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Referendum: Giorgetti, Saviano e Padoan si schierano con il NO

Il parlamentare della Lega e lo scrittore di Gomorra, insolitamente dalla stessa parte, spiegano perché voteranno No al referendum sul taglio dei Parlamentari – Padoan si smarca dalla linea del PD “È una riforma negativa, rivendico il mio diritto al dubbio”

Referendum: Giorgetti, Saviano e Padoan si schierano con il NO

Il referendum del 21 e 22 settembre sul taglio del numero dei parlamentari si avvicina e il fronte del No si allarga, ricevendo endorsement di peso, tanto più se si tiene in considerazione che ad esprimersi contro la sforbiciata sono figure (politiche e non) che rappresentano schieramenti politici diametralmente opposti.

Parliamo di Giancarlo Giorgetti, esponente di primo piano della Lega, dello scrittore e giornalista Roberto Saviano, e dell’ex ministro dell’Economia, oggi deputato del PD, Pier Carlo Padoan.

IL NO DI GIORGETTI

“Il 20 e 21 settembre si voterà per le Regionali in alcune parti d’Italia, per i Comuni ed anche per il referendum sul taglio dei parlamentari. Non so cosa voterete voi, ma posso dirvi come voterò io. Voterò ‘no’, convintamente”, ha annunciato Giorgetti che dunque non seguirà la linea del suo partito (Matteo Salvini ha più volte affermato che voterà a favore).

L’ex sottosegretario del Consiglio dei Ministri ha spiegato anche le motivazioni alla base della sua scelta: “Un semplice taglio dei parlamentari in assenza di altre riforme è improponibile. Il sistema maggioritario, visto che si parla tanto di Europa, ha sempre funzionato benissimo. Tagliare del 40% i parlamentari darebbe un potere senza limite alle segreterie di partito, limitando di parecchio la volontà popolare. È una deriva da evitare con forza. Anche perché sarebbe un favore ad un Governo in difficoltà, incapace di gestire il contraccolpo economico al sistema Italia di questi mesi e in evidente imbarazzo in vista dei prossimi mesi, che saranno durissimi. Il Governo Conte – ha concluso Giorgetti – è inadeguato. Ed è anche per questo che voterò ‘no’ ”.

ROBERTO SAVIANO: “NO CONTRO QUESTA CLASSE POLITICA”

Durissime invece le parole dello scrittore di “Gomorra” e “La paranza dei bambini” che in una serie di tweet attacca il PD, colpevole di non “avere una posizione su nulla” e annuncia il suo No. Successivamente, in un’intervista a La Stampa, Saviano espone le sue motivazioni: “Posso dire una cosa? – afferma rispondendo alle domande del giornalista – Questo referendum è molto particolare e per potermelo spiegare ho ripensato alla definizione di schizofrenia: una serie di pensieri lucidi che ruotano attorno a un pensiero delirante. Ecco, c’è il dibattito sul referendum che è anche godibile se sei un costituzionalista o un politologo; ma questo dibattito riguarda una questione tanto inutile per il futuro del nostro Paese da essere offensivo in sé il solo chiedersi per cosa votare”.

“Dopo la scelta della direzione del Pd, voterò convintamente No. E il mio sarà un voto contro questa classe dirigente”, conclude Saviano. 

I DUBBI DI PIER CARLO PADOAN

Più misurate le parole dell’ex ministro dell’Economia, oggi deputato del Partito Democratico, Pier Carlo Padoan, che in un’intervista a Repubblica esprime le sue perplessità sul Sì al taglio dei parlamentari, posizione ufficiale del suo partito: “Non credo voterò a favore del taglio dei parlamentari, perché è una riforma che ritengo sia negativa per il Paese, che ha invece bisogno di riforme buone, avendo davanti a noi la sfida del Recovery Fund”. Queste le parole di Padoan che rivendica il “mio diritto al dubbio” rispetto al Sì dem e afferma di voler ragionare con la sua coscienza.

Rispondendo a una domanda diretta del giornalista che gli chiede se voterà No, Padoan conclude: “Sono ancora combattuto. Da una parte sono molte le ragioni per cui ritengo che questa non sia una buona riforma, dall’altra ci sono le indicazioni del Pd per il Sì”. Il suo pensiero, in ogni caso, è abbastanza chiaro.

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