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Putin fa la guerra anche con i ricatti sul gas: acceleriamo sui pannelli solari ma a 3 condizioni

Rinnovabili per il consumo domestico. Una soluzione per rompere il “ricatto energetico” di Putin e colpire Mosca – C’è la priorità nel PNRR, ci sono le leggi, ma manca la normativa per incentivare i pannelli solari

Putin fa la guerra anche con i ricatti sul gas: acceleriamo sui pannelli solari ma a 3 condizioni

La prima globalizzazione finì con lo scoppio della I guerra mondiale. La seconda globalizzazione, dagli anni 90 del secolo scorso, è stata prima fermata dalla pandemia, poi ribaltata dalla guerra di Putin all’Ucraina, ma anche a tutto l’Occidente.  

Il ricatto di Putin sul gas

L’energia è l’arma scelta da Putin per portare la guerra nelle nostre case. Ha cominciato a razionarci il gas nell’estate del 2021. Ora ci chiede di pagarlo in rubli probabilmente senza conseguenze immediate, malgrado il rifiuto dei leader europei di farsi ricattare, poiché non può vendere gas a nessun altro finché non completa altri gasdotti. L’autonomia energetica dell’Europa è diventata una necessità immediata. Dobbiamo trovare soluzioni veloci per compensare possibili tagli da parte della Russia. Ma poiché non si tornerà alla situazione precedente, dobbiamo costruire un’autonomia sostenibile nel tempo e nel nuovo contesto internazionale. 

I risultati del vertice di Bruxelles del 24 e 25 marzo, con Paesi Bassi, Germania e Svezia che cercano di nascondersi dietro il dito del mercato per non assumere una posizione comune sul tetto al prezzo del gas, facevano prevedere razionamenti per il prossimo inverno, ma sono stati temperati dalla decisione di affidare alla Commissione Europea la preparazione di un piano di acquisti comuni per lo stoccaggio di gas. E possiamo sperare nella capacità di persuasione di Mario Draghi anche per il price cap. 

Il ruolo dell’italia

L’Italia sta facendo la sua parte nella risposta internazionale all’aggressione di Putin, con sanzioni economiche e finanziarie mai viste prima e con l’accoglienza dei rifugiati, ma molti di noi si chiedono che cosa possano fare in prima persona per ostacolare la macchina di guerra di Putin, alimentata dalle vendite di materie prime, in particolare gas e petrolio. Una cosa c’è che possiamo fare per aiutare la fine della guerra in Ucraina e insieme all’autonomia energetica ottenere anche un sollievo ai bilanci familiari dal caro bollette riducendo la possibilità di un innesco della spirale prezzi-salari e l’impatto sugli standard di vita di probabili razionamenti.

In Italia, abbiamo un vantaggio assoluto nella produzione di elettricità da energia solare, che non è sufficientemente stabile per i macchinari industriali, ma con l’aggiunta di un minimo stoccaggio è adeguata ai consumi domestici. Il governo ha varato il DL del 1  marzo per liberalizzare l’installazione di pannelli fotovoltaici, ma non sono specificate le regole per installarli sui tetti dei condomini delle città in cui vive più dell’80% della popolazione.  

Lo Stato contribuisce con il 50% all’installazione dei pannelli solari e solo a certe condizioni al 110% come per le facciate, un’aberrazione che toglie ogni responsabilizzazione al privato che si scopre generoso coi denari pubblici e accetta i preventivi raddoppiati delle imprese. Questo super incentivo sembra aver fatto sì che abbiamo speso la stessa percentuale di soldi pubblici in rifacimento di facciate che gli Stati Uniti in sviluppo dei vaccini. Si dovrebbe richiedere l’installazione dei pannelli fotovoltaici per ottenere il 110% nelle villette (e anche nei condomini).

