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Russia: le morti “improvvise” non si fermano. L’inquietante elenco dei manager russi deceduti

Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, un numero crescente di manager e oligarchi russi sono morti in circostanze sospette. Suicidi, incidenti o omicidi? Le autorità non forniscono spiegazioni definitive, alimentando i dubbi e le ipotesi di intrighi politici. Lavorare per aziende russe sembra così essere diventato il mestiere più pericoloso del mondo. Ecco l’incredibile lista di vittime solo degli ultimi due anni

Russia: le morti “improvvise” non si fermano. L’inquietante elenco dei manager russi deceduti

Si comincia a perdere il conto di quanti uomini d’affari russi, dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, sono deceduti improvvisamente per presunti suicidi, cadute da finestre, incidenti, malori o malattie fulminanti. Un elenco impressionante che va aggiornato costantemente. A morire poi stranamente sono sempre persone all’apice nell’organigramma aziendale. Essere manager in Russia sembra proprio essere diventato il lavoro più a rischio che ci sia.

Diverse vittime erano legate a importanti società energetiche come Lukoil e Gazprom, altre operavano nel settore finanziario, dell’informatica o in ambiti governativi. Le circostanze delle morti rimangono sempre avvolte nel mistero, con molte persone che sospettano legami con intrighi politici, rivalità aziendali o altre motivazioni, incluse critiche alla guerra in Ucraina. Le autorità spesso non sono in grado di fornire spiegazioni definitive, lasciando molti interrogativi senza risposta.

Lukoil: quattro dirigenti morti in due anni

L’ultimo “incidente” in ordine di tempo è quello che riguarda il 54enne Vitaly Robertus, vicepresidente di Lukoil. I media russi hanno riportato la notizia della sua morte per “suicidio”. Poco prima della sua morte, Robertus si era lamentato di mal di testa e aveva chiesto farmaci prima di andare in ufficio. Successivamente è stato trovato impiccato nella sua stanza. Robertus è il quarto dirigente della società petrolifera scomparso negli ultimi due anni. Prima di lui a perdere la vita erano stati:

  • Vladimir Nekrasov, presidente del consiglio di amministrazione di Lukoil, morto alla fine di ottobre 2023 all’età di 66 anni a causa di un’insufficienza cardiaca acuta.
  • Alexander Subbotin, trovato morto nel maggio 2022 nel seminterrato di una casa a Mytishchi, per un presunto attacco cardiaco indotto da farmaci. Subbotin, 43 anni, membro del Consiglio di amministrazione di Lukoil, è morto dopo un trattamento con veleno di rospo somministrato da uno sciamano durante una “cura” per curare gli eccessi alcolici.
  • Ravil Maganov, 67 anni vicepresidente e presidente del Consiglio di amministrazione di Lukoil, morto nel settembre 2022 dopo essere “caduto” da una finestra dell’Ospedale Clinico Centrale di Mosca, dove era appena morto Gorbaciov.

C’è da sottolineare che la Lukoil è stata una delle poche società russe ad aver criticato apertamente la guerra in Ucraina. Il 3 marzo 2022, sul sito della società, fu pubblicato un appello del consiglio dei direttori di Lukoil che esprimeva “la propria preoccupazione a proposito degli avvenimenti tragici in Ucraina e una profondissima compassione per tutti quelli interessati da questa tragedia. Ci pronunciamo per la più rapida cessazione del conflitto armato. La situazione deve essere risolta con mezzi diplomatici”.

I suicidi dei dirigenti Gazprom

Anche Gazprom, il gigante energetico russo controllato dal Governo federale ha registrato “suicidi” e “incidenti” tra i suoi manager. Sono almeno sei le vittime collegate all’azienda e sono:

