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Senato: fiducia ok, ma senza i voti del Pdl, maggioranza a rischio

Bagarre in Senato, dove la fiducia al maxiemendamento sul decreto sviluppo bis passa con appena 127 voti favorevoli – La maggior parte dei senatori Pdl abbandona l’Aula – Finocchiaro (Pd): “Il Governo non ha più la maggioranza. Credo che Monti dovrebbe recarsi al Quirinale” – Passera contro il ritorno di Berlusconi: “Non fa il bene dell’Italia”.

Senato: fiducia ok, ma senza i voti del Pdl, maggioranza a rischio

Le elezioni anticipate sono sempre più vicine. Questa mattina è andato in scena uno scontro durissimo fra il Pdl e il governo Monti, con il Pd che ha suggerito al Premier di rimettere il mandato. La scena madre si è consumata in Senato, che ha dato il via libera alla fiducia sul maxiemendamento al decreto sviluppo-bis con 127 sì, 17 no e 23 astensioni. Numeri che consentono alla maggioranza di tenere, ma che allo stesso tempo inviano un segnale politico chiarissimo. I votanti sono stati appena 167 su un totale di 315 senatori e questo significa che il numero legale è stato raggiunto con difficoltà. A remare contro l’Esecutivo sono stati proprio i senatori del Pdl, molti dei quali hanno abbandonato l’Aula per non partecipare al voto.

“Se il principale partito della strana maggioranza che sostiene Monti non vota la fiducia e lo fa in modo irresponsabile, in un momento delicatissimo per il Paese – ha commentato Anna Finocchiaro, capogruppo Pd a Palazzo Madama -, vuol dire che il Governo non ha più la maggioranza. Cosa succede in questi casi? Credo che Monti dovrebbe recarsi al Quirinale“.

Immediato il riflesso sui mercati: lo spread è volato a quota 320 punti base, mentre Piazza Affari ha girato in negativo, arrivando a perdere oltre un punto. Intanto il Consiglio dei ministri è in corso e all’ordine del giorno c’è anche il decreto legislativo sull’incandidabilità dei condannati.

La bagarre di oggi al Senato è stata preceduta da uno scambio di bordate a distanza fra Silvio Berlusconi e Corrado Passera. Ospite della trasmissione televisiva Agorà, stamane il ministro dello Sviluppo economico ha criticato apertamente l’ipotesi di un ennesimo ritorno in campo del Cavaliere, che ieri sera aveva annunciato di volersi candidare per la sesta volta a Palazzo Chigi.

Qualunque segnale che faccia pensare all’estero che l’Italia torni indietro invece che fare passi avanti è controproducente – ha detto Passera -. Non posso entrare nelle dinamiche dei singoli partiti, ma come Italia dobbiamo dare la sensazione che il Paese va avanti. Tutto ciò che può fare immaginare al resto del mondo, ai nostri partner, che si torna indietro non è bene per l’Italia”.

Il ministro ha quindi replicato direttamente alle parole di Berlusconi, che aveva giustificato la sua possibile ricandidatura con la volontà di rimediare agli errori del Governo Monti. Secondo il Cavaliere, nell’ultimo anno la squadra del Professore non ha fatto che peggiorare le condizioni del Paese, gettando l’Italia nel “baratro”.

“È una rappresentazione molto poco obiettiva – ha continuato Passera -. Tutti noi sappiamo che molte cose che ha citato nel suo elenco il presidente Berlusconi vengono da dieci anni di cattiva gestione di questo Paese. Un anno fa eravamo vicinissimi a scivolare verso la situazione greca, che avrebbe potuto comportare una perdita di sovranità. Saremmo stati ad amministrarci da fuori, avrebbero tagliato servizi indispensabili come sanità, scuola, stipendi e pensioni”.

Poi il ministro ha rincarato ancora la dose: “Guardiamo dove eravamo dieci anni fa: al 100% nel rapporto tra debito e Pil, mentre ora siamo a oltre 120%. Abbiamo buttato via il beneficio dell’euro, delle privatizzazioni, abbiamo smesso d’investire e ridotto il risparmio, e vi è un disagio sul fronte occupazione che è anche peggio di quello che appare”.

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