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Sigarette: capitali svizzeri salvano la piemontese Yesmoke

L’azienda produrrà anche sigarette “green” made in Italy con tabacco biologico

Sigarette: capitali svizzeri salvano la piemontese Yesmoke

Swiss Merchant Corporation, boutique di corporate finance di Lugano guidata da Francesco Caputo Nassetti, si è aggiudicata, tramite la newco Tuxedo S.r.l., società creata ad hoc, l’asta fallimentare della Yesmoke S.p.a., acquisendo il ramo d’azienda per la produzione di sigarette nello stabilimento di Settimo Torinese (TO), che occupa 51 dipendenti ed ha una capacità di lavorazione di trenta container di sigarette al mese.

L’impianto industriale totalmente automatizzato si estende su una superficie di ottomila mq. e può lavorare su due linee di produzione parallele che utilizzano tecnologia avanzata e un sistema di controllo di qualità sulle materie prime durante la lavorazione e sul prodotto finito. Swiss Merchant Corporation intende sviluppare anche la produzione di sigarette “green” con tabacco biologico proveniente da coltivazioni ecosostenibili senza pesticidi, raccolto a mano e lavorato senza l’aggiunta di additivi, conservanti o altri trattamenti chimici.

L’azienda sarà dotata di un laboratorio di ricerca per produrre sigarette con carta priva di alta concentrazione di gomma e con filtri più naturali. Per rendere più efficiente l’impianto di Settimo Torinese saranno adottate soluzioni tecniche che consentiranno a Yesmoke di prevedere la domanda e di pianificare la produzione di sigarette per adattarla all’andamento del mercato nazionale ed estero, anche in funzione di partnership con aziende del settore operanti in Europa.

Il 98% delle sigarette acquistate in Italia è prodotto all’estero e gli unici due impianti funzionanti sono quello della Yesmoke a Settimo Torinese e la Manifattura Tabacco, nelle Marche, in amministrazione controllata. L’Italia è il primo produttore ed esportatore europeo di tabacco non lavorato e l’ottavo esportatore mondiale per quantità: la produzione italiana (principali varietà Virginia e Burley) estesa su una superficie variabile tra i 15 mila e i 18 mila ettari è poco più di 50 mila tonnellate l’anno provenienti da Veneto, Umbria e Campania. Il tabacco italiano è considerato tra i migliori al mondo e le sigarette “made in Italy” sono molto apprezzate nei paesi asiatici. I fumatori restano una delle categorie più numerose del pianeta: sono 1,3 miliardi nel mondo e, secondo l’ultima indagine Doxa, 11,7 milioni in Italia. I tre paesi con il maggior numero di fumatori maschi sono Cina con 254 milioni, India con 91 e Indonesia con 50. Le donne che fumano sono invece 17 milioni negli Usa e circa 14 milioni in Cina e India.

“A livello globale il mercato delle sigarette è il più performante dell’era moderna: ha  toccato un giro d’affari di 770 miliardi di dollari e regge bene il confronto con le nuove  forme di economia” – afferma Caputo Nassetti, a.d. di Swiss Merchant Corporation – “Il  Global Tobacco Index, che rappresenta l’andamento delle medie e  grandi imprese attive nel settore tabacco in 23 paesi sviluppati, è cresciuto infatti del 196,4% negli ultimi dieci anni,  più del doppio rispetto all’omologo indice del settore tech, il World Information Technology  Index che è aumentato “solo” del 94,4%”.

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