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Estate 2022 all’insegna del cibo e dei piccoli borghi: specialità nazionali, il turismo cambia volto

Il vero protagonista dell’estate 2022 sarà senza dubbio il cibo: dagli agriturismi ai ristoranti, ai sapori delle eccellenze dei borghi diventati per molti la meta principale

Estate 2022 all’insegna del cibo e dei piccoli borghi: specialità nazionali, il turismo cambia volto

Il cibo si appresta a diventare la voce più importante del budget dell’estate 2022 con la riscoperta dei piccoli borghi dove, secondo l’indagine Coldiretti e Symbola, nasce il 92% dei prodotti tipici nazionali, un patrimonio dell’enogastronomia sostenibile e a km zero conservato nel tempo dalle 279mila imprese agricole presenti nei piccoli Comuni con un impegno quotidiano per la valorizzazione della biodiversità contadina, nonostante mille difficoltà logistiche, la tutela del territorio colpito dai cambiamenti climatici e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

Non sarà la rivincita della campagna contro le grandi città, ma di certo la pandemia ha fortemente inciso sulle abitudini degli italiani. Il modello sociale fondato sulla globalizzazione aveva posto l’attenzione sui grandi centri urbani, mettendo in un angolo i piccoli comuni. Sull’onda dell’emergenza sanitaria invece, quell’Italia fuori dai soliti itinerari caotici rialza la testa. L’Italia delle produzioni agricole, l’Italia delle colline e delle montagne, dei casali in pianura e delle malghe di montagna, l’Italia dei verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti.

L’estate 2022 fa i conti con le conseguenze di una pandemia non ancora del tutto superata e con i timori internazionali per l’evoluzione della guerra in Ucraina ma che fa segnare il prepotente ritorno della convivialità. Un turismo “nuovo” e sempre più attento non solo alle bellezze naturali, paesaggistiche, artistiche del nostro territorio ma anche ad un ambiente pulito e salubre e alla riscoperta dei prodotti tipici, della qualità del cibo e del mangiare bene.

Piccoli borghi italiani: il turismo cambia volto

Veri e propri scrigni di storia, sapori e cultura. In Italia i centri sotto i 5mila abitanti ospitano il 16,5% della popolazione nazionale ma rappresentano il 54% dell’intera superficie italiana, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, con ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole. A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto una rete composta da 24mila strutture agrituristiche con 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola.

Per questa estate 2022 oltre 7 italiani su 10 andranno in agriturismo, per trascorrere le proprie vacanze o anche semplicemente per mangiare bene. In testa alle motivazioni c’è la voglia di contatto con la natura, mentre al secondo posto c’è l’enogastronomia, trainata dal fenomeno dei cuochi contadini, gli agricoltori chef che cucinano i prodotti coltivati in azienda recuperando spesso antiche ricette della tradizione campagnola, diventati un vero e proprio valore aggiunto. Al terzo posto c’è la voglia di relax ma anche il trovare sicurezza nello stare in campagna e la pratica della attività sportiva. Secondo l’indagine, questo amore per l’agriturismo da parte dei vacanzieri italiani è dimostrato anche dal fatto che a ben 20,5 milioni di connazionali piacerebbe aprirne uno.

Inoltre, la tendenza a muoversi in periodi meno affollati spinge verso un altro aspetto importante per l’economia dell’intero settore: la destagionalizzazione e l’allungamento dei soggiorni medi. L’estate 2022 è un appuntamento importante per il settore dopo due anni di pandemia che sono costati un calo importante delle presenze e del fatturato ma che non hanno inciso sulla struttura del settore che ha mostrato la propria solidità e capacità di adattamento, rispondendo ai nuovi stimoli e trend del mercato.

Sigilli di Campagna Amica 2022: un mare di specialità

I “Sigilli”, censiti dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica, sono prodotti unici che il mondo contadino ha custodito contro l’omologazione. 418 prodotti tipici e razze animali da scoprire durante l’estate.

Qualche esempio: il Barattiere pugliese, una sorta di cetriolo da consumare acerbo nelle insalate o da far maturare per diventare simile al melone; il Conciato Romano campano, il formaggio più antico del mondo celebrato dai romani e fatto stagionare ancora oggi nelle anfore; la Cicerchia dei Sibillini, un tipico legume marchigiano; il Pistacchio di Bronte siciliano al succo di rosa ligure prodotto a partire dai petali freschi e non trattati; il fagiolo giallo della Stoppia consumato dagli agricoltori nel Lazio; la cipolla rossa di Breme, che in Lombardia si usa per abbinamenti particolari come dolci e gelati; il Farro di Monteleone di Spoleto protagonista in Umbria anche di un rituale religioso e laico; la farina di grano Solina, un’antica varietà di frumento dell’Abruzzo; l’Nduja di suino nero della Calabria; il salame di Mora Romagnola, una razza suina autoctona quasi estinta; il Caciocavallo molisano, il Bitto fatto esclusivamente con il latte prodotto negli alpeggi delle montagne lombarde e il pecorino Crotonese.

Tra i “Sigilli” della biodiversità ci sono anche la ciliegia di Lari che si può trovare in Toscana, dove nasce anche l’Aglione della Valdichiana, dal sapore delicato. In Friuli si coltiva la zucchina bianca, dalla buccia molto sottile e color crema indicata per coloro che hanno difficoltà di digestione, mentre in Piemonte è celebre il Peperone di Capriglio che si caratterizza per lo spessore carnoso della bacca che lo rende particolarmente adatto alla conservazione.

E tra i dolci ci sono marmellata di Sa’ pompia, un agrume autoctono molto raro che è stato recuperato in Sardegna, dove si produce anche l’Abbamele, un decotto di miele. Altrettanto rari sono il miele di ape nera sicula e quello di Barena che nasce nella laguna di Venezia. Tra i vini c’è la Tintilia Molisana.

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