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Stop sigaretta elettronica all’aperto e alle sale fumatori al chiuso: in arrivo la stretta sul fumo di Schillaci

A vent’anni dalla legge che vietò il fumo nei locali pubblici, il ministro della Salute vuole dare un ulteriore giro di vite. L’obiettivo? Una generazione “libera dal tabacco”

Stop sigaretta elettronica all’aperto e alle sale fumatori al chiuso: in arrivo la stretta sul fumo di Schillaci

Cattive notizie per i fumatori: è in arrivo un’ulteriore stretta sulla sigaretta, anche quella elettronica. Ad annunciarlo è stato Orazio Schillaci, ministro della Salute in audizione in Commissione Affari sociali della Camera. A vent’anni dalla legge che vietò il fumo nei locali pubblici, la famosa legge Sirchia del 2003, il ministro della Salute ha tutta l’intenzione di dare un’ulteriore giro di vite al fumo per creare una “generazione libera dal tabacco”, ossia, come prescrive il Piano europeo contro il cancro 2021, una generazione dove meno del 5% della popolazione consumi tabacco entro il 2040.

Come? Estendendo il divieto di fumo in altri luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza ed eliminando la possibilità di attrezzare sale fumatori in locali chiusi. Ma le nuove misure, ha spiegato Schillaci, dovranno tenere conto “della costante crescente diffusione nel mercato di nuovi prodotti, come sigaretta elettronicha e prodotti del tabacco senza combustione, e delle sempre più numerose evidenze sui loro possibili effetti dannosi per la salute” non solo per i fumatori. Per questo tra le ipotesi si pensa di estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti contenenti nicotina, e con esso il divieto di pubblicità. “In quest’ottica, ha proseguito Schillaci, “è necessario e strategico” anche “il recepimento entro il 23 luglio 2023 della direttiva della Commissione Europea sull’eliminazione di alcune esenzioni che riguardano i prodotti del tabacco riscaldato”, per “consentirne l’entrata in vigore dal 23 ottobre 2023”.

La sigaretta elettronica in controtendenza: vent’anni di battaglia non ha disincentivato i fumatori

Inizialmente accolta da polemiche, la legge che ha introdotto il divieto di fumo nei luoghi pubblici in Italia dopo la sua entrata in vigore trovò un inaspettato successo nella popolazione. In 10 anni, come certificato da Istat, portò alla riduzione dei ricoveri per infarto del 5% ogni anno e alla diminuzione del 25% delle vendite dei prodotti del tabacco. Nel 2015 è stato poi emanato il decreto legislativo che recepiva la direttiva europea 2014/40: nel pacchetto dell’allora ministra Beatrice Lorenzin vi erano l’obbligo di foto dei danni da fumo sui pacchetti, unito al numero verde per aiutare a smettere, il divieto di additivi che rendono più attrattivo il tabacco e l’eliminazione dei pacchetti da 10.

Dopo anni di battaglie contro il fumo, sono arrivati nuovi prodotti, come la sigaretta elettronica e i prodotti del tabacco senza combustione, che hanno rimesso in discussione tutto. Secondo i dati dell’Iss nel 2022 ancora quasi un italiano su 4 (il 24% della popolazione) era un fumatore di sigarette o tabacco sfuso. Il trend è in ripresa dopo anni di calo. L’aumento è costante, invece, per le persone – in genere giovanissime – che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3% nel 2022, rispetto all’1,1% del 2019. E inoltre, oltre il 65% degli utilizzatori di e-cig e sigarette a tabacco riscaldato si sentono liberi di usare questi prodotti sui mezzi di trasporto pubblici e nei locali.

Attraverso l’Indagine Aspetti della vita quotidiana, l’Istat ha rilevato che nel 2021 il 2,8% delle persone maggiori di 14 anni (circa 1 milione e mezzo) ha dichiarato di utilizzare la sigaretta elettronica, soprattutto nella fascia tra i 18 e i 34 anni (5,2%). La sigaretta elettronica è utilizzata soprattutto tra i maschi di 25-34 anni (6,2%). L’uso decresce progressivamente al crescere dell’età, quasi scomparendo tra gli over 65. Una nota dell’Istituto Superiore di Sanità pone l’accento sui consumi degli adolescenti italiani, riportati dalla Global Youth Tobacco Survey. Mostrano un incremento dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni che fuma abitualmente sigarette e che utilizza abitualmente sigarette elettroniche. E dunque aumenta il numero di adolescenti che viene a contatto con la nicotina.

Dove è vietato fumare?

Sperimentazioni locali per limitare ancora le possibilità di fumare sono state attuate anche nel nostro Paese. A Milano dal 19 gennaio 2021 è vietato fumare, oltre che nei luoghi chiusi, anche all’aria aperta se ci sono altre persone nel raggio di 10 metri. Mentre, la regione Puglia ha deciso di seguire l’esempio virtuoso dei catalani: sulle spiagge di Barcellona non si può più fumare dall’estate scorsa. Il divieto di fumo in spiaggia nella regione italiana sarà tuttavia attivo a partire dal 2023. Ci sono però diversi Comuni italiani che hanno imposto il divieto di fumare in spiaggia: Chioggia in Veneto; Alba Adriatica in Abruzzo; Cesenatico, Ravenna e Rimini in Emilia Romagna; Anzio, Fiumicino, Gaeta, Ladispoli, Ponza, Sperlonga e Torvaianica nel Lazio; Arenzano, Lerici, Sanremo e Savona in Liguria.

Invece in Europa, la Svezia è il Paese che ha reso più difficile la vita ai fumatori, con il divieto a partite dal 1° luglio 2019 di fumare in alcune zone all’aperto, tra cui parchi giochi e ristoranti all’aperto. L’obiettivo è arrivare a zero fumo entro il 2025.

Fuori, a sorpresa, il Messico ha posto moltissimi limiti ai fumatori. Non c’è solo il divieto di fumare in un ristorante o in un ufficio, è vietato in qualsiasi spazio pubblico: nei parchi, in spiaggia, al lago. E non finisce qui: le sigarette sono anche “demonizzate”. È stato posto il divieto totale di pubblicità, promozione e sponsorizzazione dei prodotti del tabacco, che non potranno nemmeno essere esposti all’interno dei negozi. Anche i vaporizzatori e le sigarette elettroniche sono soggetti a queste nuove restrizioni.

Mentre tra le più “severe” contro i fumatori è la Nuova Zelanda, che ha trasformato il divieto di fumare in legge diventando così la prima nazione al mondo ad approvare un provvedimento che proibisce la vendita di sigarette ai giovani, ovvero a chiunque sia nato dal primo gennaio 2009 in poi. L’obiettivo è rendere la Nuova Zelanda completamente libera dal fumo entro il 2025. Il provvedimento è accompagnato anche da altre misure: come la vendita soltanto in appositi punti ben specifici e e una tassazione in aumento che ha portato i prezzi delle sigarette alle stelle. Tuttavia, la nuova legge non riduce invece la vendita della sigaretta elettronica, il cui uso è in aumento e probabilmente aumenterà ancora e con essa il numero dei fumatori.

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