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Putin a caccia di fondi: per finanziare la guerra in Ucraina chiede più tasse e dividendi alle aziende statali

Secondo Bloomberg, Mosca starebbe pianificando di strappare più soldi ad alcuni produttori di materie prime e aziende statali per finanziare la guerra in Ucraina. Ecco le novità

Putin a caccia di fondi: per finanziare la guerra in Ucraina chiede più tasse e dividendi alle aziende statali

Petrolio e gas non bastano più a garantire le entrate con cui finanziare la guerra in Ucraina. Secondo Bloomberg, Putin starebbe pianificando di prendere più denaro da alcuni produttori di materie prime e società statali e di tagliare le spese di settori diversi dalla difesa, visto che i costi della guerra stanno aumentando. Ma come? Le proposte includono un aumento dei dividendi delle aziende statali e un “pagamento una tantum” da parte dei produttori di fertilizzanti e carbone, secondo le istruzioni impartite ai funzionari dal Primo Ministro Mikhail Mishustin, visionate dall’agenzia americana a metà dicembre.

Il bilancio della Russia è sempre più ridotto, mentre l’invasione del presidente russo si avvia verso il secondo anno e l’economia si contrae sotto le pesanti sanzioni statunitensi ed europee. I dividendi e una tassa inaspettata pagata da Gazprom hanno già contribuito a gonfiare un surplus fiscale alla fine dello scorso anno, ma non sembrano essere più sufficienti.

Putin ha bisogno di denaro per finanziare la guerra

Nel documento preso in visione si sottolinea che tale sforzo fiscale rientra nel piano di “mobilitazione delle entrate” che la Russia sta organizzando per finanziare la guerra. Non è stata ancora presa una decisione sull’entità dei dividendi o del prelievo una tantum, poiché l’importo dipenderà dall’andamento del bilancio nell’intero anno 2022. Ma secondo il giornale, le autorità cercheranno di fissare i dividendi al di sopra del 50% dell’utile netto delle società statali, quando possibile.

Ma quanto soldi servono a Putin per continuare la guerra? Si parla di 175 miliardi di rubli (2,4 miliardi di dollari) di spesa extra per reinsediare 100.000 persone da Kherson alla Russia, un’apparente ammissione che Mosca ha poche speranze di riconquistare le parti della regione ucraina che le sue forze hanno abbandonato in autunno poche settimane dopo averla annessa illegalmente.

I portavoce del governo russo e del Ministero delle Finanze non hanno ancora commentato le indiscrizioni.

Mosca taglia la spesa pubblica

Nel frattempo, il leader russo ha promesso “nessuna limitazione” alle spese militari per la guerra, mentre i programmi sociali restano la voce di bilancio più consistente. Al contrario delle spese per l’istruzione e la medicina, sempre più sottili. 

È un gioco di equilibri messo a punto da Mishustin, che chiede una “ottimizzazione” della spesa di bilancio al di fuori della difesa e della sicurezza e che dovrebbe generare almeno 150 miliardi di rubli di risparmi.

Esigenze di finanziamento

Con i mercati del debito internazionali praticamente chiusi per la Russia, cresce l’urgenza di garantire al governo l’accesso ai finanziamenti mentre i suoi proventi energetici sono sotto pressione.

ll Ministero delle Finanze, che l’anno scorso prevedeva un deficit di bilancio dello 0,9% del prodotto interno lordo, ora prevede un deficit del 2% sia nel 2022 che nel 2023. In totale, la spesa dello scorso anno ha probabilmente raggiunto i 30.000 miliardi di rubli, come ha dichiarato il ministro delle Finanze Anton Siluanov a fine dicembre, ovvero circa il 27% in più di quanto inizialmente previsto.

Siluanov ha dichiarato che il governo non prevede cambiamenti nelle tasse quest’anno, anche se le spese di bilancio aumenteranno.

Inoltre, nei mesi precedenti l’invasione alla fine del 2021, le società minerarie russe, compresi i produttori di carbone e fertilizzanti, sono state colpite da un aumento dell’aliquota fiscale sull’estrazione dei minerali. Da allora il governo ha rifiutato di alleggerire l’onere, anche se le sanzioni hanno interrotto le vendite e costretto a tagliare la produzione.

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