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Sanzioni su petrolio, Covid, pressione sui tassi: Borse in rosso. A Milano pesa lo stacco cedole

Il minacciato embargo e l’aggravarsi della guerra Russia-Ucraina deprimo le Borse, tutte in rosso a metà giornata. Milano drogata dall’effetto cedole

Sanzioni su petrolio, Covid, pressione sui tassi: Borse in rosso. A Milano pesa lo stacco cedole

Borse in rosso, come previsto, anche dopo la settimana di passione. Ad accentuare la tendenza negativa contribuisce la diagnosi della Banca Mondiale che ha abbassato le previsioni del Pil mondiale al 3,2% dal 4,1% di gennaio. Nel pomeriggio arriveranno anche le pubblicazioni del Fondo Monetario a partire dall’Economic Outlook: inutile dire che si attende un’altra ondata di pessimismo. Non meno pesante l’effetto delle dichiarazioni di James Bullard, il falco della Fed, che ha invocato tassi Usa al 3,50% entro l’anno.  Ma a condizionare la seduta è soprattutto l’attesa di sanzioni sul petrolio di Mosca, apertamente invocate da Bruno Lemaire, ministro dell’Economia francese in risposta all’offensiva russa su Mariupol.

Borse deboli per guerra e petrolio. Bond sotto pressione

Il petrolio Brent e WTI sono in lieve calo sui timori di un aggravamento della epidemia di Covid-19 in Cina.

La guerra in Ucraina pesa sull’andamento del Gas Naturale USA  a 8 dollari per mwh, sui massimi da tredici anni in vista delle forniture alla Ue. Il gas di riferimento per l’Europa perde omvece  il -5% a 89 euro megawatt/ora, minimi dallo scoppio del conflitto in Ucraina a causa dei segnali che il Cremlino possa rinviare l’obbligo di pagamento in rubli fino al prossimo mese. Venerdì il prezzo era crollato in ribasso del -9%. 

Riprende a salire il rendimento dei titoli di Stato. Il Treasury Note a dieci anni tratta a 2,90 %, in apprezzamento anche il BTP decennale a 2,56%, +6 punti base. Bund a 0,92%, + 6 punti base. Stabile lo spread a 162 punti.

Borsa Milano maglia nera, ma pesa lo stacco cedole

In questa cornice a Piazza Affari tocca la maglia nera, un risultato però drogato dallo stacco dividendi che coinvolge otto blue chips. Tra queste spicca Stellantis – 6% , che stamane ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Kaluga, a sud di Mosca, già gestito in partnership con Mitsubishi (già in fuga da Mosca). Dopo l’uscita della casa italofrancese (che in Russia colloca l’1% della produzione) a produrre in Russia resta Renault, che controlla Autovaz, e Mercedes che ha uno stabilimento vicino Mosca. A Milano poco dopo le 12 l’indice segnala un calo dell’1,8% sotto 24.500 punti. In calo anche Parigi -0,8% (Hermés perde il 2,5%). Sotto di un punto percentuale anche Francoforte. 

A Milano brilla Saipem +2,2, miglior titolo della seduta. Eni +1%. JP Morgan alza il target price a 20 euro. Domani parte la missione di Luigi Di Maio e Stefano Cingolani in Angola e Congo per acquistare quote di gas naturale.

 Continua il rally di Iveco +2%.

Tra i titoli all’apparenza peggiori le blue chips che hanno staccato cedola: Banca Mediolanum -6%, Banco Bpm e Prysmian con cali superiori al 4%.- 

In forte ribasso Generali -3,2%: la società  ha depositato alla Consob un esposto urgente contro il secondo azionista Francesco Gaetano Caltagirone e il suo candidato al ruolo di AD, Luciano Cirinà, per le dichiarazioni rilasciate ai giornali.

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