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Summit sul petrolio Arabia-Russia e nuovo piano Telecom

Salgono i mercati asiatici in scia alla notizia che a Doha il ministro del petrolio saudita Al Naimi s’incontrerà con il ministro russo Novak e con una delegazione del Venezuela – Banche: accelera il rimbalzo, ma frena Deutsche Bank – Big Deal in vista per Finmeccanica – Oggi il piano Telecom – Buy back per A2A.

Summit sul petrolio Arabia-Russia e nuovo piano Telecom

Inversione di tendenza o rimbalzo tecnico? Buona l’ultima secondo Morgan Stanley, che interpreta il rimbalzo dei mercati come una reazione all’ipervenduto che si è accumulato nelle ultime settimane. Ma la tenuta stamane dei listini asiatici, dopo le fibrillazioni di inizio settima, dipende anche da altri fattori: la discesa in campo delle banche centrali (prima Mario Draghi, stamane il giapponese Haruhiko Kuroda) e le prove di intesa tra Arabia Saudita e Russia sul fronte del petrolio.

Stamane Tokyo, dopo il grande balzo di lunedì (+7,2%), consolida la ripresa (+1%), anche grazie alle parole del governatore Kuroda: i tassi negativi, ha detto, serviranno ad abbassare la curva del costo del denaro e a stimolare la ripresa di consumi ed investimenti.

Bene la Cina. Stabile il cambio dello yuan, in promettente ripresa la Borsa di Shanghai: +3,3% nella seconda seduta dopo le vacanze dell’anno lunare. Il rally dei mercati della Cina è sostenuto dal dato sulle erogazioni di nuovi finanziamenti. La Banca centrale ha comunicato che in gennaio il totale degli aggregati di nuovo credito è salito a 3420 miliardi di yuan, pari a 525 miliardi di dollari.

A favorire la ripresa è stata però soprattutto la notizia anticipata da Bloomberg che stamane a Doha il ministro del petrolio saudita Al Naimi s’incontrerà con il ministro russo Novak e con una delegazione del Venezuela. Un’intesa su prezzi e quote di produzione sembra molto difficile, ma la stagione del muro contro muro sembra agli sgoccioli. Le quotazioni del Brent sono salite a 34.38 dollari al barile (+3,3%), mentre il Wti viaggia oltre i 30 dollari.

FUTURES POSITIVI, ALLE 11 L’INDICE ZEW

I mercati europei, stimolati dai messaggi di Mario Draghi, si avviano così a consolidare in avvio i guadagni della prima seduta della settimana. I futures segnalano un avvio futuro a Londra (+26 punti a 5.850), Parigi (+20 a 4.135) e Francoforte (+56 a 9.262). Il dato clou della mattinata sarà la pubblicazione dell’indice tedesco Zew, fissata per le 11.

Ieri la Borsa di Milano ha chiuso la seduta con un rialzo dell’indice FtseMib del 3,1% sotto la spinta dei titoli bancari. Parigi +3%, Francoforte +2,6%. Il Btp si è rafforzato a 1,59%, ma lo stesso è accaduto per il Bund tedesco, sceso a 0,23% (-2 punti base). Lo spread si restringe a 135 punti base. L’euro si indebolisce sul dollaro a 1,114 da 1,125 di venerdì sera. La valuta unica ha accelerato al ribasso nel corso dell’audizione del presidente della Bce, l’evento centrale della giornata “orfana” di Wall Street chiusa per festività.

DRAGHI PRONTO AD USARE L’OMBRELLO DELLA BCE

Mario Draghi, parlando alla Commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo, ha ribadito ieri che la Bce “è pronta a fare la sua parte” alla luce delle aspettative di inflazione e “delle recenti turbolenze finanziarie”. Cresce così l’attesa per le misure anti-deflazione che saranno discusse dal meeting della Banca centrale del prossimo 10 marzo. Ma non meno importanti sono state le parole dedicate alle banche, a partire dai crediti deteriorati.

