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Pronto soccorso, ecco la riforma: tempi certi e numeri al posto dei colori

Il ministero della Salute ha proposto alle Regioni una serie di cambiamenti, a cominciare da nuove regole per il triage: i codici basati sui colori saranno sostituiti da numeri, a cui sarà associato anche un tempo d’attesa massimo

Pronto soccorso, ecco la riforma: tempi certi e numeri al posto dei colori

I pronto soccorso d’Italia stanno per cambiare. Il ministero della Salute ha scritto una proposta di riforma che modificherebbe in modo sostanziale l’accesso ai servizi di emergenza degli ospedali.

La novità più rilevante è probabilmente quella che riguarda il triage, cioè il sistema d’accettazione che classifica i pazienti in base alla gravità delle loro condizioni. Il sistema attuale è basato su una serie di codici identificati da un colore (dal rosso al bianco): l’idea è di passare ai numeri, da 1 a 5.

Al sistema numerico sarà associato anche – ed è questa la vera novità – un tempo d’attesa massimo compreso fra 15 minuti e quattro ore (fatto salvo l’accesso immediato per le emergenze).

Lo schema sarebbe questo:

  • 1: corrisponde all’emergenza e prevede l’accesso immediato alle “aree di trattamento”;
  • 2: è l’urgenza, identifica le situazioni con rischio di compromissione di funzioni vitali e prevede l’accesso entro 15 minuti;
  • 3: urgenza differibile, per condizione stabile con sofferenza e richiesta di prestazioni complesse, con accesso entro un’ora;
  • 4: urgenza minore, attesa massima due ore;
  • 5: non urgenze, accesso entro quattro ore.  

Questo cambiamento del triage “dovrà avvenire progressivamente – si legge nella proposta di riforma – entro 18 mesi dalla pubblicazione del presente documento”.

Ma la riforma non investirà soltanto il triage. La disponibilità di posti per il ricovero sarà sondata da un Bed manager, cioè un infermiere che andrà a caccia dei letti liberi. Nella proposta di modifica si ipotizzano anche il blocco dei ricoveri programmati e l’istituzione di aree di ricovero temporaneo, le Admission Room, che sarebbero zone esterne al Pronto Soccorso dove sistemare i pazienti in attesa di ricovero.

Il pacchetto di proposte elaborato dal ministero è ora all’esame delle Regioni, cui spetta la competenza sulla Sanità. Per il momento l’intesa fra i governatori è stata rinviata, ma sembra a portata di mano.

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