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Start up, in Italia non è una vita facile

FOCUS BNL – Il canale bancario non è il più adatto a finanziare le nuove imprese – In crescita è invece il finanziamento attraverso il Fondo di Garanzia per le Pmi: quasi 2 mila operazioni effettuate a fine settembre 2016 – Il venture capital è poco sviluppato e il crowdfunding rimane in uno stato embrionale

Il finanziamento di una start up è operazione complessa e difficilmente adattabile ai criteri prevalenti nel circuito bancario. L’afflusso di risorse finanziarie a questo segmento di imprese deve quindi seguire altri canali che possono essere distinti tra procedure pubbliche e meccanismi di mercato. Tra le prime, ad esempio quelle attivate dal Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese (FGPMI); tra i secondi il venture capital e il crowdfunding.

Con l’emanazione del “Decreto Crescita 2.0”, che prevede specifiche agevolazioni per le start up innovative, si registra una rilevante accelerazione nel processo di supporto alla nascita e allo sviluppo di nuove imprese ad alto valore tecnologico. A fine settembre 2016 le start up innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese erano 6.363, in aumento di 1.220 unità rispetto ad inizio anno.

Secondo dati del Ministero dello Sviluppo Economico, al 30 settembre 2016 erano 1.987 i finanziamenti concessi a start up innovative mediante intervento del FGPMI e 1.239 quelle che hanno ricevuto tali finanziamenti, per un importo totale finanziato di 490 milioni.

I fondi di venture capital rappresentano una valida ipotesi per il finanziamento di piccole imprese nelle fasi di avvio e sviluppo della loro attività. Nel confronto con gli altri principali paesi europei, il mercato italiano del venture capital appare però ancora poco sviluppato.

Nel periodo 2012-2015, in Italia sono stati investiti in operazioni di venture capital circa 220 milioni di euro (233 imprese finanziate), contro i 480 della Spagna, i 2,5 miliardi della Francia, i 2,8 della Germania e i 2,9 del Regno Unito.

Tra i meccanismi di mercato volti a supportare l’avvio di nuove imprese particolare attenzione merita il crowdfunding. Si tratta di una raccolta di finanziamenti al di fuori dei circuiti finanziari, realizzata per mezzo di piattaforme informatiche.

Mentre in Italia il fenomeno è ancora in fase embrionale, il mercato europeo on-line della finanza alternativa, definizione che include l’equity crowdfunding e il lending peer-to-peer, ha raggiunto nel 2015 i 5,4 miliardi di euro.


Allegati: Focus Bnl: testo integrale in Pdf

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