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Strategia Energetica Nazionale: 10 idee per il futuro

Pubblichiamo l’editoriale del prossimo numero della rivista “Management delle utilities” che intende aprire un dibattito sulla politica energetica nazionale focalizzando l’attenzione sui nodi centrali.

Strategia Energetica Nazionale: 10 idee per il futuro

Il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda ha annunciato di volere aggiornare la SEN – Strategia Energetica Nazionale (con un piano che noi abbiamo provvisoriamente denominato SEN 4.0) dopo 4 anni circa dalla approvazione dell’ultimo documento di politica energetica. Come rivista “Management delle Utilties” stiamo da qualche mese lavorando sul tema per dare in vario modo un contributo al dibattito, soprattutto nell’ambito dell’Osservatorio sulle Utilities (in partnership con Accenture).

Siamo interessati a ospitare sulla rivista qualificati contributi, per riportare i diversi punti di vista degli attori in campo e anche i legittimi interessi, che mirano a condizionare le scelte del legislatore e del regolatore. In questa sede vorremmo introdurre il dibattito enumerando le tematiche che ci sembrano di maggior rilievo. Ovviamente in termini estremamente sintetici poiché ciascuno dei punti toccati potrebbe essere esploso in centinaia di pagine. Noi crediamo altresì che la SEN 4.0 debba avere connotazioni un po’ diverse dei (pochi) piani storici: non più essenzialmente assunzione di crescita dei consumi e delle relative modalità di soddisfazione degli stessi, ma una visione più articolata con radici nella questione industriale.

La complessità della SEN 4.0 risiede nella fase di transizione che sta vivendo il settore a livello globale: è ben chiaro da dove veniamo e molto meno chiaro dove stiamo andando e dove vogliamo andare. Vari sono gli elementi di questa transizione che qui si ricordano brevemente:

1. Fabbisogni energetici. Nei Paesi a storica industrializzazione (come certamente l’Europa) la capacità produttiva è tendenzialmente in eccesso e la domanda è stagnante (anche per effetto dell’efficienza energetica). Opposta è la situazione in svariati Paesi emergenti ove l’offerta non riesce a seguire le dinamiche della domanda. Ma restando all’Italia molte le domande cui dare risposte: quali potrebbero essere gli effetti di una ripresa dell’economia? Il disaccoppiamento crescitaconsumi energetici sarebbe confermato? Quali gli impatti dell’efficienza energetica? E quelli della elettrificazione del sistema?

2. Mix energetico. Lo sviluppo delle rinnovabili, tumultuoso e non certo concluso a livello globale, e il forte calo del loro costo hanno cambiato i termini di riferimento in molti Paesi. I sistemi tradizionali basati sulle fossili sono stati messi in crisi e sono crollati anche i costi dei fuel (gas, carbone e petrolio), anche se è evidente che le fonti fossili saranno fondamentali nei prossimi almeno 20-30 anni. L’Europa spinge allo sviluppo delle rinnovabili, ma quale può essere per l’Italia il mix ideale tenendo conto dei vari temi come il costo, la sicurezza, l’indipendenza e l’ambiente?

3. Indipendenza energetica. In generale, molte nazioni puntano alla indipendenza energetica, mirando a sfruttare le risorse disponibili all’interno del Paese (se ve ne sono…). Questa logica è invero guidata dagli Stati Uniti che da tempo mirano a ridurre le importazioni di gas e petrolio; è probabile che questa strategia verrà confermata dal nuovo Presidente Trump (forse con un mix meno attento alle rinnovabili). L’Italia è stata storicamente molto dipendente dall’import e questo fenomeno si è un po’ ridotto con lo sviluppo delle rinnovabili. Bisogna proseguire su questa strada? Fino a che punto?

4. Nuovi modelli di Generazione-Consumo. Lo sviluppo di questi nuovi modelli è reso possibile dal crollo dei costi delle rinnovabili, dei sistemi di accumulo (in particolare le batterie, ma non solo) e dallo sviluppo delle Tlc. La figura dei prosumer sta diffondendosi così come gli approcci articolati di demand management hanno una crescente rilevanza anche nel determinare dimensioni e performance dei sistemi elettrici. Anche la diffusione dei sistemi di storage elettrico nelle varie parti del sistema (nel trasporto, nella distribuzione e anche nelle singole abitazioni) hanno significativi potenziali. Gli sviluppi su questi punti dipenderanno molto dalle scelte regolatorie che dovranno ottimizzare l’impatto complessivo sul sistema di una eventuale accelerazione dei nuovi modelli.