  • Yuriy Voronov, titolare di Astra-shipping, azienda di logistica che viveva di subappalti e di contratti che le arrivavano da Gazprom, morto nella sua villa di lusso a luglio 2022. Il cadavere di Voronov viene trovato galleggiante nella piscina, con una pallottola in testa e una pistola vicino. Gli inquirenti ipotizzano che la morte sia stata causata da una disputa con soci di affari, poiché la vedova riferisce che il marito si lamentava di essere stato truffato.
  • Andrei Krukowski, 37 anni, direttore del resort sciistico della Gazprom a Krasnaya Polyana (Sochi), morto nel Caucaso dopo essere caduto da uno scoglio il primo maggio 2022.
  • Sergey Protosenya, ex dirigente di Novatek, azienda in parte controllata da Gazprom, è trovato morto insieme alla moglie e alla figlia nella loro casa a Lloret de Mar, vicino a Barcellona. Protosenya, 55 anni è stato strangolato, mentre sua moglie e sua figlia sono state pugnalate. Le autorità spagnole hanno inizialmente concluso che si trattasse di un omicidio-suicidio, una versione però contestata dal figlio, che ritiene sia stato un triplice omicidio.
  • Vladislav Avayev, 51 anni ex vice presidente di Gazprombank, morto insieme alla moglie e alla figlia nella loro abitazione a Mosca il 18 aprile 2022. Le autorità hanno descritto l’incidente come un omicidio-suicidio. Avayev avrebbe ucciso moglie e figlia con una pistola per poi togliersi la vita.
  • Aleksandr Tyulakov, 61 anni vicedirettore generale della cassa di Gazprom, morto nel garage della sua casa a Leninsky il 25 febbraio 2022, il primo giorno di guerra contro l’Ucraina. È stato trovato impiccato, accanto a un biglietto di cui non è stato rivelato il contenuto. Il servizio di sicurezza di Gazprom ha allontanato tutti dalla scena del crimine, incluso la polizia.
  • Leonid Shulman, dirigente di Gazprom, trovato morto nella sua dacia a Leninsky, vicino a San Pietroburgo, il 29 gennaio 2022. Accanto al suo corpo è stato rinvenuto un biglietto di addio. Prima della sua morte, Shulman si lamentava del dolore per una gamba rotta. Secondo alcune fonti, aveva profondi tagli sul corpo insanguinato e stava affrontando un’indagine per frode legata a Gazprom. La sua morte è avvenuta meno di quattro settimane prima dell’invasione dell’Ucraina.

Russia: le altri morti sospette di manager e magnati

Negli ultimi due anni, oltre alle morti in Lukoil e Gazprom, vi è un lungo elenco di vittime che spaziano in vari settori dell’elite russa. Nell’elenco, davvero lungo, vi troviamo:

  • Nikolai Vasev, presidente di Sberbank, morto improvvisamente per un attacco cardiaco all’età di 42 anni lo scorso novembre. Vasev era stato responsabile del settore clienti privati e proprietà della principale banca russa. Dopo l’invasione dell’Ucraina nel dicembre 2022, era diventato vice direttore della banca, che aveva subito pesanti sanzioni dall’Unione Europea, causando un crollo dei profitti del 90% nel 2022.
  • Anton Cherepennikov, 40 anni, morto improvvisamente per un arresto cardiaco nel suo ufficio a Mosca. Era il Ceo di una grande società informatica russa, la Ics Holding, che era considerata vicina ai servizi segreti del Cremlino e utilizzata per la sorveglianza online dei cittadini russi. La sua morte è avvenuta a luglio 2023
  • Pyotr Kucherenko, vice ministro della Scienza e dell’istruzione superiore, morto misteriosamente dopo essersi sentito male sull’aereo che lo riportava in Russia. Il politico russo, 46 anni, si è ammalato gravemente durante un volo dall’Avana ed è deceduto al suo rientro. Anche se i familiari hanno parlato di arresto cardiaco, le cause esatte della sua morte restano sconosciute. Kucherenko era noto per le sue critiche alla guerra
  • Alexander Buzakov, direttore dei cantieri navali di sottomarini convenzionali, morto all’improvviso a dicembre 2022. Le autorità non hanno fornito la causa della morte. Buzakov, 66 anni, era il direttore generale dell’Admiralty Shipyards, un importante cantiere navale russo specializzato nella costruzione di sottomarini non nucleari. Il suo ruolo principale era quello di tutelare e rafforzare il portafoglio ordini del cantiere per sottomarini moderni non nucleari, navi di superficie e veicoli per acque profonde.
  • Pavel Antov, magnate della salsiccia e deputato russo, morto a 65 anni in India a dicembre 2022 dopo essere precipitato dal terzo piano dell’albergo in cui soggiornava. Le autorità indiane hanno etichettato il caso come suicidio, come reazione alla morte dell’amico Budanov morto due giorni prima di lui nel giorno del suo compleanno. La sua morte è stata considerata sospetta a causa dei suoi recenti messaggi critici verso gli attacchi russi in Ucraina durante l’invasione del 2022, anche se successivamente ha ritrattato tali dichiarazioni. Nel 2019 Forbes Russia lo considerava il più ricco deputato russo.
  • Vladimir Budanov, amico e compagno di viaggio di Antov, morto di attacco cardiaco nella sua stanza d’hotel il 23 dicembre in circostanze mai chiarite.
  • Anatoly Gerashchenko, ex rettore dell’Istituto per l’aviazione di Mosca, morto cadendo per diverse rampe di scale da una grande altezza in un incidente a settembre 2022. Gerashchenko, che in passato ha ricoperto ruoli di rilievo nell’istituto, aveva legami stretti con il ministero della Difesa russo.
  • Dan Rapoport, 52 anni, finanziere di origine lettone, morto precipitando da un palazzo a Washington il 14 agosto 2022. Dopo aver accumulato ricchezze in Russia, era diventato un vivace critico del regime di Putin. Al momento della sua morte, indossava un cappello e infradito arancioni.
  • Yevgeny Palant, 47 anni, proprietario di A-mobile, una compagnia di telefonia attiva in Abkhazia, morto insieme alla moglie e alla figlia nella loro villa vicino a Mosca il 27 giugno 2022. Il suo cadavere è stato trovato nudo accanto a quello della moglie e della figlia Polina. Si ritiene che la moglie abbia ucciso Palant, poiché aveva scoperto che voleva lasciarla, infliggendogli 14 pugnalate prima di suicidarsi.
  • Vasily Melnikov, 43 anni, proprietario di MedStom, una società di attrezzature mediche, trovato morto insieme alla moglie e ai loro due figli nel loro appartamento di lusso a Nizhny Novgorod il 23 marzo 2022. Le cause della morte sono state ferite da taglio inflitte con coltelli trovati sulla scena del crimine. La società Medstom era in difficoltà a causa delle sanzioni. La polizia ha inizialmente ipotizzato che Melnikov si sia suicidato dopo aver ucciso la sua famiglia, ma parenti e conoscenti dubitano di questa versione, poiché non ci sono segni di effrazione o lotta.
  • Ivan Pechorin, imprenditore a capo dell’Azienda per lo sviluppo dell’Estremo oriente e per l’artico, annegato il 10 marzo 2022 vicino a Punta Ignatyev a Vladivostock. Pechorin, amministratore delegato dell’industria aeronautica della Corporazione per lo sviluppo dell’Estremo Oriente e dell’Artico, è stato ritrovato morto sull’isola Russkij. Sembra che in stato di ebbrezza alcolica sia caduto in mare da una barca da diporto. La polizia russa ha dichiarato che è caduto in mare a tutta velocità. Il suo ruolo nell’industria energetica russa era significativo, essendo considerato una sorta di delegato di Putin per l’amministrazione delle risorse dell’Artico. Il suo predecessore, Igor Nosov, era morto anch’egli improvvisamente a febbraio per un ictus, all’età di 43 anni.
  • Mikhail Watford, miliardario russo di origine ucraina, morto nella sua casa nel Surrey, in Inghilterra, il 28 febbraio 2022. Watford, 66 anni, inizialmente noto come Mikhail Tolstosheya, emigrò nel Regno Unito nel 2000 dopo aver accumulato ricchezze nel settore del petrolio e del gas. Nel Regno Unito cambiò cittadinanza, nome e si dedicò all’immobiliare. La sua morte è stata considerata “inspiegabile” dalla polizia inglese, escludendo però l’omicidio.

