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Spread e Borsa: l’incognita della politica, banche in trincea

L’incertezza della crisi politica italiana proietta i suoi effetti sui mercati e costringe le banche a giocare in difesa – Sale l’oro, scende il petrolio – Giornata storica per Aramco

Spread e Borsa: l’incognita della politica, banche in trincea

In attesa di decifrare i prossimi capitoli della crisi italiana e le prospettive sempre più drammatiche della Brexit senza accordo, i mercati finanziari affrontano una settimana che prometteva di essere tranquilla alla luce del Ferragosto e di altre festività (oggi sono chiuse le piazze di Tokyo, Singapore, Malesia e Filippine) ma minaccia di esser calda, se non torrida.

Al di là dei focolai di crisi europei, ad alimentare il pessimismo ci pensa stamane Goldman Sachs: non ci sarà accordo tra Usa e Cina prima del voto a fine 2020, ribadisce Ian Hatzius, il capo economista della Banca. Lo stallo impatterà in maniera sensibile sull’economia Usa con il risultato di ridurre la crescita all’1,8% dal 2% già stimato. Il Wall Street Journal dedica un ungo servizio a quella che, fino a poche settimane fa, sarebbe apparsa un’eresia: il possibile calo dei T Bond (oggi 1,74%) sottozero.

Non ispira fiducia nemmeno l’apertura del Financial Times: le banche d’affari, segnala un’inchiesta, stanno tagliando 30mila posti di lavoro a fronte del calo dei profitti.

Nonostante i segnali negativi, però, i listini asiatici hanno aperto stamane in cauto rialzo.

Guadagna un punto percentuale l’indice Csi di Shanghai e Shenzhen. La spinta arriva dai margini più leggeri richiesti per gli acquisti sui listini. Su anche Taiwan (+0,2%), il Kospi coreano (+0,4%). S&P ASX 200 di Sidney -0,2%.

CATHAI (-5,3%) LICENZIA I PILOTI CHE PROTESTANO

In parità Hong Kong, dove spicca il tonfo di Cathai Pacific (-5,3%): la società, dietro pressione di Pechino, ha licenziato tre dipendenti colpevoli di essersi schierato con le manifestazioni che investono l’ex colonia britannica.

Poco mosse le valute. Il cambio dollaro yuan tratta a 7,06. Si apprezza lo yen, moneta rifugio dell’Asia, a 105,5.

L’oro tratta poco sotto 1.500 dollari l’oncia, consolidando i guadagni della scorsa settimana (+3,8%).

Petrolio Brent in ribasso dello 0,2%, a 58,4 dollari il barile: nonostante il recupero di giovedì e venerdì, il greggio del Mare del Nord ha chiuso la settimana con un forte calo (-5%).

EURO STABILE, STERLINA SOTTO TIRO

Nonostante le tensioni nel Vecchio Continente, l’euro si mantiene stabile attorno a quota 1,20 sul dollaro. Stamattina è a 1,121, in rialzo dello 0,1% su dollaro.

Ancora sotto tiro la sterlina, trattata ad un minimo di 1,2015 su dollaro, ai livelli toccati ad inizio 2017.

I BTP PARTONO DA 1,82% CONTRO LO 0,26% DEI BONOS SPAGNOLI

L’attenzione degli operatori è però concentrata sull’Italia. Si profila una nuova giornata rovente per Piazza Affari, in attesa degli sviluppi della crisi politica che è destinata a pesare su tutti i mercati finanziari, specie quelli dell’Eurozona. Dopo la batosta di venerdì (Borsa -2,5%, spread a 241, su di 43 punti in due sole sedute) gli operatori aspettano, senza troppe illusioni, che la giornata possa fornire qualche indicazione sulle modalità ed i tempi della crisi che potrebbe (ma è tutt’altro che scontato) condurre al voto anticipato: la prima mossa tocca alla presidente del Senato, che ha convocato i capigruppo per decidere la data in cui l’aula di Palazzo Madama sarà chiamata ad ascoltare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e a votare la mozione di sfiducia presentata dalla Lega a favore di un voto subito, così come Silvio Berlusconi (ma non tutta Forza Italia), Fratelli d’Italia e Nicola Zingaretti (ma non Matteo Renzi). Grillo ha dato la linea al Movimento Cinque Stelle. Ma decisivo sarà il ruolo del Presidente Sergio Mattarella.