5. Regolazione e legislazione. In questa fase di transizione le norme europee e nazionali, nonché le scelte regolatorie fissate dalla autorità, sono centrali nel determinare i percorsi di sviluppo del sistema. In molti Paesi del mondo il tema ruota attorno alla gestione del rapporto conflittuale tra vecchio modello e nuovo modello. E pure in Italia la conflittualità sul tema è spesso latente e irrisolta.

6. Efficienza energetica. Oramai tutti sanno che l’efficienza energetica è il più importante “combustibile” oggi disponibile: ha costi relativamente più contenuti, non inquina, evita investimenti in nuova capacità. Talvolta emerge la contraddizione tra questo fatto e le reali politiche pubbliche di sostegno agli investimenti in materia. Anche l’Italia non è esente da questa sindrome, che va superata anche tenendo conto che esiste un mercato mondiale per l’efficienza energetica che può essere fortemente recettivo a soluzioni valide.

7. Le reti energetiche. Il ruolo delle reti si sta fortemente evolvendo sia nell’adeguarsi alle nuove modalità (e quantità) di generazione e consumo sia nello svolgere funzioni più ampie e articolate. Si pensi alla banda ultra larga o all’Internet of Things. Lungi dall’essere finite, le reti stanno avendo, e avranno, una nuova giovinezza basata su maggiore flessibilità e intelligenza con impatti che potranno essere anche significativi dal punto di vista economico e sociale. Ciò dipenderà anche dalle politiche di sostegno alla modernizzazione. Sempre sulle reti, ci si deve chiedere se e in che misura una maggiore integrazione tra TSO e DSO possa apportare benefici nel senso di un maggiore coordinamento tra loro; anche l’integrazione internazionale può essere rilevante in tal direzione.

8. Struttura del mercato. È evidente che la attuale struttura del mercato elettrico è stata pensata sulla base delle modalità storiche di generazione-consumo. E anche lo sforzo storico di attenuare gli impatti del processo di liberalizzazione ha condotto a situazioni come il servizio a maggior tutela o i (discutibili) corrispettivi per l’interrompibilità, che di fatto hanno distorto fortemente il mercato rispetto a una visione di piena e vera liberalizzazione. Vi è poi tutto il tema dei servizi ancillari o della remunerazione della “capacità” che richiedono una attenta riflessione. Più in generale, va impostato con determinazione il processo di integrazione delle rinnovabili nel sistema secondo modalità equilibrate, che abbiano anche a riferimento l’ottimizzazione dei costi di generazione. Ciò, senza creare situazioni di diseconomicità che potrebbero anche portare nel medio termine a squilibri strutturali del sistema.

9. Profili di economicità. È ad evidenza un tema delicato. È chiaro che il costo dell’energia incide significativamente sulla competitività delle economie e sui sistemi sociali, ma anche sugli equilibri economici delle imprese del comparto o, addirittura, sulla loro sopravvivenza, come abbiamo visto negli scorsi anni. C’è da chiedersi quanto la struttura del mercato, con tutte le distorsioni storiche e recenti, possa dare veramente dei segnali di prezzo significativi. Qualcuno avanza l’idea di ritornare a prezzi sostanzialmente fissati esogenamente sulla base di una serie di valutazioni di policy anche di medio lungo termine. Il rischio che varie pressioni spingano a un forte rimbalzo dei costi è del tutto possibile e va posta sotto controllo. In Germania, con l’avvento della cosiddetta Energy Wende, si è assistito a una serie di provvedimenti che, a detta degli operatori, hanno di molto innalzato il costo di generazione, di trasporto e di distribuzione dell’energia. Ciò va evitato, crediamo. Come vanno evitate, facili da dire e difficili da realizzare, proposte di finanziamenti multimiliardari per gestire il processo di transizione.

10. Struttura della SEN 4.0. Il tema è aperto. È preferibile un documento dettagliato o uno sintetico che riporti i punti-chiave rinviando a specifici provvedimenti l’implementazione vera e propria? Probabilmente è opportuno pensare a un documento conciso che espliciti obiettivi, vincoli e strategie di fondo, anche per lasciare la flessibilità necessaria ai singoli provvedimenti che devono adeguatamente considerare le dinamiche anche di breve termine.

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