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Risparmio Gestito: può crescere del 5,5% fino al 2020

L’industria del risparmio gestito in Italia crescerà dai 1.943 miliardi del 2016 ai 2.536 miliardi nel 2020 – Strumenti digitali consentiranno costi piu` efficienti, modularizzazione dell’offerta e retention della clientela – La normativa impone trasparenza, rendendo necessaria una maggiore integrazione lungo la catena di distribuzione – Necessario puntare sulla multi-canalita` per modulare i servizi in base alla clientela target e avvicinarsi alla clientela millennial

Risparmio Gestito: può crescere del 5,5% fino al 2020

L’industria del risparmio gestito conoscera` nei prossimi 3 anni un tasso medio annuo di crescita del +5,5%, con un patrimonio gestito in Italia che ammontera` a 2.536 miliardi di Euro nel 2020. E` la previsione di PwC presentata nello studio “L’industria dell’Asset Management nel 2020”, focalizzata sui driver strategici che supporteranno i player del risparmio gestito.

Grande potenziale di crescita

Il patrimonio gestito in Italia ha registrato nel periodo 2012-2016 un CAGR del +10,2%, passando da 1.194 miliardi di Euro a 1.943 miliardi a fine 2016 grazie alla crescita dei prodotti assicurativi e dei fondi pensione.

Lo scenario prospettico al 2020 vede il consolidamento di tale incremento, seppur ad un ritmo piu` moderato, legato al grande potenziale di incremento delle masse gestite: solo il 30% delle attivita` finanziarie delle famiglie italiane e` oggi gestito, contro una media europea del 41%. A tale opportunita` l’industria del wealth management dovra` rispondere con nuovi modelli di servizio e nuove soluzioni.

Mauro Panebianco, Partner di PwC e AWM Consulting Leader Italy, commenta: “Negli ultimi anni la ricchezza delle famiglie italiane si e` spostata verso i prodotti del risparmio gestito per far fronte ai rendimenti vicini allo zero sugli investimenti che sono sempre stati prediletti dagli italiani, ovvero le obbligazioni governative e bancarie. Considerando che meno del 50% della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane e` investita in prodotti del risparmio gestito, ci aspettiamo che questo trend possa continuare per avvicinarsi ulteriormente alla media europea. Inoltre la crescita della ricchezza, nonostante la crisi economica degli ultimi anni, spinta soprattutto da una polarizzazione della ricchezza verso le famiglie private, ha ulteriormente supportato la crescita del settore”.

Tecnologia e nuovi modelli digitali

I player del wealth management potranno fare leva sugli strumenti analitici e sui nuovi modelli digitali per una piu` efficiente gestione dei costi – riducendo il cost-to-serve per il segmento retail servito con strumenti di robo advisor – ed una rimodulazione della propria offerta, includendovi soluzioni rivolte alla clientela piu` giovane, con forte propensione alla gestione diretta dei propri investimenti.

Queste soluzioni consentiranno quindi una gestione piu` dinamica della clientela esistente nonche´ l’incremento della base clienti, estendendola a clienti non fidelizzati da altre banche. Per esempio, un aspetto che sara` profondamente innovato e` la comunicazione con la clientela, resa piu` interattiva, piu` immediata e piu` conveniente, con una riduzione dei costi operativi ed una piu` efficiente gestione del rischio operativo.

La sfida regolamentare

Le principali novita` regolamentari (MiFID II / MiFIR) comporteranno una revisione dell’attuale modello di business, con le seguenti implicazioni per il wealth management:

  • maggiori oneri di trasparenza e compliance normativa, con conseguente compressione dei margini e riduzione delle fee;
  • possibile pressione regolamentare sugli inducement;
  • aumento della complessita` degli accordi distributivi per la richiesta maggiore trasparenza (governance di prodotto, target market, ..). 

Dall’altro lato, opportunita` deriveranno per i player che sapranno offrire soluzioni in grado di ridurre la complessita` per i distributori e mantenere alti livelli di remunerazione (i.e. piattaforme di collocamento e gestioni patrimoniali in fondi) nonche´ prodotti personalizzati che consentiranno di intensificare la fidelizzazione del cliente.

Fattore demografia: una popolazione sempre piu` anziana

La percentuale di anziani (> 64 anni) sul totale della popolazione in eta` lavorativa raggiungera` il 25,4% nel 2050, rispetto all’11,7% del 2010. Questi dati pongono sfide importanti per l’industria del wealth management che, nei paesi sviluppati, dovra` fornire prodotti specifici per il post pensionamento e, nelle economie emergenti, sviluppare prodotti indirizzati alla classe media che sta emergendo e che, a livello globale, crescera` del 180% sino al 2040.

Il portafoglio prodotti

L’attuale contesto dei mercati finanziari polarizza gli investimenti tra prodotti fortemente specializzati e passivi. Nella prima categoria, la crescita degli investimenti alternativi conferma come essi rappresentino un’opportunita` di diversificazione e di extra rendimento per investitori istituzionali e HNWI, sempre piu` accessibili anche a clientela affluent e retail tramite strumenti wrap (gestioni patrimoniali e fondi di fondi). Dall’altro lato, strumenti passivi e ETP trovano sempre piu` spazio nella parte core dell’asset allocation di portafogli retail ma non solo.

Inoltre, si registra una forte crescita dei prodotti finanziari “a pacchetto” (gestioni patrimoniali, fondi di fondi, prodotti assicurativi vita) che confermano come i risparmiatori italiani con elevata propensione alla delega ricerchino investimenti per specifici bisogni finanziari, legati per esempio alla preservazione del capitale o obiettivi previdenziali.

Mauro Panebianco, Partner di PwC e AWM Consulting Leader Italy, commenta: “Tecnologia, regolamentazione, la generazione dei millenial e l’invecchiamento della popolazione spingeranno i wealth manager a puntare su soluzioni personalizzate e digitali, su servizi ad alto valore aggiunto come corporate, art e real estate advisory, nonche´ sulla pianificazione successoria e la gestione di tematiche fiscali. Il rischio di una compressione dei margini, per effetto sia di una riduzione delle commissioni che dell’aumento dei costi di compliance, rendera` sempre piu` necessario far leva su economie di scale che portera` inevitabilmente ad un consolidamento del settore”.

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