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Prodi, Bologna città aperta: spazio agli immigrati di 2° generazione e corsi di laurea in inglese

Primo forum per un piano strategico che disegni il futuro del capoluogo emiliano: l’ex premier è intervenuto per dare il suo contributo a una nuova spinta – “Possiamo tornare la città modello del dopoguerra: Bologna ha tante eccellenze”, ha detto Prodi – “I tempi sono grami e le banche bolognesi sono confluite in grandi gruppi, però bisogna provarci”.

Prodi, Bologna città aperta: spazio agli immigrati di 2° generazione e corsi di laurea in inglese

Una città aperta al nuovo, allo straniero, all’immigrato, che cerchi di agganciare “le odierne locomotive della storia”. E’ Bologna secondo gli auspici e le riflessioni portate oggi da Romano Prodi al primo incontro sul “Piano strategico metropolitano”, un disegno per il capoluogo nei prossimi 20 anni. Un passo compiuto da molte città in Europa e nel mondo, che anche Bologna cerca di fare, nella speranza di ritrovare quel ruolo di “città modello” che l’ha contraddistinta nel dopoguerra. Prodi è stato invitato a fare il presidente del Forum metropolitano, il luogo di riflessione da cui partirà il  piano che vuole coinvolgere cittadini e associazioni e al quale hanno già inviato proposte 275 soggetti.

Per l’ex premier la spinta propulsiva può venire solo da una coraggiosa apertura all’altro: in primo luogo agli immigrati, che vanno trasformati da necessità in risorsa. “Se Reggio Emilia è leader negli asili, Bologna può diventarlo nella formazione e nell’integrazione degli immigrati. Soprattutto le seconde generazioni, che sono mosse da un grande desiderio di crescita e affermazione e devono poter accedere alla dirigenza e alla politica”. Inoltre è lo “straniero” in generale che può portare nuova linfa sotto le due torri: “La nostra Università ha una grande storia. Fu la prima del mondo occidentale e divenne punto di riferimento in Europa. Ma quando decadde? Quando i bolognesi decisero di chiudere le porte ai professori nati altrove. Dobbiamo riaprirle quelle porte, sia agli insegnanti, sia agli studenti perché questo introduce idee, scambio, crescita”. Sono necessari corsi di laurea interamente in inglese “perché un ateneo che parla solo italiano serve a poco. Da qui dobbiamo dialogare con il mondo. Pensate a Prometeia, una società di servizi inventata da Beniamino Andreatta che allora sembrava un progetto folle e che oggi ha 400 dipendenti e clienti in tutto il mondo. Così si fa eccellenza”.

Per uscire dalla stagnazione nella quale Bologna galleggia almeno da 10 anni  bisogna fare leva su risorse note, dice Prodi, ma mai abbastanza valorizzate. La posizione geografica e la logistica: “In treno oggi siamo a mezzora da Firenze e a un’ora da Milano, è una rivoluzione. Il nostro aeroporto non è un hub finché serve solo noi, ma quando serve Firenze acquista tutt’altro peso specifico. Ci vuole però un rapido collegamento fra la stazione e l’aeroporto, sia questo il People mover e o quello che si vuole”. Il fatto di essere uno snodo stradale e ferroviario centrale è sempre stato fondamentale per la logistica e grandi società hanno trovato casa a Bologna: “Ma attenzione a non perdere qualche opportunità per lungaggini burocratiche. Ikea è andata a Piacenza perché gli hanno dato quello che chiedeva e in fretta. Oggi la tempestività è fondamentale”.

Il manifatturiero è ancora un asso nella manica del capoluogo: “Soprattutto l’industria strumentale. Ma ci vuole innovazione e un centro di ricerca specifico, come fanno in Germania”. La sanità, dove Bologna vanta molte eccellenze è un altro capitolo centrale: “se si pensa che il 10% del reddito dei Paesi è assorbito da questa voce ci si rende conto di quanto sia economicamente importante. Il nostro sistema sanitario funziona? Bene, è un modello che possiamo esportare, trascinandoci dietro anche beni e servizi”.

Molto si può fare snellendo i processi decisionali, per molto altro ci vogliono le risorse. I tempi sono grami e le banche bolognesi sono confluite in grandi gruppi, però bisogna provarci. Nel panorama finanziario svetta ancora Unipol, anche con un nuovo edificio che ha modificato lo skyline bolognese. “Vedremo se i progetti in campo andranno in porto, comunque ci vuole un rafforzamento del terziario superiore della città”.

Queste le prime riflessioni. Nel mese si aprile saranno aperti quattro tavoli tematici su innovazione e sviluppo; ambiente e mobilità; conoscenza, educazione e  cultura; benessere e coesione sociale. Per cominciare a vedere qualche progetto nero su bianco bisognerà aspettare almeno la fine dell’anno.

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