Ma anche con il contributo statale all’installazione di pannelli fotovoltaici, unito al deterrente dell’aumento delle bollette per gas ed elettricità, al probabile razionamento per l’incompleta sostituzione delle forniture russe nell’anno in corso (e forse dei prossimi due) e al desiderio di prosciugare le risorse per la guerra di Putin, non riusciremmo ancora a sostituire rapidamente l’energia solare agli idrocarburi per i consumi domestici.  

L’inefficienza della giustizia

NON a causa delle lentezze burocratiche in questo caso: rivolgendomi a una delle maggiori imprese del settore, ho avuto un preventivo online in due minuti, già scontato dell’incentivo statale, è bastato fornire l’indirizzo e identificare il tetto nella schermata inviatami. Ma a causa dell’inefficienza della giustizia: la stessa impresa, nella spiegazione delle procedure, precisava che senza la firma di ciascun condomino per l’accettazione dell’installazione nelle aree comuni non si può procedere. Ovvero non basta la già enorme maggioranza di 4/5 prevista dalla legge condominiale per l’approvazione di lavori sulle parti comuni; maggioranza che dovrebbe diventare semplice per l’installazione dei pannelli solari che è già regolata dalle norme paesaggistiche. La sola spiegazione per questa richiesta è il timore dell’impresa installatrice di incorrere in una marea di cause civili che i 250.000 avvocati italiani non si esimeranno dal consigliare a ogni condomino scontento (ne avete mai conosciuto uno?). Che significa attendere 10 anni per la sentenza, poiché la riforma della giustizia civile appena approvata sapremo se funziona per ridurre i tempi dei processi solo tra qualche anno (molti, e chi scrive, non credono raggiungerà l’obiettivo di riduzione dei tempi proprio per l’assenza di misure per limitare la domanda da parte degli avvocati).  

Dunque, insieme all‘incentivo e alle norme per i condomìni, occorre uno “scudo civile”, norme ad hoc che assicurino uno strumento processuale rapido ed efficace per facilitare l’installazione dei pannelli fotovoltaici nei condomini delle città, dove abita più dell’80% della popolazione. 

Produzione per l’uso diretto, senza coinvolgimento della rete o altri intermediari. Forse per questo motivo i solerti uffici legislativi dei ministeri hanno trascurato la fattibilità dell’installazione dei pannelli sui condomini: ci guadagnano solo le famiglie. E si potrebbero coinvolgere le scuole e gli edifici pubblici, anche per la distribuzione degli eccessi di produzione alle famiglie più fragili. La spada di Damocle del razionamento, insieme al raddoppio delle bollette può mobilitare l’interesse individuale esattamente come nel caso delle facciate. 

Come uscire dalla dipendenza dagli idrocarburi

Lo shock attuale dovuto alla guerra programmata da Putin proprio sull’accumulo di riserve valutarie dall’esportazione di idrocarburi può avere l’effetto di svezzare l’Europa dal loro uso facendo un passo decisivo verso l’uso delle rinnovabili per i consumi domestici.

Bisogna però comunicare chiaramente che questa emergenza non passerà come il Covid. Lo strappo dell’aggressione all’Europa, minacce nucleari e ricatti sull’energia non sarà ricucito in anni, probabilmente decenni, come capitò per la prima globalizzazione, visto lo schieramento della Cina con la Russia.

La revisione delle strategie per la ripresa economica è necessaria e urgente. Nel PNRR, riallocazioni di risorse saranno necessarie per tener conto della priorità dell’autonomia energetica e di investimenti nella sicurezza, così come delle strozzature nelle forniture sia di materie prime che di prodotti intermedi indispensabili come le chips.  L’installazione dei pannelli solari s’inserisce nella transizione energetica prevista dal Piano: dovremmo rivedere gli incentivi e semplificare la normativa, con l’appropriato corredo di “scudi civili” e focalizzando sulla sequenza temporale: con incentivi massimi nell’immediato, ma in discesa mese dopo mese per accelerare l’attuazione prima dell’inverno. 

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