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Rating di legalità, boom di richieste all’Antitrust

Sempre più aziende voglio approfittare di questo strumento gratuito che consente di ottenere dei vantaggi nella concessione dei finanziamenti pubblici e nell’accesso al credito bancario.

Rating di legalità, boom di richieste all’Antitrust

Le richieste inviate dalle imprese italiane all’Antitrust per ottenere il rating di legalità sono raddoppiate nel 2014 rispetto al 2013, e “continuano ad aumentare di giorno in giorno anche nel nuovo anno”. Lo comunica l’Autorità in una nota, ricordando che dal 20 febbraio scorso è legge il provvedimento che stabilisce i criteri per tenere conto del rating di legalità nella concessione dei finanziamenti pubblici e nell’accesso al credito bancario. Il boom delle domande era quindi prevedibile, anche perché la procedura non prevede costi amministrativi.

Nel 2013, quando entrò in vigore il Regolamento dell’Agcm, le richieste furono 142. Nel 2014 sono state invece 402, per un totale di 544 al 31 dicembre scorso. 

“Il trend in forte crescita – commenta il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella – conferma la validità e l’efficacia di un meccanismo premiale in funzione della trasparenza e della libera concorrenza, che, insieme alla repressione e alla punizione dei reati, è il miglior antidoto contro quella tassa occulta rappresentata dalla corruzione”.   

Approvato dal Parlamento alla fine del 2012, il rating di legalità è lo strumento con cui l’Agcm attribuisce un punteggio (da una a tre “stellette”) alle imprese virtuose che hanno un fatturato superiore ai due milioni di euro annui e rispettano una serie di requisiti giuridici e qualitativi. 

Per ottenere una “stelletta”, il titolare dell’azienda e gli altri dirigenti non devono avere precedenti penali per i reati elencati nel decreto legislativo n. 231 del 2001 e per i principali delitti contro la pubblica amministrazione, oltre che per reati tributari. Nei confronti di tali soggetti non deve, inoltre, essere stata iniziata l’azione penale per reati di stampo mafioso. 

Per quanto riguarda l’impresa, non deve aver commesso illeciti amministrativi, né essere stata condannata nel biennio precedente per illeciti antitrust e in materia di tutela del consumatore. L’azienda deve poi effettuare pagamenti e transazioni finanziarie oltre i mille euro esclusivamente con strumenti tracciabili. 

Per ottenere un punteggio più alto, il Regolamento indica altri sei requisiti: se ne vengono rispettati la metà si ottengono due “stellette”, mentre le società che rispettano tutti i requisiti ottengono il punteggio massimo di tre “stellette”.

Per la maggioranza, le richieste provengono dal Nord (43,3%), rispetto al 22% del Centro e al 31,7% del Mezzogiorno (Sud e Isole). Oltre il 62% sono concentrate in cinque regioni, con in testa la Sicilia (14%), seguita dalla Lombardia (13,2), dal Veneto (13), dal Lazio (12,3) e dall’Emilia Romagna (10,3). 

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