La tassazione del tabacco è da sempre un rompicapo per le istituzioni legislative, tra necessità di tutelare le filiere produttive e – soprattutto – la salute dei consumatori, ma anche di far tornare i conti allo Stato. E così la Commissione europea starebbe preparando una riforma senza precedenti per le sigarette, comprese quelle elettroniche e pure per le bustine di nicotina con l’obiettivo, inedito, di finanziare direttamente il bilancio dell’Unione.
Fino ad oggi infatti le imposte sul tabacco fanno capo solo ai singoli Stati, ma secondo una serie di documenti riservati anticipati da Euractiv, l’Ue vuole cambiare le carte in tavola e questo, oltre a importanti perdite per gli erari dei Paesi membri (stimati -15 miliardi di euro), potrebbe determinare aumenti record dei prezzi al consumo, con accise che aumenterebbero da +139% per le sigarette a +1.090% per i sigari. Al momento, interpellato da Adnkronos, il portavoce della Commissione europea che segue il dossier fiscale ha risposto di ”non avere commenti né ulteriori informazioni da condividere in questo momento”.
Sigarette: proposta e previsioni di aumento dei prezzi
Il cuore della proposta si trova in una riga di un rapporto del governo tedesco che cita espressamente la possibilità di ”sviluppare nuove fonti di risorse proprie”, con riferimento alle imposte sul tabacco. Il piano sarà dunque incluso in un pacchetto di 17 documenti che la Commissione presenterà dal 16 luglio nell’ambito dei negoziati per il prossimo Quadro finanziario pluriennale (Mff), che entrerà in vigore nel 2028. Tradotto in cifre, le bozze delineano aumenti drastici delle accise: +139% per le sigarette tradizionali, +258% per i tabacchi trinciati, +1.090% per i sigari, con forti rincari anche su tabacco riscaldato, e-cigarette e prodotti alternativi.
Secondo alcune stime, l’impatto medio sui prezzi al consumo sarebbe superiore al 20%, con un effetto sull’inflazione pari a circa mezzo punto percentuale. In Italia, un pacchetto di sigarette potrebbe costare oltre un euro in più. Se la Commissione difende la misura come uno strumento utile a ridurre i consumi per ragioni di salute pubblica, diversi esperti e governi contestano la strategia, sottolineando che esperienze precedenti – come quella francese – hanno mostrato un forte aumento del contrabbando in seguito a incrementi repentini dei prezzi. ”Il rischio è che si perda più gettito di quello che si incassa”, ha spiegato un funzionario europeo citato da Euractiv.
Meno gettito per gli Stati membri
Oltre al timore di un mercato parallelo che farebbe affari d’oro a discapito dei consumatori, il secondo fronte critico riguarda la sottrazione di gettito fiscale agli Stati membri. La prospettiva che tali risorse finiscano nel bilancio comunitario è considerata inaccettabile da diversi Paesi. La Svezia è stata tra i primi a protestare, definendo la proposta ”completamente inaccettabile”. La ministra delle Finanze, Elisabeth Svantesson, ha ribadito che ”il gettito deve restare ai singoli Paesi, non finire nelle mani della burocrazia europea”. Non è un caso se la reazione è così dura: in Svezia la diffusione dello snus, tabacco in bustina senza combustione, ha contribuito a ridurre dal 15% al 5% il tasso di fumatori e a portare la mortalità per malattie collegate al fumo a livelli inferiori del 54% rispetto alla media Ue.