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Sigarette e nicotina: ci sono prodotti a “rischio modificato”

La Food and Drug Administration ha stabilito che la dannosità della nicotina dipende anche dal modo in cui viene assunta: e i prodotti alternativi, come Iqos, sembrano essere meno nocivi.

Sigarette e nicotina: ci sono prodotti a “rischio modificato”

La nicotina fa male alla salute, ma dipende anche dal modo (e non solo dalla quantità) con cui viene assunta. Ci sarebbero infatti, e la comunità scientifica inizia a trovare evidenze di questa tesi, modi più o meno dannosi di assumere la sostanza contenuta nelle sigarette tradizionali, ripiene di tabacco. Anche se ancora non se ne conoscono le conseguenze a lungo termine, di alcuni prodotti è dunque possibile affermare che sono “a rischio modificato”. Questo è venuto fuori dall’intervento di apertura della conferenza annuale del Food and Drug Law Insitute (Fdli), tenuto in videoconferenza da Mitchell Zeller, Direttore del Center for Tobacco Products della Food and Drug Administration.

“L’Fda sta cercando di essere onesta nei suoi messaggi”, ha spiegato Zeller, la cui agenzia ha approvato la commercializzazione di Iqos, il sistema di Philip Morris che scalda il tabacco senza bruciarlo e dello Snus, il tabacco masticabile, come “prodotti a rischio modificato”. “Sappiamo – ha proseguito il direttore – che c’è un ‘continuum’ nel rischio, e che ci sono vie più o meno dannose di rilasciare la nicotina nel corpo”. Durante l’evento è emersa spesso l’esigenza di informare di più il pubblico sulle caratteristiche dei diversi dispositivi che rilasciano nicotina. “Noi sappiamo che non è la nicotina che uccide, ma c’è molta disinformazione – ha ad esempio osservato David Sweanor, della University of Ottawa -. Ci sono paesi che sono riusciti a cambiare il loro mercato, i consumatori sanno cambiare abitudine se hanno le giuste informazioni“.

Proprio su questo tema è di recente pubblicazione uno studio sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, che ha Sweanor fra gli autori. Analizzando i dati delle vendite di sigarette tradizionali e di dispositivi cosiddetti “heat not burn” (come appunto Iqos) in Giappone è emerso che le sigarette sono scese del 38% tra il 2011 e il 2019, ma con una accelerazione dopo il 2016, mentre quella di tabacco in generale è calata del 19%. “L’accelerazione – conclude lo studio – corrisponde all’introduzione in commercio e alla crescita delle vendite dei dispositivi che scaldano il tabacco”. L’ipotesi che le alternative possano aiutare ad abbandonare le sigarette tradizionali è stata accolta anche dalle autorità britanniche. Public Health England, ad esempio, ha inserito anche lo ‘shift’ dalle sigarette ai prodotti senza combustione tra i messaggi della campagna ‘Stoptober’, che ogni anno esorta a smettere almeno per un mese. 

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