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Saie 2012: costruzioni, quando le difficoltà spingono all’innovazione

A Bologna il Siae 2012, la fiera internazionale del settore delle costrizioni – Le imprese si riuniscono per la ricostruzione post terremoto – Le difficoltà come motore per l’innovazione.

Saie 2012: costruzioni, quando le difficoltà spingono all’innovazione

Sensori ultrasensibili per captare le alterazioni strutturali dell’edificio; laterizi in truciolato di legno sicuri e isolanti; tessuti da inserire nei muri per evitare la frantumazione degli stessi: il Saie 2012 di Bologna è un vetrina per l’innovazione nel settore delle costruzioni e sfida la crisi proponendo novità e incontri.

Il cuore della 48esima fiera internazionale del settore, in corso fino lunedì, è il “Forum per la ricostruzione dell’Italia”, due padiglioni e un lungo elenco di convegni per parlare di terremoto, prevenzione e rimessa a norma degli edifici. Uno spazio dove si respira persino un certo ottimismo, una sincera voglia di fronteggiare le difficoltà e le emergenze, nella consapevolezza che queste, paradossalmente, portano anche delle opportunità. E’ quanto pensano i giapponesi di THK, colosso da 20 miliardi di dollari, per la prima volta a Bologna in 50 anni di fiera, presenti con la loro tecnologia all’avanguardia nel prevenire i danni da sisma.

I nipponici non sono gli unici a credere che gli eventi del 20 e 29 maggio abbiano fatto maturare una consapevolezza nuova nel paese, oltre che una legislazione più stringente. “Oggi su questi temi c’è molta sensibilità nell’opinione pubblica – osserva Thomas Baravelli, Chief Engineer di Teleco – e noi siamo qui per proporre una tecnologia all’avanguardia nella tutela strutturale degli edifici, soprattutto pubblici”.

Si tratta di un impianto realizzato dall’impresa di Lugo di Romagna (15 milioni di euro di fatturato, 50% di export) in collaborazione con l’Università di Bologna o più esattamente con il CIRI (Centro interdipartimentale per la ricerca industriale). La tecnologia proposta offre una fotografia aggiornata momento dopo momento della situazione dell’edificio e rileva i danni prodotti da vibrazioni (non solo quelle eccezionale dei terremoti).

La Lenzi Egisto Industrie Tessili di Prato arriva a Bologna invece con un tessuto appena brevettato, atto a evitare la frantumazione dei muri. Nata nel 1898, fra le pioniere del distretto toscano, la Lenzi ha radicalmente cambiato rotta quasi cento anni dopo, investendo in ricerca e brevettando tessuti tecnologici, utili in situazione specifiche: suole per le scarpe contro gli infortuni; giubbotti antiproiettile e quest’anno, per la prima volta, un tessuto per l’edilizia.

“Abbiamo un fatturato di 30 milioni di euro circa – dice il titolare Roberto Fenzi – e quest’anno registreremo una lieve flessione. Ma la crisi non ci frena, anzi ci sprona a fare ancora di più. Ogni anno investiamo quasi il 10% in ricerca e sviluppo e con questo tessuto, nato a luglio, siamo convinti di poter conquistare nuove fette di mercato”. Un mercato che sta soffrendo molto, ma dove la brace arde sotto la cenere e la necessità di ripartire induce gli emiliani a catalizzare attorno a sé la voglia di ricominciare di tante piccole e medie imprese italiane.

Business e solidarietà si mischiano senza remore in questo contesto, perché è bene darsi una mano, ma anche trarre profitto da quello che si fa. E’ il caso di IMVA di San Prospero sul Panaro, in provincia di Modena, e di Service+ di Gubbio. Imva e Service+ hanno un grande stand insieme, la prima vende infissi, la seconda servizi. Collaborano da anni, soprattutto sul fronte commerciale, ma dopo il funesto mese di maggio, fra loro è cambiato qualcosa. 

“Noi siamo umbri – raccontano Corrado Cicci e Mauro Marchi di Service+ – e di terremoto purtroppo ce ne intendiamo parecchio. Quando Imva ebbe danni notevolissimi dopo la seconda scossa e il titolare e l’amministratore delegato restarono gravemente feriti, noi ci preoccupammo prima di tutto di dare loro una mano, sapendo che non potevano restare fermi due mesi, senza consegnare i loro prodotti in giro per il mondo. Siamo una società di servizi e il terremoto è stato il nostro pane quotidiano fin da giovanissimi, così li abbiamo aiutati a fare pratiche, scelte, selezionare aziende, in una situazione di emergenza dove tutti sembravano impazziti. Abbiamo collaborato con Imva per un sentimento di solidarietà naturale in quel frangente. Il resto lo ha fatto il passa parola. Ora siamo un punto di riferimento anche per altri e restiamo a disposizione del territorio, professionalmente, qualora ci fosse an anche per altri e restiamo a disposizione del territorio, professionalmente, qualora ci fosse ancora bisogno di noi”.

Sono circa 200 le novità che il Forum per la ricostruzione mette in mostra, provenienti da imprese e centri di ricerca. Le novità arrivano anche dalla SKM di Palermo, sul fronte dell’assorbimento dell’umidità dei muri. Grazie a modernissimi e piccolissimi microprocessori basta una macchinetta di dimensioni modeste per risanare un’area di 9 o 18 metri di raggio. A girare fra gli stand ci sono ingegneri, tecnici, muratori, studenti e imprenditori. La preoccupazione per un settore particolarmente tartassato è molta, ma la voglia di fare altrettanta. E un giro da queste parti, in una fase come questa, tutto sommato tira su il morale.

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