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Roma, a Palazzo Braschi i disegni di Canova

Dal 5 dicembre 2012 al 7 aprile 2013 la mostra “Canova. Il segno della gloria. Disegni, dipinti e sculture”: ben 79 disegni, selezionati su 1800 che costituiscono la più grande raccolta al mondo di disegni di un artista, donata alla metà Ottocento al Museo Civico di Bassano da Giambattista Sartori Canova, fratellastro dell’artista e suo erede.

Roma, a Palazzo Braschi i disegni di Canova

Un evento promosso da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali e dal Comune di Bassano del Grappa con la cura a cura di Giuliana Ericani, Direttrice del Museo Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa, che pone sotto due punti di vista l’espressione del disegno di Canova, il primo quello stilistico e quello di prima linea.  

Nella mostra sono esposti i fogli che raccontano perfettamente la varietà del suo segno e di come si poneva nei confronti del progetto di esecuzione dell’opera e prosegue poi su due principali percorsi di lettura dell’opera canoviana: il rapporto con la scultura antica delle collezioni romane e con i personaggi storici e della cultura del suo tempo.

Inoltre sarà possibile ammirare i disegni per i monumenti e le sculture diClemente XIV, Napoleone Bonaparte, Maria Luisa d’Asburgo, Maria Cristina d’Austria, Carlo III e Ferdinando I di Borbone, George Washington, Vittorio Alfieri, Orazio Nelson, e Paolina Borghese Bonaparte e opere commissionate da Giorgio IV re d’Inghilterra e Joséphine de Beauharnais Bonaparte. Accanto vi troviamo le incisioni, i bozzetti in gesso e in terracotta e due dipinti. Ma soprattutto sarà possibile vedere e apprezzare i disegni per tre importanti opere realizzate, la Venere Italica, il Creugante e Damosseno per Pio VII e l’Ercole e Lica per il banchiere Torlonia.

“Una mostra – afferma l’Assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale Dino Gasperini – che offre un punto di vista differente da quello usuale permettendo al pubblico di comprendere cio’ che si cela dietro le grandi opere dell’artista. Dall’ispirazione all’opera. Un percorso sulle tracce dell’idea, un viaggio interessante che ripercorre la storia di un genio all’interno del disegno. Un punto di vista differente da quello usuale, che non vuole commuovere gli animi, non solo almeno, ma permettere al pubblico di comprendere ciò che si cela dietro le grandi opere dell’artista. Qui si studia, di più qui si osserva Canova “studiare”. Di disegno in disegno, emerge il suo pensiero, sintetizzato in pochi semplici tratti destinati poi a essere più volte modificati e ritoccati. Segni personali, dettati dall’ispirazione, anche improvvisa, che Canova appuntava su carta per sé, come base su cui lavorare poi, a emozioni ferme e pensiero lucido“.
 

“Si tratta di un’occasione rara per avvicinarsi alla conoscenza del Canova scultore attraverso i disegni – interviene così il Sindaco di Roma Giovanni Alemanno – che permettono innanzitutto di coglierne la profonda meditazione sull’arte classica e costituiscono la prima fase della genesi artistica dei suoi capolavori. Inutile sottolineare la grandezza dell’artista cui, già in vita, venne tributato il riconoscimento dei contemporanei, né l’intensità di una carriera senza pari. È importante ricordare l’unicità del legame di Canova con la città di Roma, tra il XVIII e il XIX secolo vera capitale culturale, dove trasferitosi dal Veneto, ebbe modo, grazie allo studio delle opere dell’antichità, di forgiare e indirizzare il suo talento divenendo l’artista che oggi conosciamo. Un “debito ideale”, quello contratto con Roma, tornato da subito a vantaggio della città che vide la realizzazione delle sue opere di maggior pregio. Non dimentichiamo che, grazie alla nomina nel 1802 da parte di Pio VII, Canova fu ispettore generale delle Antichità e delle Belle Arti – incarico che era stato ricoperto da Raffaello. Proprio il pontefice stesso nel 1815 lo inviò a Parigi come delegato dello Stato Pontificio per recuperare alcune opere d’arte sottratte dalle armate napoleoniche. Incarico difficile e delicato che ci ha fatto conoscere, ancor di più, la complessa e poliedrica personalità di Canova, svelandone la qualità dell’intelligenza politica e l’abilità diplomatica e facendone un ambasciatore della nostra arte”.

Un fondo, quello bassanese, composto da 10 grandi album e 8 taccuini non omogenei nella struttura, comprendenti fogli di differenti dimensioni, da più di 500 ad una decina di millimetri, disegni finiti di accademia e schizzi di getto, progetti interi e parziali per bassorilievi in gesso e grandi sculture a tutto tondo…tutti da vedere.

 

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