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Riforma Senato: approvato art. 21 su elezione Capo dello Stato, opposizioni divise

La riforma costituzionale del Senato ha fatto un altro passo avanti e marcia verso il traguardo finale dell’approvazione di Palazzo Madama per poi tornare alla Camera – E’ stato ieri approvato anche l’artiolo 21 che regola l’elezione del Presidente della Repubblica, su cui una parte di Forza Italia ha fatto convergere i suoi voti spaccando le opposizioni

Riforma Senato: approvato art. 21 su elezione Capo dello Stato, opposizioni divise

L’Aula del Senato ha dato il via libera ieri all’articolo 21 della riforma costituzionale, quello che riguarda l’elezione del presidente della Repubblica, spianando la strada per il traguardo finale dell’approvazione di Palazzo Madama (poi il testo dovrà tornare alla Camera). I voti a favore sono stati 161, i contrari 3, gli astenuti 5. La Lega ha abbandonato l’aula, i grillini invece sono rimasti, ma non hanno partecipato alla votazione e per protesta hanno esibito le tessere elettorali. I presenti alla fine del computo erano 227, ma votanti solo 169. Inoltre non hanno partecipato al voto i senatori di Ap Gaetano Quagliariello e Andrea Augello, contrari alla decisione presa dagli alleati di non modificare il quorum. Hanno votato a favore, invece, i due senatori di Italia dei valori.

Il Senato non ha accolto alcuna modifica sull’articolo 21. Resta quindi in vigore la versione uscita dalla Camera che introduce due nuovi quorum: “L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell’assemblea. Dal settimo scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti”.

Ieri Forza Italia ha votato a fianco della maggioranza dem su un emendamento all’articolo 17 (che riguarda la dichiarazione dello Stato di guerra), provocando lo sdegno degli altri partiti di opposizione e facendo naufragare il progetto comune di inviare tutti insieme una lettera-appello al presidente Sergio Mattarella.

Il M5s ha deciso di chiedere al Capo dello Stato un incontro. “Oggi Forza Italia ha sostenuto la maggioranza – ha sottolineato il capogruppo M5s in Senato, Gianluca Castaldi – votando insieme al Pd contro un emendamento all’art.17, resuscitando in un colpo solo il Patto del Nazareno versione ter ed andandosi ad aggiungere alla stampella dei verdiniani che stanno votando questa riforma assieme al governo. La verità è che tutti sono bravi a fare annunci, ma poi in Aula al momento dei voti vince la paura di mandare a casa questo governo, perchè ciò significherebbe perdere la poltrona”.

“Il M5s già venti giorni fa scrisse una lettera al capo dello Stato – ha ricordato inoltre il capogruppo grillino – esprimendo preoccupazione e sdegno per ciò che sta accadendo in quest’Aula, il Presidente della Repubblica sa benissimo che la maggioranza si sta votando da sola le modifiche alla Carta costituzionale, con voti ogni giorno più risicati e in un clima disgustoso di denunce di compravendita di parlamentari, come quella fatta solo qualche giorno fa dallo stesso Gasparri”.

Pronta la risposta di Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia, che ha spiegato che il voto sull’emendamento è stato fatto per ragioni tecniche e che Fi andrà avanti, anche da sola, con il progetto di inviare un appello a Mattarella. 

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