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Stellantis, Fim Cisl: “Produzione -14% nel semestre per carenza semiconduttori, che peserà anche nel 2023”

Per l’intero 2022 è attesa una produzione inferiore di 200mila unità rispetto al 2021 – Soffrono gli stabilimenti di Melfi e di Sevel – Uliano: “Lavoratori pesantemente colpiti”

Stellantis, Fim Cisl: “Produzione -14% nel semestre per carenza semiconduttori, che peserà anche nel 2023”

Nel primo semestre del 2022, la produzione di Stellantis in Italia è calata del 13,7% su base annua a causa della carenza di semiconduttori e di altri componenti, un problema che peserà anche sull’attività del resto dell’anno e del 2023. È quanto sostiene il sindacato dei metalmeccanici Fim-Cisl in un’analisi presentata lunedì a Torino dal segretario nazionale Ferdinando Uliano.

Il calo riguarda i veicoli commerciali costruiti a Melfi e a Sevel

Nel dettaglio, dal rapporto emerge che, fra gennaio e giugno 2022, Stellantis ha prodotto in Italia 351.890 veicoli tra automobili e furgoni commerciali, contro le 407.666 costruiti nello stesso periodo dell’anno scorso. La produzione di vetture è aumentata del 2,1%, a 248.990 unità, mentre quella dei veicoli commerciali è scesa del 37,2%, a 102.900 unità.

I due impianti che hanno sofferto di più in Italia sono stati quello di Melfi (che ha registrato un calo della produzione del 17%) e quello Sevel per i veicoli commerciali (-37,2%). Le altre fabbriche, invece, hanno fatto segnare numeri in crescita, grazie soprattutto alla produzione di Fiat 550, Maserati Grecale e Alfa Romeo Tonale.

Stellantis produzione: le attese per il futuro

Sulla base di questi dati, la Fim-Cisl stima per la fine del 2022 una produzione inferiore di 200mila unità rispetto al 2021, sotto la soglia di 650mila. Rispetto al pre-Covid (2019), la produzione complessiva è in calo del 22,8%, con le auto in flessione del 18,8% e i veicoli commerciali giù del 31%.

La carenza di semiconduttori – spiega Uliano – ha iniziato a riscontrarsi in termini di blocchi produttivi già nei primi sei mesi del 2021 ma si è aggravata pesantemente nella seconda parte del 2021 e continua in maniera molto significativa anche nel primo semestre 2022. Una situazione che condizionerà anche l’anno 2023”.

“Un problema di ordine geopolitico”

Secondo la Fim-Cisl, il tema delle forniture delle materie prime, dei semiconduttori e dell’avvicinamento della catena del lavoro “è un problema di ordine geopolitico che il governo del nostro Paese deve affrontare in maniera strategica anche in ambito Europeo – continua il segretario – Lo scoppio della guerra in Ucraina, lo stop alle forniture del gas russo, la ridefinizione dei flussi nei diversi mercati anche per le scelte che altri paesi potranno attuare, a partire dalla Cina, possono solo peggiorare ulteriormente il problema del reperimento”.

Per il sindacato, le preoccupazioni “riguardano i lavoratori, che sono pesantemente colpiti sul piano del reddito e dell’occupazione da questa situazione, oltre alle ripercussioni negative che si stanno determinando a cascata in tutto il settore. Nell’automotive non si era mai determinata una situazione di questa portata: le case automobilistiche non riescono materialmente a soddisfare gli ordini già acquisiti. Anche il ritardo di quasi quattro mesi del provvedimento degli incentivi sulla mobilità sostenibile ha certamente influito sulla domanda dei consumatori e di conseguenza anche sui volumi”, conclude Uliano.

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