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Reddito di cittadinanza è un mezzo flop e Conte si affida ai miracoli

Il Reddito di Cittadinanza delude ma Conte chiede comprensione e spera in improbabili benefici futuri – Non si capisce perchè il Pd lo segua anzichè destinare i fondi del RdC a concrete e visibili misure di crescita che sarebbero molto più utili: che aspetta a farlo?

Reddito di cittadinanza è un mezzo flop e Conte si affida ai miracoli

Il premier Giuseppe Conte non ha mai fatto mistero di essere devoto a Padre Pio ed è probabilmente sperando nei miracoli del suo conterraneo che conta di dribblare il mezzo fallimento del Reddito di Cittadinanza, uno delle misure simbolo del Governo che presiedette in compagnia della Lega e dei Cinque Stelle.

Rispondendo nel question time di giovedì al Senato Conte si è letteralmente arrampicato sugli specchi per difendere il Reddito di Cittadinanza che qualche sollievo ha dato nel mitigare la povertà sulla scia del Reddito di Inclusione dei Governo Renzi e Gentiloni ma che è assolutamente fallimentare nella creazione di nuovi posti di lavoro.

Di fronte al deludente Reddito di Cittadinanza, tanto caro ai grillini e al loro ex leader Luigi Di Maio, il minimo che ci si sarebbe aspettato dal premier che firmò quella riforma sarebbe stata una qualche autocritica. Ma questa non è evidentemente nelle corde del Presidente del Consiglio, già sorprendentemente indicato dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, come una delle bandiere del campo progressista.

Anzichè riconoscere il mezzo fallimento del Reddito di Cittadinanza, Conte ha invece sostenuto: 1) che sarebbe “irragionevole valutare una misura così complessa a meno di un anno dalla sua entrata in vigore” senza accordare “un tempo congruo per poterne valutare con completezza l’efficacia”; 2) che una misura del genere “non va valutata dal numero dei beneficiari che hanno trovato occupazione”; 3) che, in ogni caso, al di là dei risultati effettivi fin qui conseguiti, “resta fermo l’impegno del Governo ad attuare nella sua massima potenzialità il Reddito di Cittadinanza, al fine di migliorane la capacità di contrasto alla povertà e di incentivare il reinserimento socio-economico”.

Ma nulla fa pensare che una misura tipicamente assistenziale possa all’improvviso creare opportunità di lavoro e, allora, non sarebbe meglio dirottare almeno una parte dei cospicui fondi che lo Stato destina al Reddito di Cittadinanza a interventi che spingano realmente la crescita? Ma Conte fa orecchie da mercante e finge di credere ancora nei miracoli. “A conti fatti, nessuna delle grandi misure prese dal Conte 1 sta dando i frutti sperati. Eppure – osserva la brillante economista Veronica De Romanis sul Foglio – il Conte 2 le ha tutte confermate” ma “non c’è molto da stupirsi, visto che il premier – Giuseppe Conte – e l’azionista di maggioranza – il Movimento 5 Stelle – sono gli stessi”.

Quello che stupisce – ha ragione la De Romanis – è che il Pd mostri di non fare una piega e continui a seguire le disastrose ricette economiche (e giudiziarie) dei Cinque Stelle. Ma se il partito di Zingaretti non si decide a dettare l’agenda di Governo nemmeno nel momento in cui il crollo verticale di consensi dei Cinque Stelle è sotto gli occhi di tutti, non si capisce quando mai lo farà e perchè si voglia autocondannare al gregarismo appiattendosi su un populismo che non è degno delle antiche tradizioni del Pd e che può solo fare danni.

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