FITCH LASCIA INVARIATO IL RATING, OUTLOOK NEGATIVO

Nell’attesa, Piazza Affari dovrà affrontare un’altra giornata ad alta tensione. In trincea i Btp, venerdì saliti ad un rendimento dell’1,82% in controtendenza rispetto a tutta l’Eurozona: dal Bund, scivolato a -0,58% vicino al record negativo, all’Oat francese (-0,26%), ai Bond del Portogallo (0,29%) e ai Bonos spagnoli (0,26%), nonostante le difficoltà a costituire un governo e a superare l’esercizio provvisorio. Ma a Madrid nessuno mette in dubbio il rispetto dei vincoli comunitari.

In questa cornice il Tesoro, che nel 2019 ha già raccolto 284 miliardi di euro, dovrà raccoglierne entro l’anno altri 125.

L’agenzia di Rating Fitch non ha peggiorato la situazione, mantenendo venerdì sera invariato il voto sull’affidabilità del nostro debito (BBB), ma ha confermato tutti i dubbi sulla situazione economica (+0,1% il Pil 2019, +0,5% nel 2020), mettendo in guardia contro l’adozione della Flat Tax che peggiorerebbe il deficit dello 0,7% del Pil.

BANCHE SOTTO TIRO, BRILLA SOLO ATLANTIA

Non meno tesa l’apertura del mercato azionario; venerdì a pagare il prezzo più alto sono stati i titoli bancaria partire da Banco Bpm (-8%), Ubi (-7,9%) e Bper (-6,6%).

Da seguire, per motivi opposti, Atlantia (+2,9%). La crisi ha fatto saltare il Consiglio dei ministri che, secondo i Cinque Stelle, avrebbe dovuto approvare la revoca della concessione su Autostrade.

IN ARRIVO IL PIL DELLA GERMANIA: PREVISTO -0,1%

Oltre al caso Italia, l’attenzione del mercato si concentrerà sulla congiuntura tedesca. Domani sarà pubblicato l’indice sulla fiducia, lo Zew. Ma l’appuntamento principale è la pubblicazione, mercoledì, dei dati sul Pil del secondo trimestre della Repubblica Federale. Sempre mercoledì Bruxelles annuncerà anche il dato della crescita dell’Eurozona.

 La previsione è che la Germania sia scivolata in terreno negativo (-0,1%), così come è già successo al Regno Unito (-0,2%). Un nuovo segnale per un robusto intervento della Bce a fine estate, l’ultimo della stagione di Mario Draghi.

Al di fuori dell’Europa tiene sempre banco il confronto a distanza tra Usa e Cina sui dazi. E continua la raffica di improperi che il presidente Trump riserva ai vertici della Federal Reserve “Powell – ha detto – deve tagliare il costo del denaro di almeno un punto entro la fine dell’anno”.

I CONTI DI ALIBABA, GIORNTA STORICA PER ARAMCO

A Wall Street l’attenzione sarà rivolta ai conti di Wal-Mart e della cinese Alibaba.

Ma batte alle porte una novità storica: stamane si terrà la prima conference call di Aramco, il colosso del petrolio dell’Arabia Saudita, l’occasione per avere numeri ufficiali su profitti ed investimenti del gigante dell’energia nonché il primo passo sulla via dell’Ipo del secolo che, secondo quanto anticipato dal ministro del petrolio Khaid Al Falih , è prevista per il 2020 (o per il 2021). Aramco ha già collocato nei mesi scorsi obbligazioni per 100 miliardi di dollari.

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