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Spread oltre quota 200 e banche ko: Borsa in rosso

Altra giornata di passione per i mercati finanziari a causa delle incognite politiche italiane – Lo spread sfonda quota 200 e anche i Btp soffrono – Il crollo dei titoli bancari trascina al ribasso Piazza Affari – In controtendenza Fca e Leonardo

Spread oltre quota 200 e banche ko: Borsa in rosso

La tenuta dell’indice tedesco Ifo, che misura la fiducia delle imprese ha portato ossigeno alle Borse europee, compresa Piazza Affari, che ha annullato buona parte delle perdite. Meglio gli altri mercati, a partire da Francoforte (+1%) e Parigi (+0,54%). In salita anche Madrid (+0,2%). In forte calo Londra, sotto di un punto percentuale.

Sale ancora la febbre dello spread, che fin dalle prime battute ha superato la soglia dei 200 punti, in attesa che il presidente de Consiglio incaricato Giuseppe Conte presenti la lista dei ministri del nuovo esecutivo. Il rendimento dei Btp decennali è salito al 2,48%. La pressione ha investito anche la parte più breve della curva dei tassi dei governativi italiani: il tasso del Btp 2 anni è salito allo 0,28%, il massimo da luglio 2015, dallo 0,21% di ieri. Il D Day per il Btp sarà è venerdì prossimo, quando il Tesoro metterà in asta titoli a dieci anni.

La crisi è particolarmente grave sui titoli a breve. Il tasso del Btp 2 anni è salito a 0,33%, massimo da luglio 2015, da 0,21% del finale di seduta di ieri. Il rendimento del benchmark a 2 anni continua a salire dal 7 maggio, quando viaggiava a -0,28%. Lo spread di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a due anni si è spinto fino a 99 punti base.

Al contrario, godono di miglior salute i titoli del resto dell’Eurozona: ll differenziale tra Bonos spagnoli e Btp decennali raggiunge il livello più alto dal 2012 a 105 punti base nonostante una situazione politica tutt’altro che serena: il premier Mariano Rajoy è a rischio per lo scandalo tangenti che ha coinvolto il Partito Popolare, continua la frattura con la Catalogna.

Acquisti sul Bund tedesco, porto sicuro nei frangenti più delicati: Il rendimento scende sui minimi da gennaio a 0,46% per effetto del rallentamento della crescita tedesca e per effetto degli acquisti difensivi a protezione delle turbolenze sull’euro.

Anche il costo per assicurarsi dal default del debito italiano a cinque anni è salito ai massimi da circa 12 mesi. Secondo dati Markit, i credit default swap a cinque anni sul debito italiano sono saliti fino a 166 punti base, il massimo da circa un anno, da 158 punti base della chiusura di ieri. Ciò significa che occorrono 166.000 euro per assicurare 10 milioni di euro di debito italiano da un default a cinque anni.

Il Brent accelera in ribasso dell’1% a 78 dollari, ieri ha perso l’1,3%. Stamattina il ministro del petrolio dell’Arabia Saudita ha confermato che l’Opec ed i suoi alleati intendono rivedere le restrizioni sulla produzione in vigore da 18 mesi. Ieri pomeriggio, qualcosa di non tanto diverso aveva detto il ministro dell’Energia della Russia, Alexander Novak, a Pietroburgo, dove è in corso una conferenza sull’energia. I vertici di Lukoil e di Gazprom premono affinché si produca più petrolio. Il meeting Opec è fissato per il 22 giugno. Eni -0,9%, Saipem -1,4%. Snam perde l’1,4%.

Sul fronte delle valute continua la crisi della Lira turca: cross a 4,77%.

A Piazza Affari perdono colpi i bancari anche se in ripresa rispetto ai minimi. L’indice bancario italiano cede l’1,81% a fronte dello stoxx settoriale europeo sostanzialmente invariato. Unicredit cede l’1,66%, Intesa -1,54%. Mps perde il 4%, Banco Bpm -3,2%.

Secondo quanto scrive Equita “l’applicazione della flat tax avrebbe un effetto negativo sulle banche perché porterebbe ad una riduzione del recupero fiscale legato alle DTA, con conseguente impatto in termini di capitale… La riduzione dell’aliquota fiscale porterebbe quindi alcune banche ad andare sotto pressione in termini di Cet1, che in alcuni casi scenderebbe sotto la soglia dell’11,5%”.

Rimbalza Fca (+1,3%). Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 25 euro da 24 euro precedente. Exor +1,4%. La controllata Partner Re, una compagnia riassicurativa che vale il 30% del NAV della società finanziaria controllata dalla famiglia Agnelli, ha presentato i dati del trimestre: combined ratio a 94,7%, in miglioramento da 96,4% di un anno fa. Introiti da investimenti a 102 milioni di euro, in lieve rialzo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Sale anche Autogrill (+2,55%) dopo che ieri i vertici hanno aperto a possibili partnership sul mercato domestico. Hsbc ha avviato la copertura con l’indicazione di “buy” e un prezzo obiettivo di 13,7 euro.

Strappa Leonardo in salita del 2,9% sull’attesa dell’assegnazione di un contratto con il governo canadese per il rinnovo della flotta di elicotteri che viene valutata superiore al miliardo di euro.

Fra i minori nuovo balzo di Pininfarina in salita del 2,7%.

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