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Riforma scuola, la Camera approva. Ora passa al Senato

Montecitorio ha appena votato con 316 sì e 137 no. La riforma passa ora al Senato. Il Garante sugli scioperi esclude il blocco degli scrutini: i due giorni di protesta si faranno dopo la chiusura delle scuole. Il provvedimento consente l’assunzione di 100 mila precari e dà nuovi poteri ai presidi.

Riforma scuola, la Camera approva. Ora passa al Senato

La Buona scuola è stata votata con larga maggioranza alla Camera. L’assemblea di Montecitorio ha appena approvato con 316 voti favorevoli e 137 voti contrari la riforma della scuola Giannini-Renzi. A favore hanno votato Pd, Area popolare, Scelta civica, Per l’Italia, Psi, e minoranze linguistiche. Contrari M5s, Forza Italia, Lega, Sel, FdI e Alternativa libera. Il provvedimento ora passa al Senato.

«Sono emozionata e soddisfatta, molto soddisfatta». Così il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha commentato a caldo. «È stato un passaggio parlamentare molto vissuto, con coinvolgimento da parte di tutti, con interventi appassionati, talvolta appassionanti. Anche le opposizioni hanno mostrato una carica emotiva molto forte».

Rimangono dure le critiche delle opposizioni e i sindacati confermano le iniziative di protesta ma il garante sugli scioperi, con una nota ufficiale, ha escluso il blocco degli scrutini per i cicli terminali. “L’Autorità di garanzia – si legge nel testo integrale della nota diffusa dal Garante – per gli scioperi ha ricevuto, da parte delle sigle sindacali Unicobas, Cobas e Usb, le proclamazioni di due giorni di sciopero, da effettuarsi successivamente alla chiusura delle scuole. I predetti sindacati, conformandosi a quanto già dichiarato dall’Autorità – prosegue il comunicato – con riferimento all’articolo 3, lettera g, dall’Accordo sulla scuola del 1999, hanno esplicitamente escluso ogni forma di blocco degli scrutini per i cicli terminali del percorso scolastico (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali).

Al terzo giorno di votazioni in aula, dopo l’approvazione degli ultimi articoli 26 e 27 e le dichiarazioni di voto che hanno occupato il resto della mattinata, Montecitorio ha dunque dato via libera al provvedimento.

Tra le novità introdotte al Ddl, dopo le modifiche accolte dal governo: il potere ai presidi di fare assunzioni a chiamata di durata triennale nell’ambito dell’autonomia scolastica (articolo 9), il via libera all’assunzione di circa 100 mila precari che hanno superato il concorso 2012, la possibilità di finanziare gli istituti scolaastici con donazioni detraibili dalle tasse e la card da 500 euro per l’aggiornamento degli insegnanti.

E’ stato invece stralciato l’articolo 17 che consentiva di destinare il 5×1000 alla scuola dei propri figli. Il ministro Giannini ha detto però che la proposta è solo accantonata e potrà essere recuperata nella Legge di Stabilità.
 

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