Le morti colpiscono anche oligarchi e militari

Anche alcuni oligarchi sono stati colpiti da particolari incidenti. L’oligarca russo Dmitriy Zelenov, ex proprietario del gruppo di sviluppatori Don-Stroi, è morto in Francia dopo essere caduto accidentalmente dalle scale. Era noto per essere contrario alla guerra voluta da Putin. Pavel Pchelnikov, manager delle ferrovie russe, è stato trovato morto nel suo appartamento a Mosca, mentre Dmitry, figlio di Konstantin Goloshchapov, è stato trovato morto quattro giorni dopo la fuga del padre in Bielorussia. Goloshchapov, soprannominato il “massaggiatore” dello Zar, era vicino a Putin e gestiva una sauna frequentata dal presidente russo.

Chi invece se l’è vista brutta è il magnate russo più famoso, l’ex proprietario del Chelsea Roman Abramovich, che durante le trattative di pace con la Russia all’inizio di marzo 2022 ha manifestato dei sintomi di avvelenamento insieme a due negoziatori ucraini. Per sua fortuna le conseguenze non sono state letali.

Tra le vittime militari di spicco troviamo invece; Vladimir Sviridov, ex comandante della sesta armata dell’aeronautica e della difesa aerea russa, trovato morto insieme alla moglie Tatyana nella loro casa nel territorio di Stavropol. I corpi sono stati ritrovati una settimana dopo, senza segni evidenti di morte violenta, nonostante l’ipotesi iniziale di avvelenamento da monossido di carbonio, smentita dai tecnici che non hanno trovato tracce di gas nella casa. Sviridov, 68 anni, aveva guidato l’armata fino al 2009 ed era coinvolto nella guerra in Ucraina; Gennady Lopyrev, ex membro della guardia presidenziale, è morto in prigione sempre per malattia, dopo essere stato arrestato nel 2016. Altri due generali come Sergej Surovikin, comandante dell’Operazione militare speciale, di cui non si sa più nulla e Gennady Zhidko, che è morto a Mosca dopo una lunga malattia a 57 anni.

Per finire va ricordata anche la morte di Evgenij Prigozhin, imprenditore ed ex comandante delle brigate Wagner, morto il 25 agosto 2023 in un incidente aereo avvenuto nell’oblast’ di Tver’ durante un volo fra Mosca e San Pietroburgo. Prigozhin, fedelissimo di Putin, aveva compromesso la sua relazione con il presidente a seguito della ribellione da lui guidata nel giugno 2023.

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