Draghi ha smentito la voce di acquisti da parte della Bce di partite incagliate delle banche italiane. “Non so da dove venga fuori questa storia – ha replicato ad una domanda in merito – Non ci risulta nessuna trattativa col governo italiano”. Tuttavia, ha poi precisato che “si tratta di vedere se le sofferenze sotto forma di Abs possono essere accettate come collaterale, ma questo non è un acquisto”. Insomma, un’apertura, almeno a livello teorico.

A proposito delle banche, Draghi ha anche aggiunto che i governatori delle banche centrali e i responsabili della vigilanza hanno segnalato l’impegno a non aumentare in maniera significativa i requisiti di capitale richiesti ai singoli istituti. Una svolta rispetto agli orientamenti finora emersi a Basilea e dalle altre autorità di controllo.

BANCHE: ACCELERA IL RIMBALZO, MA FRENA DEUTSCHE BANK

Sotto i riflettori, come previsto, il comparto del credito. L’indice settoriale delle banche europee è salito del 3,6%, anche se, con il passare delle ore, è venuta meno la spinta di Deutsche Bank (-0,2% negli ultimi scambi dopo una seduta brillante): il Cds sul bond senior dell’istituto è sceso a quota 222 punti dal picco negativo della scorsa settimana (275 punti) ancora molto lontano dai livelli di inizio anno a quota 96.

Nel listino italiano, grandi scambi su Unicredit, che ha chiuso la giornata in rialzo del 3,4%. Exane BNP Paribas ha alzato la raccomandazione ad Outperform da Neutral, target price a 5 euro. Era dal 2012 che gli analisti francesi non raccomandavano l’acquisto del titolo della banca italiana.

Recupera al galoppo anche Monte Paschi (+9,2% a quota 0,5015). Venerdì aveva fatto segnare a 0,42 euro il nuovo minimo storico. Banca Popolare dell’Emilia Romagna +10%, Banco Popolare +7,3%. Fuori dal paniere principale, Banca Carige +4,4%. Malacalza Investimenti, principale azionista dell’istituto, ha reso noto che presenterà una lista di candidati caratterizzata da “una forte discontinuità” per il Cda.

Da segnalare il rimbalzo di Intesa (+3,5%): la perdita del 2016 si riduce sotto il 20%. Ubi Banca +1,4%: Kepler Cheuvreux ha abbassato il target price a 4,6 euro, da 5,7 euro. La raccomandazione resta Buy.

Tra le assicurazioni vola Generali +4%. UnipolSai è salita del 5,9% anche per effetto delle indiscrezioni su un possibile accorciamento della catena di controllo che la lega a Unipol (+7,6%). Gli analisti di Banca Akros hanno tagliato il target a 2,1 da 2,3 euro in seguito alla riduzione della stima sull’utile 2017m ma hanno alzato la raccomandazione a accumulate.

Boccata d’ossigeno, infine, per il risparmio gestito: Anima Holding +5,7%, Azimut +5,5%. Banca Generali +4,37%: Banca Imi ha alzato la raccomandazione da hold a buy con prezzo obiettivo che passa da 30,2 a 27,7 euro.

BENE ENI, VOLA SARAS. SAIPEM PROVA A REAGIRE

Ancora una seduta effervescente per i titoli energy, sostenuti dalla ripresa del greggio. Eni guadagna il 2,4% a 11,94 euro. Nel corso della giornata si è spinta fino a 12,12 euro, mentre giovedì scorso aveva chiuso a 10,93 euro, su livelli di prezzo che non vedeva dalla primavera del 2000. Tenaris + 2,2%.

Saras rimbalza del 9% a 1,5170 euro. La scorsa settimana era scivolata fino a 1,33 euro, minimo degli ultimi 11 mesi. Grazie alla reazione, la perdita da inizio anno si riduce a -14%.

