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Riforma del lavoro, ultimatum Pdl-Pd al Governo

I due partiti della maggioranza pretendono in serata una risposta dall’Esecutivo e minacciano di non votare la legge in tempo per il Consiglio Ue del 28 giugno – Il Pd vuole una soluzione per gli esodati, il Pdl chiede modifiche sulla flessibilità in entrata.

Riforma del lavoro, ultimatum Pdl-Pd al Governo

Ultimatum al Governo sulla riforma del lavoro. Pd e Pdl vogliono subito dei chiarimenti o minacciano di far saltare l’accordo di massima raggiunto ieri fra il ministro del Lavoro Elsa Fornero. Insomma, o stasera o mai più. Il premier Mario Monti rischia di presentarsi al Consiglio Ue del 28 giugno senza alcuna riforma a coprirgli le spalle. 

In serata alla Camera si riuniscono i gruppi dei due principali partiti della maggioranza. Un sodalizio inedito quello fra Pd e Pdl, che tuttavia non potrebbero essere più lontani nelle motivazioni. A suscitare l’ira dei democratici è ancora una volta la storia infinita degli esodati.

Ieri Fornero ha dato altri numeri rispetto a quelli finora annunciati, ammettendo che – oltre ai 65 mila lavoratori già “salvaguardati” via decreto – ce ne sono almeno altro 55 mila da tutelare. Una somma in ogni caso ancora lontana dai 390 mila lavoratori di cui si leggeva nel tanto contestato documento Inps.

Quanto al centrodestra, i pidiellini – che pretendono un impegno scritto del Governo – fanno proprie le rivendicazioni già avanzate da Confindustria e si scagliano contro la flessibilità in entrata, giudicata eccessiva. 

Intanto domani alle 9 del mattino si riunirà la conferenza dei capigruppo alla Camera. La riunione dovrà mettere a punto il calendario della prossima settimana, inserendo (eventualmente) il Ddl lavoro.

Oggi Fornero, che ha parlato in Aula a Montecitorio, ha concluso il suo intervento sugli esodati facendo un accenno alla riforma del mercato del lavoro: “Mi auguro sia presto approvata anche in quest’Aula. Il testo rappresenta un buon equilibrio tra le spesso contrapposte esigenze di domanda e offerta di lavoro”.

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