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Spagna, Rajoy e la paura di chiedere aiuto

Oggi il premier Rajoy ha lasciato intendere che la richiesta di aiuti, se ci sarà, non arriverà prima della fine dell’anno – Il problema principale è capire se l’intervento della Bce sarebbe davvero in grado di abbattere i rendimenti sui titoli di Stato e soprattutto a quali condizioni – Ma sulle previsioni economiche il Governo è molto più ottimista dell’Ue

Spagna, Rajoy e la paura di chiedere aiuto

Madrid continua a far di conto, ma le incertezze rimangono. Prima di chiedere il soccorso della Bce, la Spagna vuole essere sicura che gli acquisti di titoli di Stato da parte di Francoforte siano realmente in grado di abbattere i rendimenti. E soprattutto è necessario che, in cambio dell’intervento, l’Eurotower non pretenda nuove misure d’austerità. La richiesta di aiuti quindi, se ci sarà, non arriverà prima della fine dell’anno. E’ questo il messaggio emerso oggi da un’intervista del primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, intervenuto nel corso di una trasmissione radiofonica.

“Abbiamo coperto la quasi totalità delle emissioni di obbligazioni previste quest’anno – ha sottolineato Rajoy -. Se il Paese sarà costretto a finanziarsi a interessi elevati per un periodo molto prolungato, allora dovremo fare ricorso agli aiuti, ma è importante sapere quale sarebbe l’iniziativa concreta della Bce”.

Il Premier ha poi spiegato che uno spread più ragionevole tra i tassi d’interesse spagnoli e tedeschi sarebbe intorno ai 200 punti base. Oggi invece viaggia intorno a quota 430, con rendimenti sui Bonos decennali al 4,7%

Quanto a un possibile aumento delle imposte, Rajoy ha assicurato che l’Esecutivo non ha ancora preso alcuna decisione in merito. Anzi, il Premier “spera” addirittura di poter abbassare la pressione fiscale a partire dal 2014.

Queste valutazioni sono però formulate sulla base di previsioni economiche che si discostano molto da quelle dell’Unione Europea. Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo El Pais, Bruxelles è molto più pessimista del Governo di Madrid: stando a una bozza della Commissione Ue, il Pil spagnolo nel 2013 segnerà una contrazione dell’1,5%, contro il +0,5% atteso da Madrid, mentre nel 2014 crescerà solo dello 0,5%, non dell’1,2% previsto dal Governo. Per l’anno in corso, l’Unione prevede una contrazione dell1,6%. Le previsioni dell’Esecutivo si fermano invece al -1,5%.  

Numeri discordanti anche per quanto riguarda il rapporto deficit/Pil. Secondo i calcoli dell’Ue, il dato si attesterà all’8% nel 2012, al 6% nel 2013 e al 5,8% nel 2014. Ma gli obiettivi della Moncloa sono rispettivamente 7,3%, 4,5% e 2,8%. 

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