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Sindacati e referendum: la mappa dei SI e dei NO

Nella Cgil sembra prevalere l’orientamento per il NO mentre nella Cisl crescono i SI ma la Furlan non ha ancora rotto gli indugi- Spaccati anche i metalmeccanici: Landini da una parte e Bentivogli dall’altra – Nettamente a favore della riforma i pensionati della Cgil della Lombardia – Fluida la situazione in casa Uil

Sindacati e referendum: la mappa dei SI e dei NO

Riforma o conservazione: nemmeno sul referendum costituzionale di ottobre i sindacati riescono a trovare una linea unitaria.

La Cgil di Susanna Camusso, pur non dando ufficialmente un’indicazione di voto ha bocciato la riforma Boschi in un documento votato nel corso dell’ultimo direttivo. Da indiscrezioni dell’ultima ora parrebbe che quest’ultima posizione si sia “ammorbidita” a seguito del recente incontro d’apertura del Governo sulle pensioni, anche se la stessa Camusso è tra due fuochi e si barcamena tra opposte tendenze: non può appoggiare apertamente il SI’ perché farebbe il gioco dei massimalisti alla Landini ma, al di là della sua antipatia pregiudiziale per Renzi, non può nemmeno schierarsi apertamente per il NO perchè la ‘porterebbe ad appaiarsi a Silvio Berlusconi e a tutta la destra (che sarebbe davvero un unicum per il sindacato) ma anche perchè vorrebbe dire andare contro le indicazioni di un padre della sinistra molto rispettato a corso d’Italia come Giorgio Napolitano. Ma in casa Cgil nulla è ancora da escludere e una netta posizione a favore del SI’ è stata assunta dalla Cgil pensionati della Lombardia.

Divisi sono anche i metalmeccanici. Mentre la Fiom-Cgil, per bocca del suo leader della Fiom Maurizio Landini, si è esplicitamente pronunciata per il NO attraverso varie interviste e, a differenza della Cgil che è finora rimasta più prudente, ha aderito insieme ad altre organizzazioni che vanno dall’Anpi, Libertà e Giustizia, Arci ecc. ai comitati per il NO, di opposto orientamento è la Fim-Cisl di Marco Bentivogli che è orientata per il SI’.

Ma gli occhi sono puntati soprattutto sulla Cisl che non ha ancora preso una posizione ufficiale a livello nazionale, anche se la linea prevalente sembra inclinare per il SI’ dopo che suoi segretari confederali si sono espressi in maniera favorevole alla riforma, come ha fatto Gigi Petteni in una lunga intervista all’Eco di Bergamo. La Fim, nel corso dell’ultimo esecutivo nazionale del 23 maggio, ha a sua volta approvato un documento conclusivo che esprime un giudizio complessivamente favorevole sulle proposte di riforma: al tempo stesso ha però ribadito e sottolineato il valore dell’autonomia da qualsiasi Governo, invitando tutti i soggetti sociali a riorientare il confronto sul merito evitando il rischio di un dibattito pro o contro il Governo.  Orientata per il SI’ sembra anche la Cisl del Veneto.

Più “articolata” la situazione nella Uil: in questi giorni la confederazione di via Lucullo sta preparando schede informative per gli iscritti, ma come spiega il segretario confederale Guglielmo Loy, «ci sono alcune parti che appoggiamo come l’accelerazione all’iter legislativo” mentre “non ci piace lo scarso equilibrio tra i poteri. Siccome siamo plurali potremmo dare libertà di scelta». Si vedrà.

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