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Roma: alle Terme di Diocleziano (Museo Nazionale Romano) una grande mostra dedicata alla Dacia

Inaugurata nelle Aule delle Terme di Diocleziano sito archeologico del Museo Nazionale Romano
la mostra “Dacia. L’ultima frontiera della Romanità”

Roma: alle Terme di Diocleziano (Museo Nazionale Romano) una grande mostra dedicata alla Dacia

La grande mostra dedicata alla Dacia al Museo Nazionale Romano è la più grande e prestigiosa esposizione di reperti archeologici organizzata dalla Romania all’estero negli ultimi decenni che ripercorre lo sviluppo storico e culturale del proprio territorio nell’arco di oltre millecinquecento anni, dall’VIII sec. a.C. all’VIII sec. d.C.

La realizzazione dell’evento è stata possibile grazie all’Ambasciata della Romania in Italia, in
partenariato con il Museo Nazionale di Storia della Romania e il Museo Nazionale Romano, al
Ministero Romeno della Cultura, al Ministero degli Affari Esteri della Romania, al Ministero della
Difesa Nazionale della Romania, all’Istituto Culturale Romeno tramite l’Accademia di Romania,
al Ministero della Cultura italiano e alla Direzione generale Musei. Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Romania e del Presidente della Repubblica Italiana, la mostra segna un doppio anniversario per i rapporti bilaterali romeno-italiani: sono trascorsi infatti 15 anni dalla firma del Partenariato Strategico Consolidato tra la Romania e l’Italia e 150 anni dalla costituzione della prima agenzia diplomatica della Romania in Italia.

L’esposizione ha per tema centrale è la costruzione della Romanità

L’occasione mette insieme importanti reperti come il Serpente Glykon da Tomis, raffigurazione in marmo di un demone buono che guarisce dalle epidemie; il magnifico elmo d’oro di Cotofeneşti di manifattura tracia, con varie scene di sacrificio; l’elmo celtico di bronzo da Ciumeşti, col sorprendente cimiero a forma di aquila; il tesoro gotico di Pietroasele del IV secolo d.C., per seguire l’evoluzione storica dell’attuale Romania e raccontare i contatti e scambi tra l’Europa e l’Asia.

La mostra, a cura di Ernest Oberlander e di Stéphane Verger

La mostra si riallaccia alle esposizioni di Madrid (Museo Archeologico Nazionale, 2021) e Bucarest (Museo Nazionale di Storia della Romani, 2022),
ampliandone il percorso: a Roma infatti (fino al 21 aprile 2024) saranno presentati circa 1000 oggetti
provenienti da 47 musei rumeni, oltre che dal Museo Nazionale di Storia della Repubblica di Moldova,
per la prima volta esposti accanto ad alcuni reperti del Museo Nazionale Romano.

Mostra dacia a Roma


Inoltre, in mostra anche un’ampia selezione di importanti reperti – tra cui armi, vasi, ceramiche, monete,
gioielli e corredi per i riti di magia – attraverso i quali è possibile scoprire la religione, l’arte,
l’artigianato, il commercio e la vita quotidiana della antica Dacia. Come un viaggio millenario durante il quale vedere l’evoluzione degli antenati geto-daci verso i popoli geti e daci; la trasformazione di una parte della Dacia in provincia romana; l’integrazione di questo spazio nel mondo romano; la sopravvivenza della civiltà anche dopo l’abbandono del territorio dacico da parte dell’esercito e dell’amministrazione di Roma; la convivenza degli abitanti del territorio con le popolazioni migranti.

La mostra si articola in quattro sezioni

La prima sezione è dedicata alla Dacia romana e illustra la conquista del territorio all’epoca dell’imperatore Traiano (101-106 d.C.), evidenziando lo stretto legame e le analogie tra i reperti provenienti dai musei rumeni e quelli del Museo Nazionale Romano.

La seconda sezione racconta infatti la formazione della cultura dacica nell’età del Ferro con l’influsso dei Traci, degli Sciti e dei Greci delle colonie sul Mar Nero.

La terza sezione illustra il confronto tra civiltà urbane mediterranee e civiltà tribali e nomadi continentali e l’inserimento della Dacia nelle reti culturali ellenistiche mediterranee, dell’epoca di Alessandro Magno.

La quarta sezione si concentra sull’epoca della dissoluzione dell’Impero, con le difficoltà a
mantenere sicuri i confini, le mescolanze di genti e l’emergenza di popoli come gli Unni, mentre
il potere di Roma si sposta a Oriente con Bisanzio.

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