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Rifiuti e Tari, rivoluzione in arrivo: competenze all’Authority Energia?

Un emendamento del Pd assegna anche la regolazione del ciclo dei rifiuti all’Autorità per l’Energia che cambia nome. È un passaggio già tentato un anno fa ma ostacolato dalle Regioni. Necessario intervenire in un settore-chiave in cui l’incapacità gestionale delle amministrazioni sta creando seri problemi alle città, Roma in testa

Rifiuti e Tari, rivoluzione in arrivo: competenze all’Authority Energia?

Rifiuti e Tari, rivoluzione in arrivo. Come? Grazie a un emendamento a costo zero, inserito in commissione alla Legge di Bilancio 2018, ma la sua portata può portare un cambiamento radicale nel settore strategico dei rifiuti e della Tari, oggi in preda al caos delle amministrazioni locali e alle infiltrazioni della malavita in molte regioni d’Italia.

L’emendamento è stato voluto dal capogruppo Pd in Commissione Bilancio al Senato ed è uno dei più significativi introdotti lunedì sera. In pratica, estende all’Autorità per l’Energia l’intero ciclo dei rifiuti. Così potenziata l’Authority cambia nome e diventa Arera (Autorità di regolazione per energia, reti  e ambiente) con competenze nella regolazione delle tariffe e ricadute anche sulla Tari, l’imposta finita nell’occhio del ciclone negli ultimi giorni per gli errori commessi dai Comuni nel conteggiare gli annessi degli immobili, a danno dei contribuenti. L’Autorità, afferma il nuovo testo, manterrà 5 componenti anziché scendere a tre come previsto con la nomina del prossimo Consiglio (quello attuale è in scadenza ma è possibile una proroga). Inoltre, la nuova norma prevede l’arrivo di 25 nuovi dipendenti per rinforzare la pianta organica in vista dei nuovi compiti e stabilisce che l’onere della regolazione sia coperto da  un contributo di importo non superiore all’uno per mille dei ricavi dell’ultimo esercizio versato dalle società di esercizio (le varie municipalizzate o ex municipalizzate).

È importante ricordare che questo è il secondo tentativo di assegnare competenze in materia di rifiuti all’Autorità. Il precedente, tentato un anno fa dal governo Renzi con l’attuazione della legge Madia di riforma della Pubblica amministrazione, si era infranto sul veto delle Regioni ed era stato cassato dalla Corte Costituzionale per questioni procedurali. Ma l’esigenza di mettere ordine in un settore-chiave come quello dei rifiuti, con le città sommerse dall’immondizia da Roma in giù a causa dell’incapacità manifesta delle amministrazioni locali di gestire il servizio (quando non vi sono complicità di rilievo penale) ha convinto la Commissione tornare alla carica e dare un segnale, visto anche il successo ottenuto dall’Autorità nel delicato settore dell’acqua. L’emendamento approvato non è tra quelli proposti dai relatori e dal governo e dovrà ora passare al vaglio dell’aula come tutta la manovra che dovrebbe essere approvata in Commissione mercoledì e poi passare all’assemblea da giovedì.

Ecco in dettaglio le nuove funzioni di regolazione e controllo assegnate all’Authority:

a) emanazione di direttive per la separazione contabile e amministrativa della gestione, la valutazione dei costi delle singole prestazioni anche ai fini della corretta disaggregazione per funzioni, per area geografica e per categorie di utenze, e definizione di indici di valutazione dell’efficienza e dell’economicità delle gestioni a fronte dei servizi resi;

b) definizione dei livelli di qualità dei servizi, sentite le regioni, i gestori e le associazioni dei consumatori, nonché vigilanza sulle modalità di erogazione dei servizi;

c) diffusione della conoscenza e della, trasparenza delle condizioni di svolgimento dei servizi a beneficio dell’utenza;

d) tutela dei diritti degli utenti anche tramite la valutazione di reclami, istanze e segnalazioni presentati dagli utenti e dai consumatori, singoli o associati;

e) definizione di schemi tipo dei contratti di servizio di cui all’articolo 203 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;

f) predisposizione ed aggiornamento del metodo tariffario per la determinazione dei corrispettivi del servizio integrato dei rifiuti e dei singoli servizi che costituiscono attività di gestione, a copertura dei costi di esercizio e di investimento compresa la remunerazione dei capitali, sulla base della valutazione dei costi efficienti e del principio “chi inquina paga”;

g) fissazione dei criteri per la definizione delle tariffe di accesso agli impianti di trattamento;

h) approvazione delle tariffe definite, ai sensi della legislazione vigente, dall’ente di governo dell’ambito territoriale ottimale per il servizio integrato e dai gestori degli impianti di trattamento;

i) verifica della corretta redazione dei piani di ambito esprimendo osservazioni e rilievi;

l) formulazione di proposte relativamente alle attività comprese nel sistema integrato di gestione dei rifiuti da assoggettare a regime di concessione o autorizzazione in relazione alle condizioni di concorrenza dei mercati;

m) formulazione di proposte di revisione delladisciplina vigente segnalandone altresì i casi di gravi inadempienze e di non corretta applicazione;

n) predisposizione di una relazione annuale al Parlamento sull’attività svolta.

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