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Rifiuti: via al commissariamento se non partono i lavori per i nuovi impianti. Un impegno per il governo che verrà.

Con il Decreto 144 di settembre prevista la nomina di Commissari per gli impianti rifiuti incompleti o fermi. Uno studio di Ref Ricerche propone miglioramenti al nuovo governo.

Rifiuti: via al commissariamento se non partono i lavori per i nuovi impianti. Un impegno per il governo che verrà.

Rifiuti e impianti: si cambia. Da qualche giorno è in vigore la norma che autorizza il governo ad esercitare poteri sostitutivi per la costruzione degli impianti di smaltimento. Per accelerare gli iter autorizzativi delle opere previste dal PNRR, ma anche dal PNGR (Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti) il governo puo’ nominare commissari che diano corso ai lavori. E’ noto che l’Italia ha pagato già 620 milioni di multe all’Europa per non aver adeguato il sistema di smaltimento alle regole europee. Con il Decreto Legge 144, è stato stabilito che gli impianti e le infrastrutture programmate sono opere di pubblica utilità. Per giunta indifferibili e urgenti. Se chi deve realizzare l’infrastruttura non fa domanda di autorizzazione secondo i tempi già fissati per legge, il governo assegna un termine di massimo 15 giorni per procedere. Se non succede nulla, arriva un Commissario che provvederà a tutto. E’ una decisione forte e necessaria adottata dal governo di Mario Draghi prima di fare posto al nuovo esecutivo. Il quale, secondo uno studio del Laboratorio Ref Ricerche , dovrà intervenire di nuovo sulla materia per chiarire alcuni punti.

Gli impianti saranno gestiti da Commissari di nomina del governo

Il Decreto nasce da “un’esigenza di maturata consapevolezza della lunghezza delle procedure autorizzative che attanagliano e spesso bloccano le opere” scrivono i ricercatori. E’ ora ,invece,che l’Italia abbia tempi certi di costruzione dei nuovi impianti che rientrano a buon titolo nella transizione verde. Superare ogni tipo di inerzia per evitare “che la più imponente politica pubblica a sostegno delle infrastrutture degli ultimi 30 anni – il PNRR ,per l’appunto – finisca in un nulla di fatto, per il settore dei rifiuti “. Lo studio approfondisce gli ambiti di applicazione della norma e fa riferimento alle infrastrutture, non di competenza statale, per soddisfare i fabbisogni impiantistici individuati dal PNGR e dal PNRR. Ma si dà il caso che il PNGR non contiene un’elencazione puntuale delle nuove infrastrutture ,ma solo una ricognizione dell’impiantistica esistente e non individua i nuovi impianti da farsi su base regionale .Sui territori possono nascere cosi’ conflitti di competenza e di operatività. E’ necessario, allora “ chiarire il perimetro delle opere alle quali è rivolto l’esercizio dei poteri sostitutivi”. Detto in modo ancora più esplicito, i poteri sostitutivi con il commissariamento si applicano unicamente alle opere che beneficeranno del sostegno del PNRR ? Oppure ila nomina di un commissario vale per tutte le infrastrutture previste dalla pianificazione regionale ?

I nuovi impianti per il trattamento rifiuti, una prova per il dopo Draghi

La realtà nazionale e i ritardi accumulati su inceneritori o altri impianti dovrebbe portare alla nomina dei commissari ovunque. Anche per dimostrare all’Ue un cambio di passo serio. ” Per progredire senza altri ritardi “una volta che sarà noto l’elenco delle opere finanziate con il PNRR, occorrerà quantificare i fabbisogni regionali che tali impianti vanno a soddisfare ” consiglia lo studio. E’ a questo punto che il discorso con i chiarimenti dovrà riprenderlo il prossimo governo. Facendo in modo che ovunque si rimuovano i ritardi e si prenda la strada giusta per chiudere una volta per tutte un’anomalia italiana. Nel programma elettorale di Giorgia Meloni il potere sostitutivo di “Stato e Regioni in caso di ritardi nella spesa dei fondi europei” c’è. Resta da vedere, pero’ ,se e come questa dichiarazione si raccorderà nello specifico con la costruzioni di termovalorizzatori o altri impianti . La posizione di Fratelli d’Italia, se davvero avrà la guida del governo, non palesa molta fiducia. A maggio alle elezioni per il Comune di Roma il partito ha condotto una battaglia contro l’infrastruttura da 800 milioni di euro proposta da Roberto Gualtieri dicendosi “ non favorevole alla politica dei bruciatori”. Ma le cose cambiano. Rispetto al Decreto di Draghi , al successo delle elezioni del 25 settembre e alla necessità di non bloccare il PNRR, se Fdi avrà la responsabilità di Palazzo Chigi potrà tranquillamente schierarsi dalla parte più innovativa del sistema e far risparmiare al Paese centinaia di milioni di euro di multe.

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