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Prezzi Rc auto, Ania: la differenza Italia-Ue è scesa a 47 euro, ma serve una riforma organica delle polizze

E la presidente Farina avverte che “l’inflazione avrà un impatto sul costo degli incidenti” – La raccolta è in crescita, “ma abbiamo davanti un biennio di incertezza”

Prezzi Rc auto, Ania: la differenza Italia-Ue è scesa a 47 euro, ma serve una riforma organica delle polizze

In media, gli automobilisti italiani pagano dei prezzi Rc auto più alti di 47 euro rispetto agli altri cittadini dell’Unione europea. Questa differenza si è molto ridotta rispetto a qualche anno fa (nel 2008-2012 era di 213 euro) e anche il differenziale fra il Nord e il Sud del Paese è in calo. Non solo: nei primi mesi del 2022 i prezzi Prezzi c auto sono scesi ancora nonostante il balzo dell’inflazione, ma “dobbiamo essere consapevoli” che la corsa dei prezziè destinata ad avere un impatto sul costo dei sinistri, già in crescita nel 2021”, e perciò “si rendono ancor più necessarie riforme organiche del sistema” per renderlo più sostenibile e stabile nel medio e lungo periodo. Lo ha detto Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania, nella sua relazione all’assemblea annuale dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici italiane.

In particolare, Farina chiede la revisione del meccanismo del bonus-malus, la modifica dell’imposizione fiscale sui premi, “molto penalizzante nel confronto con l’Europa”, e la definizione univoca del risarcimento dei danni per lesioni gravi alla persona.

Nel 2021 premi Vita e Danni a quota 140 miliardi, +3,8%

Per quanto riguarda il quadro generale del settore assicurativo italiano, la numero uno dell’Ania ha spiegato che mel 2021 i premi complessivi Vita e Danni hanno raggiunto 140 miliardi di euro, registrando una crescita del 3,8% su base annua e tornando così al livello del 2019.

“Si conferma così una domanda di protezione in crescita, seppure ancora insufficiente per superare la situazione di sottoassicurazione che connota il nostro Paese – ha aggiunto Farina – In particolare, i premi Vita, il risparmio che gli italiani ci affidano, hanno segnato un risultato di 106 miliardi, in crescita del 4,5%. Molto significativo è stato l’incremento dei prodotti multiramo, prodotti in grado di adattarsi al cambiamento degli scenari economico-finanziari, delle preferenze dei risparmiatori, delle aspettative dei clienti nel corso del tempo”.

I premi Danni, con una raccolta di 34,1 miliardi, sono aumentati del 2%, per effetto di una ulteriore riduzione dei premi rc auto del 4,5% e di un apporto positivo, pari a quasi il 6%, degli altri rami Danni. Gli investimenti complessivi hanno sfiorato i 1.050 miliardi ed è proseguito la tendenza di diversificazione di portafoglio con l’incremento di asset alternativi.

“Abbiamo di fronte un biennio di incertezza”

Infine, uno sguardo al futuro. Secondo Farina, il biennio 2022-23 presenta molte incertezze per l’economia italiana e “quindi per le compagnie assicurative”, a causa di vari fattori: il rallentamento della domanda dei risparmiatori, i timori di un aumento del costo dei sinistri nei rami elementari, oltre alla perdita di valore del portafoglio titoli, a causa del repentino rialzo dei tassi di interesse.

“Su quest’ultimo argomento auspichiamo che, in tempo per l’applicazione nelle semestrali, sia reiterato il provvedimento, già operativo nel triennio 2018-2020, che sterilizza le fluttuazioni dei valori sugli attivi nei bilanci redatti a principi contabili locali”. La richiesta è al ministero dell’Economia guidato da Daniele Franco.

“Sarebbe inoltre opportuno, in vista della chiusura dell’esercizio, limitare l’entità da appostare a riserva indisponibile alla sola quota delle minusvalenze che possono gravare effettivamente sul conto economico delle compagnie”, ha concluso Farina.

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