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Russia, sanzioni e debolezze strutturali zavorrano gli IDE

Mosca quest’anno ridurrà in larga misura gli stimoli fiscali, dando la priorità al mantenimento delle riserve di bilancio come salvaguardia contro gli shock esterni. Per combattere la contraffazione, entro il 2024 un unico sistema nazionale di marcatura e tracciabilità riguarderà tutti i prodotti esportati in Russia: un processo avviato lo scorso anno e ora fondamentale per il Made in Italy

Russia, sanzioni e debolezze strutturali zavorrano gli IDE

Nel 2020 l’economia russa è stata colpita dalla combinazione di bassi prezzi del petrolio e dall’effetto negativo delle misure di blocco sulla domanda interna. Tuttavia, visto che le misure di lockdown in Russia sono state più brevi e meno severe che in altri paesi, e la quota del settore dei servizi nell’economia russa è relativamente ridotta, la recessione è stata relativamente lieve, stimata da Atradius con una contrazione del PIL del 3,6%. Il rimbalzo nel 2021 dovrebbe essere modesto, con una crescita prevista dell’1,9%: la diminuzione delle prestazioni sociali e di altri sussidi alle famiglie potrebbe frenare i consumi privati, deterioratisi lo scorso anno del 6,5%. Inoltre, i redditi reali disponibili sono diminuiti negli ultimi due anni, con un calo stimato di circa il 3% negli ultimi dodici mesi. Si prevede, inoltre, che le esportazioni aumenteranno di circa il 3% dopo una contrazione del 4,8% dello scorso anno. Dopo un forte calo del prezzo al barile nel 2020, il petrolio si è ripreso negli ultimi due mesi e la US Energy Information Administration attualmente prevede un prezzo medio di 53,20 USD nel 2021: ciò sosterrà il rimbalzo dell’economia russa, dal momento che le esportazioni di petrolio e gas rappresentano il 55% del totale e circa il 40% delle entrate del governo federale. Tuttavia, Mosca continua l’impegno nei tagli alla produzione nell’ambito dell’accordo OPEC+, mantenendo i proventi delle esportazioni senza vincoli petroliferi: l’accordo iniziale per tagliare la produzione di 9,7 barili al giorno da aprile 2020 è stato sostituito da un taglio inferiore di 7,7 barili lo scorso luglio.

Nel 2020 il rublo si è deprezzato del 10,5% rispetto al dollaro, spinto dalla forte volatilità del prezzo del petrolio, dall’avversione al rischio degli investitori verso i mercati emergenti e dall’instabilità politica nella regione (in particolare le turbolenze politiche in Bielorussia e il conflitto armato tra Armenia e Azerbaigian): le vendite in valuta estera della Banca Centrale e del Ministero delle Finanze hanno finora sostenuto la valuta. L’inflazione dovrebbe aumentare quest’anno dal 3,4% al 5%, al di sopra dell’obiettivo del 4%. Dopo gli avanzi annuali del 2018 e del 2019, il saldo di bilancio si è trasformato in un deficit del 5%, principalmente a causa dei bassi prezzi del petrolio, ai benefici sociali per le famiglie e il sostegno finanziario alle imprese, pari al 3,5% del PIL. Il debito pubblico è aumentato dal 14% al 20% del PIL. Tuttavia il governo continua a perseguire una politica fiscale prudente: si prevede che Mosca quest’anno ridurrà in larga misura lo stimolo fiscale, dando la priorità al mantenimento delle riserve di bilancio come salvaguardia contro gli shock esterni (si veda il rischio di sanzioni aggiuntive imposte dall’UE). Gli analisti prevedono  che il debito estero aumenterà dal 26% al 33% del PIL nel 2021, per diminuire nuovamente nei prossimi anni.

