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Scuola, firmato il contratto: aumenti fra 80 e 100 euro

L’accordo coinvolge oltre un milione di lavoratori e vale per il triennio 2016-2018 – In arrivo un ulteriore riconoscimento economico oltre a quello previsto dall’intesa del 30 novembre 2016 – Per le fasce retributive più basse è stato salvaguardato il bonus di 80 euro

Scuola, firmato il contratto: aumenti fra 80 e 100 euro

Governo e sindacati hanno firmato il nuovo contratto per scuola, università e ricerca, che porterà un aumento medio di 80-100 euro nelle buste paga dei lavoratori.

L’annuncio è arrivato via Twitter dalla ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia:

L’accordo vale per il triennio 2016-2018 e riguarda 1.191.694 persone, di cui oltre un milione nella sola scuola, 53.000 nelle università (esclusi le e i docenti universitari), 24mila negli enti di ricerca e 9.500 nell’Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica).

Ai lavoratori sarà riconosciuto l’aumento di stipendio previsto dall’intesa del 30 novembre 2016 tra Governo e sindacati. Previsto anche un intervento perequativo, che interessa soprattutto le qualifiche iniziali.

Il contratto, inoltre, assegna ai docenti un ulteriore riconoscimento economico che porta l’incremento stipendiale medio a 96 euro al mese per i docenti delle scuole (gli aumenti vanno da 80,40 euro a 110) e a 105 euro al mese per gli insegnanti dell’Afam.

Per il personale Ata delle scuole (amministrativo, tecnico e ausiliario) l’aumento medio è di 84,5 euro (da un minimo di 80 a 89 euro), mentre per l’università ammonta a 82 euro, per ricercatori e tecnologi a 125 euro, per l’area amministrativa della ricerca a 92 euro e per le Asl a 118 euro.

Per le fasce retributive più basse è stato salvaguardato il bonus di 80 euro.

Inoltre, il nuovo contratto prevede la contrattazione dei criteri in base ai quali determinare i compensi per valorizzare il merito dei docenti, ferma restando la procedura di assegnazione. Entra così a regime il cosiddetto “bonus” dei docenti, previsto dalla legge 107 del 2015.

Per garantire il principio della continuità didattica, i docenti rimarranno per almeno tre anni sull’istituzione scolastica assegnata e richiesta.

A tutela degli studenti – e, viene da pensare, anche alla luce di recenti fatti di cronaca – sono previste misure disciplinari per gli insegnanti che usano in modo improprio i canali di comunicazione informatici o i social per relazionarsi con i ragazzi. Non solo: “I docenti che dovessero violare la fiducia accordatagli, mettendo in atto comportamenti o molestie di carattere sessuale nei confronti dei loro alunni – precisa il ministero – saranno licenziati”.

“È una svolta importante per il mondo della scuola, della ricerca, dell’università e dell’alta formazione artistica e musicale – ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan – Ma è anche un segnale positivo per il futuro del nostro Paese, in una stagione in cui abbiamo bisogno di scommettere sul sistema formativo e sui giovani. Siamo molto soddisfatti, perché è un contratto che segna la chiusura di una situazione di incredibile stallo, durata nove anni. Un rinnovo che rappresenta un atto di grande valenza “politica” per i risvolti che avrà per un milione e duecentomila lavoratrici e lavoratori italiani cui viene affidato un ruolo sociale delicatissimo”.

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