Discorso a parte per Saipem (+0,53%), che la settimana scorsa ha lasciato sul terreno il 42%. Ieri, primo giorno dell’asta sui diritti inoptati, sono passati di mano 178 milioni di azioni. Dalle comunicazioni di Internal Dealing si è intanto saputo che il fondo Usa Dodge & Cox ha ridotto la sua partecipazione di 11 milioni di titoli mentre i fondi Usa Marshall Wace, Jane Street e Susquehanna International hanno ridotto le posizioni short.

L’AUTO RIALZA LA TESTA: FIAT CHRYSLER +5,5%

Riscossa di Fiat Chrysler, che guadagna il 5,5% portandosi a 5,70 euro. Rialza la testa il settore automotive: le vendite di auto in Europa Occidentale (Ue a 15 + Svizzera) sono cresciute a gennaio del 6,1% a 1.012.194 vetture, secondo i dati elaborati da Global Insight. 

Il gruppo Fca registra nel mese un incremento di vendite del 15,1%, con 70.574 vetture e una quota di mercato del 7,0% (6,4% nel gennaio 2015). Volkswagen si conferma leader del mercato con il 23,6% di quota ma registra a gennaio solo un aumento dello 0,4%. 

BIG DEAL IN VISTA PER FINMECCANICA

Positivi gli altri industriali: Finmeccanica (+4,8%) potrebbe chiudere nei prossimi giorni il contratto che impegna il Kuwait ad acquistare 28 caccia Eurofighter. StM +2,1%.

Tra le medium cap bene Interpump: + 3,95% a 11,57 euro dopo la pubblicazione dei risultati preliminari. Banca Akros oggi ha alzato il rating a buy da accumulate, con target price confermato a 15,3 euro per azione. Mediobanca Securities è passata da neutral a outperform, con prezzo obiettivo fissato da 14,4 a 13,3 euro.

Avanza anche Ima (+2,27%), al multinazionale del packaging controllata da Alberto Vacchi, candidato alla successione di Giorgio Squinzi in Confindustria.

TELECOM, OGGI IN CONTI. EDITORIALI AL GALOPPO

Riflettori accesi stamane su Telecom Italia (+2%). Dopo il Cda di ieri la società presenta a Londra i conti e il business plan agli analisti. Icbpi ha alzato il rating sull’azione a buy da neutral con target price pari a 1,04 euro da 1,24 euro per azione.

Grande balzo di Mediaset (+4,5%). Nel settore media, Cairo è salita del 6,2%: il presidente e fondatore Urbano Cairo ha detto che negli ultimi tre mesi la raccolta pubblicitaria è stata positiva, è salita sia in dicembre che in gennaio e a febbraio sta andando bene. 

In forte ripresa anche Rcs: +11% a 0,485 euro. La società editoriale ha reso noto che la raccolta pubblicitaria di gennaio ha registrato una crescita del 5%, superiore a quella prevista dal piano industriale. Anche febbraio è stato positivo. 

L’OPA BOLZONI SPINGE TAMBURI. BUY BACK PER A2A

L’Opa dell’americana di Hyster-Yale Materials sul gruppo Bolzoni ha dato spinta a Tamburi Investment Partners (+5% ), che possiede l’11,96% della società, una quota che al prezzo dell’offerta corrisponde a circa 13,4 milioni di euro (2,8% del NAV). L’adesione all’Opa consentirà di realizzare una plusvalenza significativa rispetto al prezzo di carico.

A2A ha annunciato a partire da oggi l’avvio di un buyback. E’ quanto si legge in una nota della società in cui si precisa che il numero massimo di azioni acquistabili è stato fissato in una cifra pari a circa l’1% del capitale che considerando il prezzo di riferimento pari a 0,95 euro per azione, corrisponde a circa 33,3 milioni.

Infine, avanza Luxottica (+0,89%) mentre filtrano indiscrezioni su un interesse del gruppo di Leonardo Del Vecchio per la tedesca Carl Zeiss. A detta di Fidentiis (hold, range di valutazione 57-58 euro) l’eventuale deal sarebbe una grande notizia.

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