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Risparmio, più fiducia nel futuro e nella Ue: italiani più propensi a investire

Secondo la maggior parte degli italiani la fine dell’emergenza Covid è sempre più vicina. Lo certifica l’indagine “Gli Italiani e il Risparmio” presentata da Acri-Ipsos – Sale la propensione per gli investimenti più rischiosi. Fiducia nell’Europa ai massimi da 10 anni

Risparmio, più fiducia nel futuro e nella Ue: italiani più propensi a investire


Si vede la luce in fondo al tunnel. Grazie al successo della campagna vaccinale, secondo la maggior parte degli italiani il peggio è ormai alle spalle e la fine dell’emergenza sanitaria si prefigura sempre più prossima. Questi i dati principali contenuti nell’indagine “Gli Italiani e il Risparmio”, realizzata dall’Acri insieme a Ipsos, e presentata oggi alla vigilia della 97a Giornata Mondiale del Risparmio organizzata dall’Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio.

“Il contesto in cui ci muoviamo quest’anno è diverso da quello di 12 mesi fa sotto diversi punti di vista. Il senso di pericolo e minaccia derivante dal Covid si è notevolmente ridotto, per quanto ancora presente”, spiega il rapporto, secondo cui il 54% degli intervista ritiene che la fine dell’emergenza Covid-19 sia ormai vicina. Il ritrovato ottimismo fa sì che sempre più persone si focalizzino su dinamiche, progetti, preoccupazioni di matrice economica, ampliando le proprie prospettive verso un orizzonte a medio termine.

LA SITUAZIONE ECONOMICA DELLE FAMIGLIE

Scendendo nei dettagli dell’indagine, composta da 1.000 interviste realizzate tra il 23 e il 30 settembre, le famiglie italiane sono divise a metà: vi è un’ampia quota di italiani in grado di resistere alle difficoltà (38%), con una situazione economica in miglioramento (13%), accanto a una quota non trascurabile, e in crescita, che ha esaurito o si rende conto di essere prossima ad esaurire le risorse a propria disposizione, sottolineando gravi mancanze (49%, +2% rispetto al 2020). Alta anche la percentuale di cittadini che sono riusciti ad accumulare risparmi negli ultimi 12 mesi e che lo hanno fatto con tranquillità (45%) guardando soprattutto al futuro. Al contempo, però, è tornato a risalire (+3% al 19%), rispetto al 2020, il numero di famiglie che ha fatto ricorso a risorse proprie o a prestiti, descrivendo quindi, una situazione meno rosea che ha portato ad associare il risparmio a un senso di sacrificio. Da tenere in considerazione anche il fatto che un quinto delle famiglie dichiara di essere stato colpito direttamente dalla crisi Covid, trovandosi a dover gestire la perdita del posto di lavoro (12%) o condizioni retributive peggiori (10%).

IL FUTURO DEL RISPARMIO

Il 60% degli italiani continua a mostrare la propria preferenza per la liquidità, il cui predominio non è dunque in discussione, ma comincia a crescere, lentamente e progressivamente, l’interesse verso diverse forme di investimento (37% vs 35% nel 2020). Seppur in piccola parte (28%) gli italiani stanno maturando la convinzione che sia meglio investire il proprio denaro, piuttosto che tenerlo fermo, lasciandolo preda dell’inflazione. L’indagine sottolinea inoltre una maggiore propensione verso strumenti finanziari più a rischio, arrivata al 14% dal 9% di un anno fa, frutto sia dei più alti rendimenti, sia della convinzione che il risparmio sia sempre più tutelato da regole, leggi e controlli (50% vs 44% nel 2020). 

Nonostante ciò, gli immobili continuano ad essere considerati la scelta più sicura per il 32% degli intervistati. “Ad ogni modo – sottolineano Acri e Ipsos – sono proprio la liquidità o gli investimenti finanziari più sicuri a lasciare spazio a quelli più a rischio. Questa dinamica è ancora più evidente tra coloro che hanno risparmiato (21% preferirebbe investire in strumenti finanziari più a rischio, vs 13% nel 2020”. 

Nel complesso, continua il report “questa diversa propensione degli italiani verso strumenti di investimento più tradizionali, che risultano quindi meno attrattivi, deriva dalla combinazione di diversi fattori, quali il rischio di inflazione, bassi tassi, paventata tassazione sugli immobili per scopi di investimento”.

PNRR ED EUROPA

L’indagine evidenzia che, rispetto allo scorso anno è cresciuta la fiducia nel Governo e nel suo operato, con il 40% degli intervistati che intravedere prospettive di miglioramento per l’Italia e l’Europa nei prossimi anni. In rialzo anche la fiducia nell’Unione Europea, che ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 10 anni. A contribuire è stato soprattutto il ruolo giocato dall’Unione Europea nei mesi appena trascorsi e la crucialità del sostegno economico che hanno portano più del 60% degli italiani a nutrire fiducia verso la UE. Anche se il 50% degli intervistati non ha mai sentito parlare del Pnrr o ne ha una conoscenza molto superficiale, ci si aspetta infatti di vedere dei risultati da questo programma soprattutto in termini di formazione (71%), salute (66%) e transizione ecologica (48%).

Altro dato interessante: secondo il 70% degli italiani, uscire dall’Ue sarebbe un grave errore per l’Italia, segno che le politiche populiste e sovraniste cominciano a perdere terreno. In forte crescita (+12%) anche la soddisfazione per l’euro (49%), mentre arriva al 60% la percentuale di chi è convinto che la moneta unica, anche in un futuro lontano, non potrà che comportare dei vantaggi. 

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