La prospettiva a medio termine di tassi di crescita più elevati e sostenibili rimane contenuta.  Le sanzioni internazionali deprimeranno gli afflussi di investimenti esteri diretti nei prossimi anni: debolezze strutturali come la riduzione della forza lavoro, la dipendenza dai settori delle risorse naturali, le debolezze istituzionali, la scarsa crescita della produttività e un contesto imprenditoriale difficile continueranno a pesare sulla crescita. Il clima imprenditoriale russo appare bloccato nell’incertezza sui diritti di proprietà, nella debolezza delle infrastrutture di trasporto e nella mancanza di concorrenza nei mercati dei beni e dei servizi. Anche prima dell’inizio della crisi ucraina, il livello degli investimenti era limitato, in parte a causa di un clima imprenditoriale ostile e della ferma presa dello Stato su gran parte dell’economia. Ciò è ora esacerbato dalle sanzioni internazionali imposte da UE e USA che mirano a prevenire trasferimenti e finanziamenti di tecnologia alle imprese russe, in particolare nei comparti energetico e militare.

Per quanto riguarda il Made in Italy, la proliferazione di prodotti contraffatti è un grave problema sia per i consumatori russi che per i produttori. L’analisi del Ministero dell’Industria e del Commercio conferma che nel 2018 sul mercato russo sono state identificate oltre 6 milioni di unità di prodotti contraffatti. L’introduzione nel 2016 del sistema di Marcatura Digitale “Chestny Znak” ha permesso per la prima volta di contrassegnare i prodotti in pelliccia animale con mezzi di identificazione. Si tratta di un sistema nazionale per la marcatura e la tracciabilità di merci di diverse categorie: la marcatura è l’applicazione di uno speciale codice sull’imballaggio e l’inserimento di questa unità di merce nel database, che garantisce l’autenticità e la qualità della merce. Entro il 2024, un unico sistema nazionale di marcatura obbligatoria sarà estesa a gioielli, cibo, lampade, automobili, carburante e prodotti chimici. Inoltre, i prodotti elettronici, la produzione di materiali da costruzione, l’industria dei prodotti per bambini e l’ingegneria meccanica saranno soggetti a etichettatura obbligatoria.

Che cosa è il Data Matrix Code e come viene marcato il prodotto al momento dell’esportazione in Russia? Un produttore italiano che non ha filiali e uffici di rappresentanza nella Federazione Russa non sarà in grado di ordinare e ricevere il Data Matrix Code in modo indipendente, dal momento che questo può essere fatto solo dai residenti fiscali della Federazione Russa. Il codice identificativo deve essere quindi richiesto per conto del proprio fornitore italiano dal rappresentante locale in Russia o dal distributore al Center of Development of Perspective Technology (CDPT). I distributori agiscono spesso come importatori di prodotti in Russia e devono sottoporsi a procedure doganali e garantire che i prodotti siano adeguatamente marcati prima che possano essere venduti. Di conseguenza, i distributori devono stipulare accordi e ottenere tutte le apparecchiature e i software necessari per avere accesso ai codici posti sui prodotti; in caso contrario, c’è il rischio che i prodotti importati possano essere sequestrati dalle autorità doganali. Al ricevimento del Data Matrix Code, l’importatore inoltra il file digitale al produttore italiano, che a sua volta stampa le etichette e le applica sui singoli prodotti, in aggiunta alle informazioni obbligatorie che devono essere presenti sul prodotto.

Dal 2020 la marcatura dei prodotti è diventata l’identificatore più importante dei prodotti venduti. Gli attori economici dell’industria del tabacco, delle calzature e del farmaceutico hanno già affrontato i primi requisiti del nuovo regolamento: dal 1 luglio 2020 l’importazione di questi prodotti senza marcatura digitale sul territorio della Federazione Russa è vietata. I requisiti si applicano a tutti i produttori, importatori, distributori e rivenditori, nonché a farmacie e altre organizzazioni mediche che vendono medicinali. I prodotti dell’industria leggera come abbigliamento e tessuti per la casa sono sottoposti all’obbligo di marcatura dal 1 gennaio 2021.

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