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Stampa 3D, le opportunità per le piccole e medie imprese

Le stampanti 3D ormai permettono di creare rapidamente prodotti in plastica, resina e metallo a partire da un disegno tecnico – Con l’arrivo dei macchinari low cost, le piccole aziende possono realizzare prototipi, evitando di commissionarli – E con il sistema degli impianti automatici, tutti possono spedire un disegno Cad a un centro specializzato

Stampa 3D, le opportunità per le piccole e medie imprese

C’è un sottile filo rosso che collega cover per smartphone, pezzi di ricambi per aerei e dentiere. La stampante 3D. Il nuovo sistema che permette di produrre pezzi in plastica, sulla base di disegni tecnici, proprio come se si stampasse un foglio, è talmente versatile da attraversare ogni settore. Le applicazioni pratiche della tecnologia sono tante e a volte riservano sorprese.

Nata circa 30 anni fa, la “fabbricazione additiva” (così chiamata perché permetteva di impilare pezzi di materiale) conosce ora il successo sotto il nuovo – e seducente – nome di “stampa 3D”. Secondo i numeri di Wohlers Associates, ripresi dal quotidiano francese Les Echos, il mercato mondiale di prodotti e servizi è duplicato in 5 anni, passando da 1,1 miliardi di dollari nel 2007 a 2,2 l’anno scorso. Alla fine del decennio, si stima che il giro d’affari arriverà a 10 miliardi di dollari.

La vertiginosa crescita (più del 20% l’anno) è supportata da due fenomeni: da una parte il calo dei prezzi delle stampanti adatte alle piccole strutture (ormai costano meno di 5 mila euro), dall’altra le innovazioni delle stampanti professionali, capaci di produrre oggetti in serie con una grande varietà di materiali (plastica, resina, metallo ecc…). In quest’ultimo caso, però, il prezzo sale. Fino a dozzine, talvolta centinaia di migliaia di euro.

Quel che è certo, è che la stampa 3D non è più appannaggio solo dei grandi gruppi industriali. “Quando c’è bisogno di creare un prodotto, ormai basta una stampante 3D”, assicura Eric Bredin, direttore marketing del gruppo americano Stratasys, leader mondiale del mercato.

Le piccole e medie imprese hanno cominciato ad approfittare dell’arrivo delle prime stampanti low cost. C’è l’americana MakerBot, che costa circa 2 mila euro. Ma alcuni concorrenti scendono a meno di mille. A questi prezzi, non è possibile creare un prodotto commercializzabile. Ma c’è la possibilità di creare, rapidamente, un prototipo, senza dover passare da intermediari.

“L’80% dei nostri clienti sono imprese, il restante 20% viene da mondo della formazione”, spiega a Les Echos Bertier Luyt, fondatore della start up Le FabShop, uno dei due distributori di MakerBot in Francia. Le FabShop, quest’anno, piazzerà 500 stampanti. E tra i compratori ci sono anche microaziende di due o tre persone.

Ma le piccole imprese possono anche andare oltre i prototipi. Sta infatti nascendo un nuovo modello di produzione che fa uso di stampanti professionali, quelle più costose: impianti automatici ai quali le aziende possono inviare direttamente i file Cad – i disegni tecnici – e ottenere piccole serie o prodotti personalizzati.

RedEye, filiale di Stratasys, ha già aperto in Minnesona un impianto automatico con più di 100 stampanti che lavorano giorno e notte. E da questa singolare catena di montaggio che è uscita la Urbee2, la prima auto la cui carrozzeria è stata interamente creata con il sistema 3D.

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