta ufficialmente. In ogni caso la proposta dovrà passare al vaglio di Bruxelles per la compatibilità con le regole sugli aiuti di Stato. E ci vorrebbero mesi prima di avere il via libera della Commissione Ue. Nel frattempo, Sace starebbe lavorando su nuove garanzie per alleviare il peso dell’aumento delle rate dei prestiti a seguito dei rialzi dei tassi da parte della Bce.

Proroga 110% di tre mesi

Ci sarebbe la possibilità di estendere dal 30 settembre al 31 dicembre 2023 – nel rispetto dei vincoli attualmente previsti – l’orizzonte temporale per completare i lavori e i bonifici che consentono ancora l’accesso al 110%. Ma sempre alla stessa condizione: aver effettuato almeno il 30% dei lavori alla data del 30 settembre 2022.

Dunque, si intende favorire i contribuenti e quelle imprese che hanno interventi avviati ma che a causa dei ritardi nell’avanzamento dei cantieri hanno necessità di ulteriore tempo per definire i lavori.

Tra le soluzioni per i crediti Superbonus incagliati: la moratoria

La moratoria, in teoria, rappresenterebbe un blocco delle azioni civili e dei pignoramenti per coloro che non sono riusciti a incassare completamente i loro crediti. Significa dare una chance di recupero all’azienda in difficoltà. L’obiettivo principale sarebbe quello di definire una misura senza alterare i principi di funzionamento del mercato. Ma i margini dell’operazione sono strettissimi, perché va valutata la fattibilità tecnica ma si avvicina la pausa di Ferragosto.

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