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Scontrino elettronico: guida al registratore telematico

Dal primo gennaio la rivoluzione dello scontrino elettronico impone a tutti i commercianti di comprare un registrare telematico o di trasformare in RT la vecchia cassa: ecco quello che c’è da sapere – In alternativa, si possono usare il server RT o una procedura web

Scontrino elettronico: guida al registratore telematico

Dal 2020 tutti i commercianti italiani – esclusi tabaccai, tassisti e giornalai – si devono adeguare alla rivoluzione dello scontrino elettronico. In termini pratici, significa che hanno l’obbligo di registrare e di trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati relativi a ogni vendita (come già avviene con le fatture elettroniche). Per farlo, devono usare strumenti tecnologici che garantiscano l’inalterabilità e la sicurezza dei dati. Le opzioni sono tre: il registratore telematico, il server telematico RT o la procedura web messa a disposizione dal Fisco. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

1) IL REGISTRATORE TELEMATICO (RT)

– Cos’è e cosa fa

Il registratore telematico è una cassa che memorizza i dati delle vendite e li trasmette all’Agenzia delle Entrate via web al momento della chiusura. L’invio è automatico: l’esercente deve solo assicurarsi che il dispositivo sia connesso a internet in fase di chiusura di cassa (il resto del tempo, invece, può anche rimanere offline). Lo stesso apparecchio – che può essere fisso o portatile – emette anche i nuovi documenti commerciali, ossia i tagliandi privi di valore fiscale che dal primo gennaio hanno sostituito gli scontrini. In alcuni casi è possibile integrare i vecchi registratori di cassa per trasformarli in RT.

– Adempimenti preliminari

Prima di essere messo in servizio, il registratore telematico deve essere censito e attivato, cioè abbinato alla partita Iva di chi lo utilizza. Per il censimento, l’esercente deve seguire una procedura sul sito delle Entrate, alla sezione “Fatture e Corrispettivi”. L’attivazione, invece, richiede l’intervento di un tecnico abilitato della stessa Agenzia. Una volta terminate queste operazioni, sempre dal sito delle Entrate bisogna scaricare un’etichetta con un QR code, che andrà poi attaccata sul registratore telematico in una posizione visibile ai clienti.  

– Il credito d’imposta

Per gli anni 2019 e 2020, ai commercianti è riconosciuto un credito d’imposta pari al 50% della spesa sostenuta per l’acquisto del registratore telematico (fino a un massimo di 250 euro) o per l’adattamento delle vecchie casse (non più di 50 euro). Il bonus sarà utilizzabile in compensazione tramite modello F24, da presentare esclusivamente per via telematica a partire dalla prima liquidazione periodica Iva successiva al mese in cui è stata registrata la fattura. Come per tutte le compensazioni, non sono più ammessi i contanti: per avere diritto al bonus bisogna pagare il registratore telematico (o il suo adattamento) con mezzi tracciabili.

– Cosa fare in caso di guasto

Alcuni malfunzionamenti vengono comunicati automaticamente dal RT alle Entrate. In ogni caso, è consigliabile segnalare sempre al Fisco la rilevazione o la trasmissione errata dei dati attraverso una procedura disponibile sul sito dell’Agenzia. Chi non lo fa rischia una sanzione amministrativa da 250 a 2mila euro.

2) SERVER TELEMATICO RT

Il server RT funziona come un contenitore di dati raccolti da varie postazioni che emettono lo scontrino elettronico. Questa soluzione è pensata per le realtà più grandi e strutturate: la possibilità di utilizzare un server, infatti, è concessa solo ai negozi con almeno tre casse e solo se il bilancio dell’esercizio viene certificato da un revisore (che può essere qualsiasi soggetto iscritto nel registro dei revisori legali e non soltanto le società di revisione).

3) PROCEDURA WEB PER LO SCONTRINO ELETTRONICO

È messa a disposizione gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate sul portale “Fatture e Corrispettivi” e si può usare anche da smartphone o da tablet. Molto utile per chi emette pochi documenti o per chi opera in modo itinerante. Si può usare anche in combinazione con uno dei primi due strumenti.

Leggi la Guida dell’Agenzia delle Entrate.

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