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Recovery Plan: ecco la bozza, ma resta il nodo della governance

Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha consegnato ieri la bozza in 170 pagine del nuovo piano di attuazione del Recovery che è stato approvato in serata dal Consiglio dei ministri con l’astensione delle ministre renziane

Recovery Plan: ecco la bozza, ma resta il nodo della governance

La nuova bozza del Recovery plan è arrivata. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, l’ha inviata ai suoi colleghi di governo ieri sera. Il documento, che approderà oggi alle 21 e 30 in Consiglio dei ministri, è composto da 171 pagine, che a loro volta contengono 6 missioni, 47 linee d’intervento e 4 tabelle. Rispetto alla versione iniziale, il valore complessivo del piano sale da 209 a 310 miliardi grazie all’aggiunta dei fondi per la coesione e delle risorse relative alla programmazione di bilancio 2021-26. I soldi da investire per il rilancio ammontano a 222 miliardi, di cui 144,2 per nuovi interventi.

Il progetto si fonda su tre pilastri: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. In più, ci sono tre priorità trasversali a molti progetti e sulle quali il governo intende porre l’attenzione: donne, giovani e Sud.

Per quanto riguarda l’allocazione dei fondi, quelli destinati alla sanità sono più che raddoppiati rispetto alla bozza di dicembre, passando da 9 a 19,72 miliardi. Aumentano di poco le risorse per istruzione e ricerca (da 27,91 a 28,49 miliardi) e quelle per digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (da 45,86 a 46,18 miliardi). Rimangono invariati, invece, gli importi stanziati per gli altri capitoli di spesa: 68,9 miliardi per rivoluzione verde e transizione ecologica, 31,98 miliardi per infrastrutture e mobilità sostenibile, 21,28 miliardi per inclusione e coesione. Alle politiche per la famiglia andranno oltre 30 miliardi della programmazione di bilancio al 2026, volti a finanziare l’assegno unico a partire da quest’anno.

Resta da risolvere il problema della governance, a cui il testo dedica poche righe, di fatto solo per rinviare la questione: “Il Governo, sulla base delle linee guida europee per l’attuazione del Piano – si legge nella bozza – presenterà al Parlamento un modello di governance che identifichi la responsabilità della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i Ministri competenti a livello nazionale e gli altri livelli di governo, monitori i progressi di avanzamento della spesa”.

In ogni caso, è previsto che l’attuazione del piano sia accompagnata da una serie di riforme per “rafforzare l’ambiente imprenditoriale, ridurre gli oneri burocratici e rimuovere i vincoli che hanno rallentato gli investimenti”. In particolare, la riforma della giustizia e quella dell’Irpef, con “la riduzione delle aliquote effettive sui redditi da lavoro, dipendente e autonomo, in particolare per i contribuenti con reddito basso e medio-basso, in modo da aumentare il tasso di occupazione, ridurre il lavoro sommerso e incentivare l’occupazione delle donne e dei giovani”.

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