Condividi

Popolare Bari, via al salvataggio ma tra i veleni

Il Governo approva il decreto di salvataggio della Banca Popolare di Bari attraverso il finanziamento del Mediocredito centrale ma tra renziani e Cinque Stelle volano gli stracci e le polemiche investono anche la Banca d’Italia che autorizzò l’operazione Tercas – Allegato: il documento di Bankitalia che stima in 4,5 miliardi il costo della liquidazione di BPB

Popolare Bari, via al salvataggio ma tra i veleni

Il Consiglio dei ministri ha approvato nella notte uno scarno decreto legge ad effetto immediato che permette il salvataggio con soldi pubblici della Banca Popolare di Bari, commissariata nei giorni scorsi dalla Banca d’Italia per gravi perdite patrimoniali. È un atto che tranquillizza correntisti, risparmiatori e dipendenti, evitando l’assalto agli sportelli alla riapertura della banca di oggi, ma che scatena polemiche furiose dentro e fuori del Governo.

Il salvataggio avverrà attraverso il finanziamento di 900 milioni di Invitalia, società del Tesoro che utilizzerà il suo Mediocredito centrale per entrare nel capitale di banche in difficoltà a partire dalla Popolare di Bari.

I Cinque Stelle, che nella scorsa legislatura hanno costantemente aggredito il Governo Renzi per aver salvato le numerose banche – almeno 7 – entrate in crisi, hanno cercato di salvare la faccia proponendo un’impossibile nazionalizzazione della Popolare di Bari e la sua trasformazione in banca d’investimento per il Sud. Ma i renziani, con il ministro Teresa Bellanova che essendo pugliese conosce molto bene lo stato della Popolare di Bari, li hanno incalzati in tutta la riunione del Consiglio dei ministri: “Perché non dite con chiarezza – ha chiesto Bellanova – che stiamo semplicemente salvando una banca? Scriviamo salvataggio e non rilancio nel testo. Anche perché parliamo di una semplice banca commerciale e non di una banca di investimento per il Sud, che tra l’altro è contraria alle regole Ue“.

I renziani insistono anche per subordinare il salvataggio della Popolare di Bari alla sua trasformazione in spa sia per renderla contendibile sia per applicare la riforma delle banche popolari voluta e approvata a suo tempo dal governo Renzi ma mai realizzata dalla banca pugliese.

Le polemiche dei Cinque Stelle e di Italia Viva investono anche la Banca d’Italia, che spinse la Popolare di Bari ad acquisire la Tercas, che è all’origine di molti guai della banca pugliese, perché la Commissione europea, con una decisione controversa e poi sconfessata dalla Corte di Giustizia, impedì che a dare manforte alla Popolare di Bari intervenisse il Fondo interbancario sui depositi bancari, vedendovi incredibilmente una sorta di aiuto di Stato malgrado i capitali fossero privati.

I Cinque Stelle chiedono di conoscere i risultati di tutte le ispezioni della Banca d’Italia alla Popolare di Bari e i renziani vogliono lumi sull’operazione Tercas. Oggi l’eco delle polemiche che spaccano il Governo e che investono anche la Banca d’Italia risuoneranno di sicuro nell’aula del Senato, dove – in occasione del voto finale sulla manovra di bilancio – l’ex premier Matteo Renzi si è già iscritto a parlare.

Per approfondire, documento di Bankitalia che ripercorre tutti gli interventi della Vigilanza sull Banca Popolare di Bari.

Commenta